Parole sagge su Islam e Democrazia Emma Bonino informa correttamente in una intervista seria e documentata
Testata: Libero Data: 01 maggio 2003 Pagina: 11 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Parla Emma Bonino»
PARLA EMMA BONINO: NEL MONDO ARABO LA GUERRA ALL'IRAQ HA PORTATO VENTO DI CAMBIAMENTO E DESIDERIO DI DEMOCRAZIA- LIBERO 1 MAGGIO 2003 PAGINA 11
La guerra all'Iraq sta cambiando le cose nel mondo arabo e adesso è forte il desiderio di democrazia. Lo sostiene Emma Bonino in questa intervista per "libero" rilasciata dallo Yemen dove si trova come osservatore Onu per le elezioni politiche. Secondo la Bonino con la nomina di Abu Mazen presto anche i palestinesi si adegueranno a vivere accanto ad Israele senza terrorismo.
Lei da oltre un anno studia l¹arabo al Cairo e valorizza la stampa araba. Che idea si è fatta delle tensioni di quell¹area?
Al punto attuale la caduta del regime di Saddam Hussein, apre la strada ad un periodo che potrebbe essere di profondo rinnovamento per tutta l¹area e che passa per una sostanziale riforma dei meccanismi politico-istituzionali. Questa necessità è avvertita con chiarezza tanto dai governanti arabi, quanto dai commentatori delle varie testate, anche di quelle più anti-americane e vari segnali in tal senso vi sono stati in questi ultimi mesi. Per esempio, qui nello Yemen dove mi trovo con una delegazione dello Undp, si voterà il 27 aprile per eleggere il Parlamento per la terza volta dal ¹93. Lo Yemen è uno dei pochi paesi arabi in cui le donne, che in questo caso rappresentano il 40% del corpo elettorale, godono dei diritti politici attivi e passivi. Una quindicina di loro sono addirittura candidate. Non è certamente un caso che della delegazione fanno parte giordani e palestinesi venuti ad imparare come si organizzano elezioni democratiche. Questo perché in Giordania Re Abdallah ha convocato nuove consultazioni elettorali e in Palestina la nomina del governo di Abu Mazen necessariamente condurrà ad elezioni. Parlerei di una nuova aria che si respira in tutto il mondo arabo, anche se siamo ancora lontani dalla soluzione del problema, che non è quello dell¹integralismo religioso o dello scontro tra civiltà ma quello della non democraticità di questi regimi. Noi radicali intendiamo sostenere tutti gli sforzi che vengono compiuti verso una riforma in senso democratico.
Esiste quindi la possibilità di democratizzare il Medio Oriente e in genere gli Stati arabi?
Esiste la possibilità concreta che il Medio Oriente si avvii verso un processo di democratizzazione che sarà lungo e non privo di ostacoli. Il contributo che possiamo dare noi occidentali da questo punto di vista è quello di assistere questi paesi in questo processo e di sostenerne gli sforzi. Per questa ragione credo sia improprio parlare di ³esportazione² della democrazia. Per molti anni noi europei, insieme agli americani, abbiamo commesso l¹errore di considerare questi paesi solo come risorse petrolifere e quindi come garanzie per il nostro benessere e per la stabilità della nostra economia. Abbiamo ignorato che in paesi come questi esiste, per esempio, un Saad Ibrahim disposto ad andare in prigione solo per aver affermato la necessità di un monitoraggio delle elezioni in Egitto. Come lui esistono altri intellettuali e gruppi laici e democratici che sostengono l¹esigenza di democrazia e che per questo rappresentano il vero pericolo sia per i regimi che per gli integralisti islamici il cui obiettivo comune risiede nella repressione della popolazione.
Perché ancora oggi odiano Israele e la Lega Araba a Damasco rinnova i boicottaggi?
Negli ultimi tempi mi pare ci sia un ripensamento per quanto riguarda Israele da parte dell¹establishment dei vari paesi arabi e credo anche che molto spesso la questione israelo-palestinese abbia rappresentato una sorta di alibi per i regimi arabi e questo per due ragioni. Da un lato se ne sono serviti per distogliere l¹attenzione dell¹opinione pubblica da quelli che sono i problemi di politica interna dei vari paesi e dall¹altro i leader arabi ne hanno fatto l¹elemento destabilizzatore di cui si sono fatti scudo per negare determinate riforme.
Che cosa ha cambiato la guerra in Iraq?
Ha contribuito a mio avviso ad aprire la strada a quel periodo di potenziale rinnovamento di cui parlavo prima anche se noi radicali, e con noi circa ventottomila cittadini di tutto il mondo, ritenevamo possibile arrivare a determinare il crollo del regime di Saddam percorrendo la via della politica anziché quella della forza.
Nel progetto di Organizzazione Mondiale delle Democrazie come si inserisce il mondo arabo secondo i progetti del suo partito?
Riveste evidentemente una grande importanza e sarebbe miope da parte nostra ignorarlo o non approfondirne la conoscenza e quindi la comprensione. E quello che, nel mio piccolo, cerco di fare, mentre non posso che constatare amaramente che l¹Unione europea, i paesi membri, non sembrano aver capito questa potenzialità per una presunta ³realpolitik² che non solo frustra le aspirazioni dei molti ³democratici² arabi, ma che contribuisce di fatto a far prosperare i fondamentalisti.
Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione di Libero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.