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La Repubblica Rassegna Stampa
11.04.2023 Zelensky deve cambiare i piani
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 11 aprile 2023
Pagina: 4
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Ecco i nuovi file rubati agli Usa. E Kiev ora deve cambiare piani»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 11/04/2023, a pag. 4, con il titolo "Ecco i nuovi file rubati agli Usa. E Kiev ora deve cambiare piani" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

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NEW YORK — Gli ucraini stanno riconsiderando i piani per la controffensiva di primavera, dopo la pubblicazione dei documenti segreti americani sulla guerra. Kiev in realtà ha smentito questa notizia data dallaCnn ,ma il solo fatto che se ne parli, però, dimostra la gravità della fuga di informazioni, che forse finora non ha avuto le dimensioni dei casi WikiLeaks e Snowden in termini di quantità, ma li ha superati in termini di qualità, per il valore e l’impatto immediato dei rapporti pubblicati. Messe in fila, le rivelazioni delle circa 100 pagine uscite finora sono impressionanti. A quanto si è capito, venivano dal dossier J2 prodotto dalla comunità dell’intelligence per gli Stati Maggiori delle forze armate. Qualcuno, probabilmente una talpa interna, lo ha fotografato e messo su vari social come 4Chan, Twitter, Telegram. I rapporti non contengono i piani per la controffensiva che il presidente Zelensky dovrebbe ordinare a giorni, ma spiegano come la coalizione sta aiutando l’Ucraina a prepararsi. Incluso l’intenso dibattito in Corea del Sud, per il progetto segreto di fornire 330.000 munizioni di artiglieria a Kiev nel giro di poche settimane. Il problema degli armamenti è quello più serio. In particolare i documenti denunciano che lacontraerea è debole, e se non verrà rinforzata presto corre il rischio di collassare. In più indicano dove andrebbe potenziata, offrendo così suggerimenti sui potenziali obiettivi da colpire. Considerando la netta sproporzione di caccia, bombardieri e missili a favore della Russia, sulla base di queste informazioni Mosca potrebbe cambiare strategia e mobilitare in modo più massiccio l’aviazione, per mettere in ginocchio le difese già provate dei nemici. La notizia più preoccupante, per le sue possibili implicazioni, è quella dell’abbattimento sfiorato di un aereo spia britannico sopra ai cieli della Crimea. L’episodio è avvenuto il 29 settembre scorso, quando un RC-135 Rivet Joint stava volando vicino le coste della penisola occupata nel 2014 dal Cremlino. Due Su-27 si sono avvicinati alla pericolosa distanza di 15 piedi, pochi metri, e uno di loro ha persino sganciato un missile. Londra è arrivata alla conclusione che il lancio è avvenuto per un errore tecnico, ma ciò conforta fino ad un certo punto, perché dimostra il rischio creato anche da semplici sbagli della tecnologia o degli esseri umani. Secondo l’articolo 5 della Nato, un attacco contro un paese membro è un attacco contro tutti, ed impone l’obbligo di una risposta comune. Quindi se il Rivet Joint fosse stato abbattuto, il mondo avrebbe corso il rischio di uno scontro diretto tra l’Alleanza Atlantica e la Russia. I documenti analizzano come Putin potrebbe reagire alle difficoltà militari in cui si trova. Rivelano ad esempio che Mosca ha ordinato agli hacker di penetrare la rete del gas canadese, restando appostati per lanciare attacchi cibernetici allo scopo di paralizzarla. Quanto al futuro della guerra, il Pentagono pensa che la situazione bellica dell’Ucraina sia peggiore di quanto non ammetta il suo governo. Guadagnare terreno con la controffensiva costerà un caro prezzo, e nella migliore delle ipotesi porterà ad uno stallo del fronte che durerà tutto l’anno. Queste rivelazioni, secondo laCnn ,stanno spingendo Kiev a rivedere i piani. Non per cancellare l’attacco, ma per adeguarlo alla nuova realtà creata da queste rivelazioni. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente, ha smentito, perché «gli obiettivi strategici sono stabiliti e non cambiano. Quelli tattici invece vengono aggiornati quasi quotidianamente, e i piani per la controffensiva non sono ancora definiti». Può darsi che sia così, ma il danno è comunque evidente. Tanto per le informazioni militari regalate ai russi,quanto per le spaccature che possono provocare con alleati tipo la Corea del Sud o Israele, visto che secondo i rapporti dell’intelligence Usa il Mossad avrebbe incoraggiato le proteste contro il premier Netanyahu per la sua riforma della giustizia. Pentagono e dipartimento alla Giustizia sono alla caccia della talpa, che avrebbe lasciato tracce, come le riviste di caccia su cui aveva posato le carte fotografate. Prima di tutto per evitare che arrivino altre rivelazioni, ma anche per cercare di capire chi ha trafugato i rapporti, perché, e su ordine di chi.

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