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La Stampa Rassegna Stampa
20.04.2023 Putin si impadronisce dell'Onu
Commento di Anna Zafesova

Testata: La Stampa
Data: 20 aprile 2023
Pagina: 17
Autore: Anna Zafesova
Titolo: «Se il regime dittatoriale di Putin sale in cattedra alle Nazioni Unite»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/04/2023, a pag.17 con il titolo "Se il regime dittatoriale di Putin sale in cattedra alle Nazioni Unite" il commento di Anna Zafesova.

Anna Zafesova | ISPI
Anna Zafesova

Is Today's Russia a Relic of the Past? | Perspectives on History | AHA

Probabilmente sono in tanti al Palazzo di Vetro a contare i giorni che restano alla fine di aprile, ma intanto il paradosso della presidenza della Federazione Russa al Consiglio di Sicurezza dell'Onu continua. Un mese che molti commentatori e diplomatici definiscono come il più conflittuale e surreale della storia della diplomazia delle Nazioni Unite, tra argomenti divisivi, discorsi polemici e delegazioni occidentali che abbandonano le aule dove i relatori russi predicano la loro visione del mondo. L'apice del turno del Cremlino alla guida del Consiglio di Sicurezza si toccherà la settimana prossima, quando il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov arriverà a New York per presiedere in persona due incontri, e promuovere la sua versione della diplomazia in un dibattito sul Medio Oriente e sul "mondo multipolare", nel quale anche le dittature dovrebbero avere pari diritti internazionali. Una tesi che il ministro incarnerà già con la sua presenza: l'organismo internazionale supremo delle Nazioni Unite che verrà presieduto dall'emissario di un capo di Stato incriminato dal Tribunale penale internazionale, fondato proprio dall'Onu. Il 24-25 aprile Lavrov dovrà presiedere due sessioni al Palazzo di Vetro, una dedicata al Medio Oriente e un'altra al «multilateralismo necessario per rispettare i principi della Carta delle Nazioni Unite». Il ministro russo incontrerà inoltre il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres, per discutere la proroga dell'accordo sul grano, che Mosca minaccia con regolarità di far saltare. Formalmente la presidenza del Consiglio di Sicurezza è puramente procedurale, e passa ai suoi 15 componenti a rotazione, in ordine alfabetico. Ma è ovvio che la Russia - esclusa o sospesa da numerose organizzazioni internazionali dopo l'invasione dell'Ucraina - stia approfittando della visibilità che la tribuna del Palazzo di Vetro offre, soprattutto rispetto al mondo extraoccidentale. Lavrov si presenta all'Onu - dopo essere riuscito grazie all'occasione di ottenere visti d'ingresso negli Stati Uniti per la maggior parte della sua numerosa delegazione - a ribadire che «gli Usa possono ingannare in qualunque momento», e che «l'Occidente collettivo» verrà spodestato da un «nuovo ordine storico». Il Cremlino negli ultimi mesi fa spesso ricorso a una retorica anticoloniale che ritiene possa piacere alla Cina, all'India e ad altri Paesi asiatici, africani e sudamericani, presentando l'invasione dell'Ucraina come una sfida all'ordine mondiale imposto da americani ed europei. Il capo della diplomazia russa ha appena concluso un tour sudamericano che l'ha portato in Venezuela, Nicaragua e a Cuba - tre alleati storici di Mosca - e in Brasile, dove ha cercato di arruolare nel fronte dei "non allineati" anche il presidente Lula da Silva, il quale però è stato costretto (dopo una pioggia di critiche internazionali) a rivedere le sue dichiarazioni contro gli aiuti militari all'Ucraina fatte a fianco del ministro. Per quanto limitato fondamentalmente alle capitali alleate con Mosca, il tour di Lavrov comunque è un upgrade rispetto alle sue destinazioni dell'ultimo anno, durante il quale il capo della diplomazia russa è risultato sgradito praticamente ovunque, ridotto a incontrare leader di dittature africane e delegazioni di taleban, oppure costretto in eventi multilaterali a parlare davanti ad aule semideserte, abbandonate dai diplomatici dei Paesi democratici in segno di protesta. Probabilmente la scena si ripeterà anche nei prossimi giorni, soprattutto all'incontro che Lavrov dovrà presiedere, dove si parlerà inevitabilmente di Ucraina. I diplomatici di Kyiv si stanno già preparando a dare battaglia, anche se forse la soluzione più scontata potrebbe essere quella di uscire dall'aula, come era già successo al primo degli eventi organizzato sotto la presidenza russa, che ha imposto la relazione di Maria Lvova-Belova, la commissaria per i dirittti dei bambini coimputata insieme a Putin per la deportazione dei minorenni ucraini in Russia. Sarebbe stato difficile scegliere un argomento meno appropriato, considerati gli almeno 19.500 bambini e ragazzi che l'ambasciatore ucraino all'Onu Serhiy Kyslytsya denuncia sono stati trattenuti forzatamente dalle truppe russe. Ma la diplomazia di Mosca ormai da mesi non cerca compromesso e dialogo, ma semmai lancia sfide, per poter offrire ai media di propaganda del Cremlino l'immagine di una Russia che affronta coraggiosamente l'Occidente. Una visione che trasforma il Palazzo di Vetro non in una sede di una discussione diplomatica, ma di uno scambio di polemiche, accuse e boicottaggi, con i rappresentanti russi che insistono a presentare la loro versione degli eventi e quelli del resto del mondo che protestano, lasciano l'aula oppure ostentano indifferenza.

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