Arafat diceva: Aspetto che gli israeliani di distruggano da soli
Cronache israeliane di Deborah Fait
A destra: Yasser Arafat con Abu Mazen
Si avvicinano le importanti ricorrenze ebraiche di primavera. A giorni festeggeremo Pesach, il ricordo della fine della schiavitù in Egitto, Israele è intento a rendere le case kasher le Pesach, facendo scomparire ogni granello di pane lievitato, nei supermercati gli scaffali contenenti chamez (prodotti non kasher)verranno coperti con grandi lenzuoli bianchi per nasconderli alla vista. È una festività molto bella che coinvolge, come sempre nell’ebraismo, i bambini. Una settimana dopo, il 17 aprile, cadrà il giorno della commemorazione delle vittime della Shoah, Israele in lutto ricorderà i sui 6 milioni di fratelli inghiottiti dall’inferno nazifascista. Un lutto insanabile, speriamo irripetibile, che non sarebbe mai potuto accadere se avessimo avuto Israele. Infine un’altra giornata di lutto e di lacrime per ricordare i nostri soldati morti nelle guerre e i cittadini ammazzati dal terrorismo. È lo Yom haZikaron, giorno del Ricordo, istituito nel 1948 e trasformato in legge nel 1963. Per 24 ore le Tv faranno scorrere i nomi di tutti i nostri morti. Le famiglie e gli amici riempiranno i cimiteri di guerra e il paese ricorderà chi è caduto per difenderlo. Alla fine della giornata del Ricordo, alle 8 di sera, Israele scoppierà finalmente di gioia per festeggiare Yom HaAzmauth, la Giornata dell’Indipendenza, della libertà, per ricordare quel 14 maggio del 1948 che ha ridato agli ebrei il loro paese dopo 2000 anni di dolore. Dovremmo pensarci in questo periodo difficile per Israele, dovremmo renderci conto che l’unica cosa che può sempre salvarci è l’unione, è l’amore per il nostro paese, mettendo da parte ciò che ci divide. Purtroppo sognare è bello ma la realtà è diversa perché Israele è diviso e chi dovrebbe tenerlo unito non lo fa ed è un peccato oltre che una vergogna. Mentre scrivo il governo ha appena approvato l’istituzione di una Guardia Nazionale sotto la supervisione del Ministro della Sicurezza nazionale , Itamar Ben Gvir, nonostante l’opposizione della magistratura. È già stato stanziato un budget di 1 miliardo di shekel che prevede anche un aumento salariale di 3000 agenti di polizia.
Moshe Karadi, ex capo della polizia, ha detto che Netanyahu dovrebbe diffidare dal dare un tale potere a un rappresentante dell’estrema destra, paventando la possibilità che un giorno Ben Gvir possa usare il suo esercito privato per fare un colpo di stato. “Netanyahu «dovrebbe imparare un po’ di storia e vedere cosa succede nei Paesi in cui i politici hanno le proprie forze armate», ha detto Karadi, «La distanza tra questo e il fatto che lui, con questo potere, potrebbe prendere il controllo dell’ufficio del Primo Ministro e lanciare un colpo di Stato è breve».
Ma ormai purtroppo abbiamo capito che il Primo ministro ha perso la testa. Nessuno più lo riconosce, nessuno lo capisce a parte i suoi fedelissimi più pazzi di lui, sta rovinando tutta la sua carriera e la sua rispettabilità. In passato aveva sempre dimostrato di essere un leader responsabile, equilibrato, che metteva il bene del paese sopra ogni cosa. È stato un grande statista, ora si comporta come il più piccolo, stupido e inesperto dei politicanti. Qualcosa è accaduto e spero che non lo sapremo andandoci di mezzo noi cittadini di Israele, noi che amiamo questo paese. Dal 1948 sono caduti più di 25.000 ragazzi e ragazze per difenderlo e adesso lo stanno buttando via come se fosse spazzatura. Israele è finito in mano a degli irresponsabili, senza cervello, senza amore. L’unica loro ideologia è odiare gli arabi esattamente come gli arabi odiano noi ma questo ci porterà al disastro. Fino a questo momento Israele ha potuto arginare la voglia di distruggerci dei nostri nemici, agendo con durezza quando era il caso ma anche con saggezza perché il popolo non ne soffrisse troppo. Nonostante tutto, Israele era il paese più sicuro del mondo, il più moderno e progredito, democratico e libero. E lo è ancora ma fino a quando? Il pericolo è che tutto questo finisca, che il nemico ne approfitti e che si piombi nel baratro. Mi tornano in mente le parole del nostro peggior nemico, del terrorista più feroce, premiato dal mondo occidentale con il premio Nobel per la pace, Arafat. Diceva “Aspetto che gli israeliani si distruggano da soli”. Non resta che sperare che il Primo ministro ritrovi sè stesso, che salvi il paese perché solo lui può farlo ma temo che non se ne renda conto. Peccato.