Russia, difficile trovare soldati assassini Cronaca di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 23 aprile 2023 Pagina: 12 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «“Sii un uomo”: così la Russia cerca di attirare nuove reclute Peskov jr nei ranghi di Wagner»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 23/04/2023, a pag.12, la cronaca di Rosalba Castelletti dal titolo " “Sii un uomo”: così la Russia cerca di attirare nuove reclute Peskov jr nei ranghi di Wagner".
Rosalba Castelletti
MOSCA — Non bastavano i poster che oramai tappezzano ogni angolo delle città russe col numero verde “117” e lo slogan “La nostra professione è difendere la madrepatria”. E neppure i chioschi o i giovani che distribuiscono volantini ai crocicchi. Per promuovere ilsluzhba po kontraktu , il “servizio a contratto” nell’esercito, il ministero della Difesa russo ha lanciato un video che fa leva sulla presunta vera mascolinità dell’uomo russo. I protagonisti sono tre: una guardia giurata in un supermercato, un istruttore in palestra e un tassista. Tutti apparentemente disillusi dalla loro vita civile. A ciascuno una domanda: «È davvero questo il tipo di difensore che volevi diventare?», «È davvero questa la tua forza?», «È davvero questa la strada che volevi scegliere?». I tre si trasformano di colpo in soldati con la famigerata “Z” legata alle forze russe in Ucraina sull’uniforme, mentre compare lo slogan «Sei un uomo. Sii un uomo» e la promessa di uno stipendio mensile di 204mila rubli, circa 2.200 euro, quattro volte la media russa. Fa tutto parte di una martellante offensiva delle autorità per reclutare sempre più soldati da mandare a combattere in Ucraina, mentre la scorsa settimana Putin ha siglato la “legge sulla coscrizione elettronica” che obbliga i cittadini a controllare autonomamente se è stata inviata loro la “cartolina digitale” e limita i diritti dei renitenti alla leva, tra cui la possibilità di lasciare il Paese, guidare o aprire una partita Iva. Della nuova campagna di reclutamento parlano le tv e scrivono i giornali. La pubblicizzano persino le vetrine della capitale Mosca, finora una bolla. Ne sono pieni anche i social network. Su VKontante, il “Facebook russo”, secondo Novaja Gazeta , il numero di inserzioni dell’esercito è settuplicato rispetto all’estate: da febbraio ne sono apparse 75mila. L’obiettivo è evitare una seconda mobilitazione dopo che l’impopolare prima ondata indetta da Vladimir Putin lo scorso settembre per richiamare 300mila riservisti aveva provocato un calo dei suoi indici di popolarità. «Al Cremlino non si parla di una nuova chiamata», ha ribadito venerdì Dmitrij Peskov. E perché non si metta in discussione il senso del dovere della sua casata, lo stesso portavoce di Putin ha mandato al fronte nei ranghi di Wagner uno dei suoi figli: Nikolaj Choles che, nato dal suo primo matrimonio, porta il cognome del patrigno britannico ed è pronipote del generale sovietico Semion Budionnyj. Il primo a darne notizia è stato lo stesso fondatore di Wagner, Evgenij Prigozhin: «Di tutti i miei conoscenti soltanto una persona, Dmitrij Peskov, un tempo ritenuto un liberale totale, ha mandato il figlio a combattere… Ha servito come chiunque altro. Solo un semplice artigliere, immerso fino alle ginocchia nel fango e nella merda, su un Uragan». La ha poi rilanciata con tanto di foto il corrispondente militare di Rt ,Roman Kosarev. E la ha infine confermata lo stesso Nikolaj in un’intervista con Komsomolskaja Pravda , dicendo di aver ricevuto la medaglia “Per il coraggio” e di aver soltanto adempiuto il suo dovere. Lo scorso settembre, quando la mobilitazione era appena iniziata, un collaboratore di Navalnyj lo aveva chiamato fingendosi un impiegato di un ufficio di reclutamento. Choles aveva risposto di essere «un Peskov» e che avrebbe difeso la patria «a un livello diverso». Perciò adesso in molti, come il giornalista indipendente Dmitrij Kolezev, sospettano che si tratti di un’operazione d’immagine. In questo modo, Peskov Sr. ripulisce la sua reputazione di «liberale totale» e Peskov jr. il suo passato di giovane scapestrato e viziato: non soltanto la sua risposta alla telefonata del team di Navalnyj, ma anche i dieci anni trascorsi nel Regno Unito, di cui uno dietro le sbarre per aggressione e rapina, nonché l’accusa di aver picchiato la nonna, figlia di Budionnyj. Ci guadagna anche Wagner. «Volevo aggiungere una cosa...», dice Choles a Komsomolskaja Pravda a fine intervista. «Di recente, nelle notizie, vediamo che Wagner si oppone al ministero della Difesa. Non è assolutamente così. Dicono sciocchezze. Eravamo tutti un’unica cosa lì».
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