Putin vuole indebolire la Ue Commento di Federico Donelli
Testata: La Repubblica Data: 16 aprile 2023 Pagina: 10 Autore: Federico Donelli Titolo: «Così Putin vuole indebolire la Ue e controllare il Mar Rosso»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/04/2023, a pag. 10, con il titolo "Così Putin vuole indebolire la Ue e controllare il Mar Rosso", l'analisi di Federico Donelli.
Federico Donelli
Vladimir Putin
Il Sudan, come altri stati africani (Burkina Faso, Mali, Repubblica Centrafricana) è da anni un terreno della competizione globale. Dalle monarchie del Golfo alla Cina passando per la Turchia, un numero crescente di attori esterni ha aumentato l’influenza nel Paese intervenendo e indirizzando il processo di transizione politica. Chi ha investito di più politicamente negli ultimi due anni è stata la Russia. Mosca considera il Sudan un Paese geo-strategicamente chiave per la propria rinnovata strategia verso l’Africa. Dopo l’invasione dell’Ucraina la Russia mira ad aprire un fronte di crisi a Sud dell’Europa e lo fa attraverso azioni volte a destabilizzare diversi contesti africani. Il Sudan, incastrato tra il Sahel e il Corno d’Africa, regioni fondamentali per gli interessi europei (migranti, energia, terrorismo e risorse), è da diversi anni un obiettivo di Vladimir Putin. Agli occhi di Mosca il Sudan significa innanzitutto l’apertura di una base militare a Port Sudan. Il progetto, la cui realizzazione è stata promessa dall’ex presidente al-Bashir e che è stato rilanciato nell’ambito della recente visita di Lavrov, consentirebbe a Mosca di acquisire una posizione di controllo sul Mar Rosso, di proiettarsi verso il Mediterraneo e, soprattutto, l’Oceano Indiano. Negli ultimi dodici mesi, Mosca ha formalmente adottato una politica d’equilibrio tra la Saf guidata dal General al-Burhan e le truppe paramilitari (Rsf) di Hemeti. Sottotraccia, però, la Russia ha rafforzato i rapporti con il comandante del Rsf sfruttando il proprio braccio armato in Africa: il gruppo Wagner. La partnership tra Mosca ed Hemeti si gioca su diversi piani e coinvolge settori chiave e questioni regionali. Innanzitutto, le ricche miniere d’oro sudanesi. Alcune società minerarie riconducibili a Mikhail Potepkin e alla Meroe Gold, una sussidiaria del gruppo Wagner, operano con aziende appartenenti agli asset economici delle Rsf come Aswar Multi Activities. La convergenza di interessi tra Hemeti e Mosca riguarda poi altre dinamiche regionali. Il gruppo Wagner e le Rsf stanno cercando di destabilizzare il Ciad e la Repubblica Centrafricana. In tale quadro a rendersi palese è il fallimento delle scelte occidentali. Il sostegno alla società civile e all’ex Primo Ministro Hamdok, infatti, avrebbe dovuto essere accompagnato da un maggiore coinvolgimento degli apparati di sicurezza per promuoverne la graduale istituzionalizzazione. La scelta di marginalizzarli ha aperto alla Russia e contribuito a rigettare il Sudan nel caos.
Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante