Una ministra tedesca in gamba Cronaca di Tonia Mastrobuoni
Testata: La Repubblica Data: 15 aprile 2023 Pagina: 14 Autore: Tonia Mastrobuoni Titolo: «Taiwan, Kiev e uiguri: Baerbock striglia la Cina»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 15/04/2023, a pag. 14, con il titolo "Taiwan, Kiev e uiguri: Baerbock striglia la Cina", l'analisi di Tonia Mastrobuoni.
Tonia Mastrobuoni
Annalena Baerbock
BERLINO — È raro che volino scintille come tra la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock e il suo omologo cinese Qin Gang. La leader verde, in missione in Cina, ha offerto ieri un controcanto potente a Emmanuel Macron – e anche al suo cancelliere Olaf Scholz. Baerbock ha criticato aspramente la persecuzione degli uiguri e le violazioni dei diritti umani, ha avvertito Pechino che l’invasione di Taiwan sarebbe inaccettabile, ha espresso irritazione per l’ambiguità cinese sull’Ucraina, e si è lamentata del difficile accesso per le aziende tedesche al mercato cinese. La reazione di Qin è stata altrettanto esplicita. Quando Baerbock ha invitato la Cina a non usare la forza per conquistare l’obiettivo dichiarato di una supremazia mondiale, il suo omologo ha replicato che «ciò di cui la Cina non ha assolutamente bisogno sono i maestrini dell’Occidente ». Il cinese è andato anche oltre, formulando quasi una minaccia mascherata da un invito alla prudenza «per evitare tragedie storiche». Su Taiwan, Baerbock è tornata ad ammonire Pechino a risolvere ogni conflitto «in modo pacifico». Il suo omologo è stato netto: non si immischi. La Germania, in realtà, accetta la politica della “Cina unica”. Ma non riconoscere diplomaticamente Taiwan non significa che l’Europa non abbia con Taipei importanti interessi commerciali che non vuole siano messi a rischio dai venti diguerra. Berlino è preoccupata anche per il ruolo ambivalente di Xi Jinping nel conflitto in Ucraina e per le voci su armi che Pechino potrebbe fornire alla Russia. Baerbock ha chiesto dunque a Qin un impegno maggiore: «E sinceramente mi chiedo perché il posizionamento cinese non includa fino ad oggi un’invito alla Russia a terminare la guerra ». Ma sull’Ucraina Qin non ha concesso nulla. Ha solo garantito che Pechino non fornirà armi ad «alcuna delle parti coinvolte nel conflitto». Anche i riferimenti di Baerbock alla persecuzione degli uiguri e alle violazioni dei diritti umani non sono piaciuti al suo omologo: «Non ci sono standard unitari» nel mondo, ha replicato. «Sì che ci sono», lo ha corretto la ministra. Altro momento di gelo che ha contribuito, con il resto della conferenza stampa, a ripristinare almeno l’idea di un’Europa non equidistante tra Usa e Cina. Soprattutto, non indifferente verso il destino di Taiwan.
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