Gerusalemme, arresti ad Al Aqsa Cronaca di Rossella Tercatin
Testata: La Repubblica Data: 06 aprile 2023 Pagina: 11 Autore: Rossella Tercatin Titolo: «Israele, nuovi scontri nella mosche di Al-Aqsa nel giorno della Pasqua ebraica»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 06/04/2023, a pag. 11, con il titolo "Israele, nuovi scontri nella mosche di Al-Aqsa nel giorno della Pasqua ebraica" la cronaca di Rossella Tercatin.
Rossella Tercatin
GERUSALEMME – Ore di tensione in Medio Oriente, dove nel bel mezzo del Ramadan, il mese sacro dell’Islam, e a poche ore dall’inizio di Pesach, la Pasqua ebraica, si registrano scontri sulla Spianata delle Moschee, razzi sparati da Gaza verso il territorio israeliano e raid aerei contro obiettivi di Hamas. Tutto comincia nella notte tra martedì e mercoledì, quando alcune centinaia di fedeli musulmani si asserragliano nella moschea di Al-Aqsa al termine delle preghiere. Nelle ore precedenti, Hamas che controlla Gaza aveva lanciato un appello all’azione paventando il rischio che fedeli ebrei accedessero all’area per realizzare il sacrificio pasquale per celebrare Pesach. In tarda serata di mercoledì, nuovi scontri all'interno della moschea tra la polizia israeliana e i palestinesi. Gli agenti sono entrati nella moschea e hanno cercato di far uscire i fedeli, usando granate stordenti e sparando proiettili di gomma. Secondo testimoni, i fedeli hanno lanciato oggetti contro la polizia. Sei persone sarebbero ferite. La Spianata delle Moschee sorge sul luogo in cui si trovava il Tempio sacro di Gerusalemme ed è un luogo santo per entrambe le religioni. Secondo quello che è noto come “lo status quo,” i non musulmani hanno la possibilità di visitare il sito, ma non di pregare o di celebrare rituali religiosi. Negli ultimi anni, un numero crescente di ebrei, in prevalenza tra i gruppi religiosi nazionalisti di ultra-destra, hanno cominciato a richiedere di cambiare lo status quo, una richiesta che non solo tra i palestinesi ma nell’intero mondo arabo è considerata una linea rossa da non superare. Tra coloro che premono per un cambiamento delle regole ci sono vari esponenti dell’attuale governo, incluso il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir, la cui visita al sito in gennaio ha suscitato condanne da tutto il mondo, nonostante il primo Ministro Benjamin Netanyahu abbia più volte garantito che l’esecutivo si impegna a preservare lo status quo. Nei giorni scorsi alcuni rabbini hanno inviato una lettera aperta al governo per chiedere il permesso di celebrare il sacrificio, e una rappresentazione del rituale è stata realizzata da un gruppo di attivisti vicino alla Porta dell’Immondizia in Città Vecchia, a poche centinaia di metri dal Monte del Tempio. Negli ultimi anni inoltre, il numero di visitatori ebrei alla Spianata si è moltiplicato, passando da poche centinaia a decine di migliaia all’anno. Visite considerate da molti musulmani come offensive e spesso descritte da leader e media arabi come attacchi ad Al Aqsa. Secondo quanto dichiarato dalla polizia israeliana, gli agenti sono stati costretti a intervenire per sgombrare il gruppo asserragliato nella moschea. "Questi istigatori hanno barricato la moschea ore dopo la preghiera serale causando problemi di ordine pubblico," ha affermato la polizia in un comunicato. “Dopo molti e prolungati tentativi di dialogo per convincerli a uscire, gli agenti sono stati costretti a entrare nel complesso per consentire la preghiera dell’alba”. Nell’azione si sono sviluppati scontri violenti, con la polizia che ha usato granate stordenti e gli agenti che sono stati colpiti da pietre e altri oggetti. Alla fine i palestinesi arrestati sono 350, con una decina di feriti. L’azione delle forze dell’ordine israeliane è stata condannata dall’Autorità palestinese e da altri leader nel mondo arabo, compresi Egitto, Turchia e Arabia Saudita e Giordania che ha chiesto una riunione urgente della Lega Araba. “Mettiamo in guardia l'occupazione dal calpestare le linee rosse nei luoghi sacri, che potrebbero portare a una grave esplosione della situazione”, ha detto Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas. La Lega araba ha affermato invece che "l’approccio estremista che controlla la politica del governo israeliano rischia di portare a scontri con i palestinesi”. Nella notte intanto, 16 razzi sono stati sparati da Gaza verso il sud di Israele, con l’aviazione israeliana che in risposta ha colpito una fabbrica di armi e altri obiettivi legati ad Hamas. Nel maggio 2021, proprio gli scontri intorno ad Al Aqsa durante il Ramadan rappresentarono il preludio a undici giorni di conflitto fra Israele e Hamas. Se finora la festività musulmana è trascorsa in modo relativamente tranquillo, l’allerta per una possibile escalation rimane alta.
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