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La Stampa Rassegna Stampa
01.04.2023 La parte sbagliata della storia
Commento di Elena Loewenthal

Testata: La Stampa
Data: 01 aprile 2023
Pagina: 2
Autore: Elena Loewenthal
Titolo: «La parte sbagliata della storia»

Riprendiamo da La Stampa di oggi, 01/04/2023, a pag.2, con il titolo "La parte sbagliata della storia" il commento di Elena Loewenthal

Cervo ti Strega, lunedì alla serata al femminile anche Elena Loewenthal -  Prima la Riviera
Elena Loewenthal

Chi è il nuovo Presidente del Senato, Ignazio La Russa
Presidente Ignazio La Russa
 
Presidente La Russa, lo sa come li chiamava mia nonna, i partigiani? Così scrive sul suo piccolo diario il 26 aprile del 1945 (arrivarono da lei, nei pressi della cantina dov'era nascosta insieme a sua figlia, cioè mia madre, con un giorno di ritardo. Ma meglio tardi che mai!): «I patrioti sono a Voghera! Viva l'Italia». Così, proprio così scrive mia nonna, dopo aver subito le leggi razziali del 1938, attraversato la guerra e le persecuzioni nazifasciste dal settembre del 1943: viva l'Italia! Perché mia nonna, come i partigiani che la liberarono, era una patriota: nel senso più vero e civile della parola. Per questo le sue parole di ieri su via Rasella e quei bravi ragazzi del battaglione Bozen, presidente La Russa, mi indignano molto, ma mi mettono non meno tristezza e mi destano un pizzico di illogica eppure tale pena: perché, accanirsi così con la nostalgia per la parte sbagliata della storia? Quella che ha sbagliato cosi pesantemente e poi è stata così pesantemente sconfitta? Presidente La Russa, il nazifascismo è morto per fortuna mia, di mia nonna e pure sua. Non merita nostalgie e ogni seppure larvato (il suo neanche troppo) tentativo di difesa, di giustificazione, di riserva, si schianta contro l'evidenza storica. Il fascismo è morto, presidente La Russa. Vive soltanto grazie a incongrui rimpianti e goffe prove di revisionismo. Il fascismo, come il nazismo, è morto perché i patrioti lo hanno sconfitto. Perché hanno vinto loro, cioè noi. Patrioti come mio padre – e mi scusi presidente La Russa se insisto con la mia famiglia, perché ne vado orgogliosa come italiana, della mia famiglia – che nel settembre del 1943, a 17 anni (ripeto: a 17 anni), nascose i suoi genitori in valle di Lanzo e di lì partì per la montagna come patriota, pardon partigiano, a salvare la sua, la mia e la nostra Patria. E ce l'ha fatta, sa, mio padre, ce l'ha fatta insieme a tanti altri patrioti, a salvare questa nostra patria: con le armi, ce l'ha fatta, con i suoi compagni partigiani, con il coraggio della disperazione, con l'amore per il suo e nostro Paese. Ce l'ha fatta, quel patriota di mio padre, che oggi di anni ne ha 97 e il 25 aprile scese, magro e stanco ma felice (e diciannovenne!) ad Aosta liberata. Quella, la sua, la mia, la nostra era ed è la parte giusta della storia, presidente La Russa: senza se e senza ma, e soprattutto senza pietose nostalgie e risibili revisionismi. Il fascismo è morto perché per fortuna di tutti noi quei patrioti lo hanno ucciso, il fascismo. Viva l'Italia, come direbbe mia nonna.

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