L'Ucraina prepara la controffensiva Cronaca di Corrado Zunino
Testata: La Repubblica Data: 24 aprile 2023 Pagina: 14 Autore: Corrado Zunino Titolo: «Gli ucraini scavalcano il Dnepr e preparano la controffensiva»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 24/04/2023, a pag. 14, con il titolo 'Gli ucraini scavalcano il Dnepr e preparano la controffensiva' l'analisi di Corrado Zunino.
Corrado Zunino
DROBYSHEVE (LYMAN) — Un nugolo di forze ucraine ha saltato il fiume. Il Dnepr, proprio di fronte a Kherson, capoluogo della regione più a sud, già espugnato lo scorso 11 novembre. Ora queste avanguardie combattono alla periferia di Oleshky, su una striscia di terra che sembrava impossibile espugnare. La notizia l’ha data il centro studi americano Institute for the Study of War, organismo con sede a Washington finanziato da un gruppo di aziende fornitrici del ministero della Difesa statunitense. L’ingresso sarebbe avvenuto da mercoledì scorso e una fonte russa, un blogger di guerra, ha confermato che nell’area da tempo si muovono le forze di casa, che hanno fissato la loro posizione a ovest del Ponte Antonivsky, poi seguite da linee di supporto. Alcuni video geolocalizzati sono stati messi in rete giovedì scorso: illustrano brandelli di battaglia sulla riva dove erano attestati i russi. Le Forze ucraine di difesa del Sud chiedono pazienza per confermare — «un ostacolo come il Fiume Dnepr è molto impegnativo » —, ma aRepubblica hanno ribadito l’incursione, inaspettata e importante sul piano strategico, militari di stanza nel Donetsk e informatori di Mykolaiv, la città da dove partono i reparti per la riconquista dell’Ucraina meridionale. Ecco, la controffensiva di Kiev prende davvero corpo e, come si poteva ipotizzare, si materializza nella regione del Kherson, controllata dall’esercito russo, appunto, sulla riva sinistra del grande fiume con un numero di forze tuttavia non paragonabile con quelle schierate sul fronte orientale. L’intenzione degli strateghi militari ucraini è quella di spingere su questa linea aprendo altri fronti di là del Dnepr e quindi a Sud-Est, da Zaporizhzhia verso Melitopol. Nei centri urbani “temporaneamente occupati”, a partire dalla Melitopol detronizzata di un sindaco popolare come Ivan Fedorov, l’esercito nazionale si attende una battaglia partigiana, proprio come è avvenuta in autunno a Kherson, che apra varchi agli incursori dell’esercito. Da molte settimane, e in particolare negli ultimi giorni, l’Armata russa ha rinforzato le difese che portano alla Crimea, alzando bastioni anti- tank e, sempre secondo Isw, l’esercito invasore vorrebbe fermare la sua offensiva, dispendiosa in termini di soldati russi persi, ma non avrebbe ancora sottoposto la possibilità a un Vladimir Putin che invia segnali esattamente opposti. Da lontano, l’artiglieria russa ha continuato a bombardare Kherson ripetutamente,come accade ormai da settimane: 54 volte sono stati centrati ieri edifici civili. Sì, l’attesa controffensiva ucraina. Come hanno spiegato i vertici del ministero della Difesa, «non può avvenire tutto improvvisamente, fanteria, missili». E d’altro canto la guerra di resistenza non si è fermata un giorno. Ma il primo elemento che — nonostante le rivelazioni finite su Telegram — ha fatto comprendere che la controspinta fosse già in atto nella seconda metà di aprile, è il numero di depositi di armi russe centrati dall’artiglieria avversaria: 400 solo negli ultimi giorni. L’analista politico Mykola Davydiuk, star di Youtube, proveniente dalla scuola politica dell’ex presidente georgiano (e governatore di Odessa) Mikheil Saak’ashvilii, ha affermato: «La controffensiva è iniziata in diverse direzioni». L’Est resta un luogo di lotta disperata. A Bakhmut, dove la pioggia e il fango hanno rallentato gli spostamenti di fanteria, i russi si sono assestati attorno alla stazione ferroviaria e ormai hanno preso possesso dei due stadi. Gli ucraini rivendicano la riconquista di «9-11 edifici » e negano le notizie avanzate dal Gruppo Wagner che nella vicina Kostjantynivka le prime reclute di casa stiano disertando: «Qui non molla nessuno ». Tra i soldati russi, fonti di Kiev, sabato ci sono stati 690 morti nelle varie battaglie lungo i mille chilometri di fronte, e solo Bakhmut se n’è portati via una quota importante. Sono stati 300.000 i coscritti costretti alla guerra dalla prima chiamata di Putin. La nuova richiesta di volontari vuole aggiungerne 400.000 da qui all’estate, senza svuotare nuovamente le colonie penali russe. Servono per rinfoltire un fronte Sud che ieri ha aperto, sulle rive del grande fiume, una sorprendente crepa. L’Armata, non a caso, ha appena varato una nuova forza operativa nell’area: il Gruppo di forze Dnepr.
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