Un rabbino decorato in guerra Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 04 aprile 2023 Pagina: 12 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Un rabbino decorato in guerra»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 04/04/2023, il commento di Roberto Giardina dal titolo "Un rabbino decorato in guerra".
Roberto Giardina
Martin Salomonski
Il rabbino tedesco Martin Salomonski si arruolò volontario all´inizio della prima guerra mondiale, nel 1914, per assistere i soldati ebrei, feriti, moribondi, fu decorato con la Croce di ferro nel 1917, e nell´ottobre del 1944 venne gasato dai nazisti a Auschwitz. La sua storia spiega perché migliaia di ebrei si ingannarono sul nazismo, alcuni fuggirono all´estero, molti altri rimasero, anche se avevano letto il Mein Kampf. Erano parole, Hitler non poteva avercela con loro, erano bravi tedeschi, integrati, patrioti, si erano battuti con valore. E rimasero in Germania, finché fu troppo tardi.. Per la prima volta, nella Grande Guerra, ebrei combatterono contro ebrei, con la divisa francese o tedesca, ebrei austriaci contro ebrei italiani. In 96mila furono chiamati alle armi in Germania, dodicimila circa caddero in battaglia, non si hanno cifre precise sui feriti, probabilmente furono più di trentamila. In diecimila si presentarono come volontari nei primi giorni dopo la dichiarazione di guerra. Tra loro il rabbino Martin Salomonski, voleva servire per la patria tedesca. Il Kaiser Guglielmo II aveva proclamato: in battaglia non conosco i partiti politici, e le diverse religioni, cristiani ebrei sono tutti tedeschi. Nelle sinagoghe si pregava per il Kaiser e per la vittoria. Nella guerra del 1870, quella voluta da Bismarck contro la Francia di Napoleone III, solo quattro giovani del Seminario giudaico teologico, si presentarono come volontari. In Germania gli ebrei avevano una cattiva reputazione, non sapevano e non volevano combattere, erano degli imboscati. Pregiudizi senza fondamento. La partecipazione entusiastica degli ebrei al conflitto nel settembre del 1914 era una novità storica, a cui si diede poco risalto, nonostante gli atti di eroismo compiuti. L´ebreo Walter Frank era un asso dell´aria a fianco del Barone Rosso, e fu decorato con la medaglia Pour le Mérite. I nazisti poi cancellarono il ricordo dell´onorificenza dalla sua lapide. Con la costituzione del 1871 erano stati riconosciuti tutti i diritti ai cittadini ebrei. Potevano arruolarsi ma come soldati semplici, non vennero mai promossi, fin quando in guerra le forti perdite tra gli ufficiali costrinsero l´Alto Comando a concedere i gradi anche agli ebrei. L´Impero Austro-Ungarico fu più aperto, e alcuni ebrei divennero generali. Martin Salomonski aveva studiato a Berlino filologia orientale e filosofia, racconta la Berliner Zeitung, nel 1908 aveva superato l´esame da rabbino. Tre anni dopo all´Università di Tubinga si laureò con una tesi sull´agricoltura in Palestina. Nelle prime settimane del conflitto, con articoli sulla Allgemeine Zeitung des Judentums, spiegò perché era un dovere storico degli ebrei tedeschi difendere la patria. Dovette attendere due anni prima che la sua domanda di servire sul campo come Feldrabbiner, alla pari dei cappellani militari cristiani, venisse accettata. Ì rabbini militari furono una quarantina. Nel giugno del 1916, indossò la divisa, e venne inviato sul fronte occidentale, in Francia nella regione della Somme, che fu teatro di una delle battaglie più sanguinose. Già al primo giorno fu chiamato per il funerale di un caduto ebreo. E si illuse che fosse uno degli ultimi morti in battaglia, come scrisse nel diario, la vittoria del Reich sembrava ancora imminente. Pochi giorni dopo iniziò la controffensiva dei francesi e dei britannici. Salomonski sarà in servizio senza pause, al lazzaretto, per dare conforto ai feriti, ai morenti. E non solo per i combattenti ebrei, si prodiga per tutti. Nell´autunno del 1917, sarà decorato con la Croce di ferro di seconda classe. Una vignetta antisemita, negli Anni Venti, mostra un soldato tedesco in trincea, un ebreo alle spalle sta per pugnalarlo. Il comportamento degli ebrei al fronte, non ha cancellato i pregiudizi. La Germania avrebbe vinto la guerra se non fosse stata tradita dagli ebrei. Ci crede, o finge, anche il generale Erich Ludendorff, che sostiene Hitler nel putsch fallito del novembre 2023. Hitler finirà in carcere, ma Ludendorff non viene toccato, è un eroe di guerra. Dopo la sconfitta, il rabbino Salomonski, vivrà a Berlino, anche dopo il ´33. Potrebbe mettersi in salvo, ma non vuole abbandonare la comunità, verra deportato tra gli ultimi, e morirà nel lager.
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