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Il Foglio Rassegna Stampa
12.04.2023 Caos al Pentagono: gli Usa abbandonano l’Ucraina?
Analisi di Cecilia Sala

Testata: Il Foglio
Data: 12 aprile 2023
Pagina: 1
Autore: Cecilia Sala
Titolo: «Il leak più pericoloso»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 12/04/2023, a pag.1, con il titolo "Il leak più pericoloso", l'analisi di Cecilia Sala.

Cecilia Sala (@ceciliasala) | Twitter
Cecilia Sala

U.S. Pushes to Assess Damage From Leak of Purported Files on War in Ukraine  - WSJ

Roma. Due pagine tra le quasi cento trafugate dalla “talpa” del Pentagono sono le più pericolose per Kyiv perché contengono un invito, diretto a Vladimir Putin, a un bombardamento massiccio con gli aerei tra circa tre settimane. Sappiamo da mesi che l’esercito russo è in difficoltà e ha subìto enormi perdite mentre l’aviazione russa è quasi integra, ma c’era un motivo per cui le cose stavano così: a Putin non conveniva usare tanti jet perché valgono molto e, con la contraerea ucraina in funzione, ne avrebbe persi troppi. Nei documenti del leak c’è scritto che sta per crearsi un buco in cui i cieli di Kyiv saranno indifesi: una finestra in cui le vecchie scorte per proteggersi saranno esaurite e le nuove non saranno ancora arrivate. Il documento si chiama “Bilancio consolidato della difesa aerea delle Forze ucraine”, è datato 28 febbraio, è marchiato con la scritta “top secret” ed è a uso di tutti i paesi che fanno parte dell’Alleanza atlantica. E’ un grafico temporale e fa un’analisi caso per caso (cioè sistema per sistema, con lo stock di munizioni abbinato): c’è scritto che le due contraeree occidentali Iris-T sono già fuori uso in questo momento, mentre un Nasams – il sistema americano utilizzato per proteggere la Casa Bianca – avrà finito le munizioni “intorno alla metà di aprile”. Per compensare l’uscita di scena di queste armi occidentali più precise di quelle ereditate dall’Unione sovietica arriverà il Samp/T promesso dal governo di Giorgia Meloni, ma non è sufficiente a coprire da solo tutta l’area che resta libera dopo che gli altri sistemi sono andati a riposo, e in ogni caso non sarà sul campo prima di maggio. Anche i Patriot promessi personalmente da Joe Biden a Volodymyr Zelensky a dicembre non arriveranno prima del prossimo mese, quando comunque – secondo i documenti rubati – ne entrerà in funzione solo il primo. C’è un lasso di tempo in cui bisognerà fare a meno di buona parte della copertura fornita dai sistemi occidentali, una cosa che potrebbe porre Zelensky davanti a dilemmi del tipo: proteggere i palazzi del potere e della democrazia a Kyiv oppure le infrastrutture strategiche intorno alle grandi città del paese, considerato che il Cremlino dal 10 ottobre ha inaugurato la strategia dei bombardamenti che mirano in particolare su quelle. Ma il problema più grave non è questo, è l’esaurimento delle scorte di munizioni per i sistemi più vecchi – in particolare gli S-300 e i Buk – ma molto più numerosi e che quindi, ancora adesso, sono responsabili dell’89 per cento della protezione del territorio in caso di incursioni dei bombardieri russi e della maggior parte delle tipologie di aerei caccia che possiede Mosca. Stando al documento, le munizioni per i Buk finiranno tra pochi giorni, a metà aprile, e quelle per gli S-300 intorno al 3 maggio. Il Cremlino in questo momento ha quasi cinquecento jet destinati al teatro ucraino, ma li usa con parsimonia e con timore. L’Amministrazione Biden sta trattando i documenti rubati come autentici, se anche Putin si fidasse di quello che è scritto sulle due pagine in questione, ne trarrebbe la conclusione che sta per arrivare il momento di usare i suoi aerei come non ha mai fatto finora. Secondo gli analisti, un bombardamento massiccio sulle infrastrutture in giro per il paese e sull’artiglieria usata dai soldati al fronte durante la finestra di tempo in cui l’Ucraina è sostanzialmente indifesa comporterebbe un danno permanente e potrebbe deviare il corso della guerra. I blogger militari russi vicini alla Wagner, per esempio il canale Telegram “Gray Zone”, avvertono che il leak andrebbe letto come una polpetta avvelenata per portare Mosca a compiere una mossa suicida, ma il loro potrebbe essere puro stile paranoico. Anche considerando – com’è probabile – che il documento sia autentico e meticoloso, è possibile che dalla data in cui è stato redatto alla fine di febbraio gli alleati di Kyiv abbiano trovato delle soluzioni per tappare il buco e abbiano anticipato delle consegne di munizioni. Il documento poi contiene un modello predittivo che fa inevitabilmente affidamento sulle stime, per esempio – per determinare quando l’Ucraina esaurirà le scorte per gli S-300 – considera il dato medio di utilizzo di quel tipo di missili ogni mese, ma Kyiv potrebbe averne ridotto il consumo per evitare di rimanere a secco tra poche settimane. E’ impossibile sapere con relativa certezza se gli ucraini e soprattutto i loro alleati siano corsi ai ripari rispetto al vulnus gravissimo nelle difese aeree che emerge dal grafico rubato, ma di sicuro questo leak ha fatto apparire Kyiv e chi la sostiene più deboli. E ha avvisato Mosca del fatto che l’intelligence americana è in grado di scoprire in anticipo i luoghi che Putin intende bombardare, così avvisa Kyiv e le permette di spostare la contraerea lì dove serve. Questo tipo di vantaggio è indispensabile per farsi bastare il numero di sistemi di difesa disponibili ma, ora che i russi lo conoscono, non è più scontato.

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