La Brigata Ebraica con chi lotta per la libertà Commento di Davide Romano
Testata: La Repubblica Data: 25 aprile 2023 Pagina: 1 Autore: Davide Romano Titolo: «La Brigata Ebraica con chi lotta per la libertà»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA, di ieri 24/04/2023, con il titolo "La Brigata Ebraica con chi lotta per la libertà", il commento di Davide Romano.
Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica
Anche il prossimo 25 aprile parteciperemo con le insegne della Brigata Ebraica al corteo della Liberazione. Lo faremo non solo in nome dell’antifascismo e della democrazia, ma anche dell’integrazione. Già l’anno scorso, infatti, invitammo a marciare insieme a noi la comunità ucraina milanese che accorse in massa. Purtroppo, fu vittima di qualche contestazione da parte di sparuti putiniani: “assassini” e “nazisti” sono alcuni degli epiteti che dovettero subire i nostri amici ucraini, che già a quel tempo avevano i loro cari sotto le bombe dei cosiddetti “denazificatori” russi. Ma sono certo che – nonostante questo singolo spiacevole episodio - sia stato comunque importante per gli ucraini sentirsi per la prima volta parte del 25 aprile, dove hanno potuto provare l’abbraccio e l’affetto della stragrande maggioranza dei partecipanti al corteo. Anche così si integrano le comunità straniere della nostra città: coinvolgendole nella Festa della Liberazione, e facendo sentire la nostra vicinanza ai loro partigiani di ieri e di oggi. Milano ha una ricchezza multietnica che va valorizzata e di cui non dobbiamo mai dimenticarci, soprattutto il 25 aprile. Perché un domani siano anche loro a sostenere il ricordo di una democrazia riconquistata, talvolta proprio grazie al sacrificio di loro connazionali. Quest’anno oltre agli ucraini abbiamo invitato al corteo anche dissidenti iraniani. Perché siamo con loro, con la loro coraggiosa lotta al regime degli ayatollah. Chiedono libertà e democrazia e stanno rischiando e perdendo la vita per esse ogni giorno, come nella migliore tradizione partigiana. Insieme a loro, ci raggiungeranno anche dei cubani contrari al regime. Non dobbiamo infatti mai dimenticare che stare dalla parte della democrazia significa anche non concedere legittimazione a regimi illiberali. La tradizionale presenza all’interno del corteo del 25 aprile di sostenitori di regimi dittatoriali (dal regime cubano a quello palestinese, passando per quello russo, cinese o siriano) mi ha sempre lasciato perplesso. Se si crede davvero nella democrazia, infatti, non si può andare a braccetto con i sostenitori di chi uccide gli oppositori. Peraltro, sono meno rari di quanto si pensi i casi in cui i fiancheggiatori di questi regimi rappresentano una minaccia per quei dissidenti loro connazionali che vivono nel nostro Paese. Qualcuno teme che con questi inserimenti stranieri a fianco della Brigata Ebraica rischiamo di diventare troppo “esotici”. Rispondo subito che la Festa della Liberazione deve rispettare la pluralità degli Alleati. Deve quindi essere per tutti, per gli italiani di ieri e di domani. E se per integrare la Brigata Ebraica nel corteo ci sono voluti anni, di certo non possiamo fermarci qui: ma procedere mano nella mano con i nostri fratelli ucraini, iraniani e cubani. Peraltro, tutti insieme rappresentiamo le tre religioni monoteiste. Il migliore modo di fare dialogo interreligioso e integrazione: nel nome della libertà e della democrazia.
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