Zelensky: 'Presto l'offensiva finale' Cronaca di Daniele Raineri
Testata: La Repubblica Data: 30 marzo 2023 Pagina: 14 Autore: Daniele Raineri Titolo: «Bakhmut, ultima trincea. Zelensky si gioca tutto: “Presto l’offensiva finale”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/03/2023, a pag. 14, la cronaca di Daniele Raineri dal titolo "Bakhmut, ultima trincea. Zelensky si gioca tutto: “Presto l’offensiva finale” ".
Daniele Raineri
Volodymyr Zelensky
KRAMATORSK — Il presidente Volodymyr Zelensky invita a Kiev il leader cinese Xi Jinping, nel corso di una lunga intervista a bordo di un treno con tre giornalisti diAssociated Press. «Siamo pronti a vederlo qui. Voglio parlare con lui», dice. Ha buoni motivi per farlo. La Cina era il primo partner commerciale dell’Ucraina prima dell’invasione, aveva investito molto nelle infrastrutture e nei porti e ancora di più potrebbe essere coinvolta dopo la guerra quando arriverà il momento della ricostruzione. Inoltre Pechino in questo periodo è tentata di autorizzare l’esportazione di grandi quantitativi di armi alla Russia – Putin e Xi si sono incontrati a Mosca nove giorni fa – quindi Kiev è obbligata a fare con urgenza un po’ di controdiplomazia. Soprattutto Zelensky vuole togliere dal tavolo la questione del “piano di pace cinese”, che ormai è diventato un tema nell’opinione pubblica occidentale. Di fatto non esiste un piano di pace cinese, esiste una dichiarazione in 12 punti da parte della Cina per spiegare la propria posizione e contiene auspici vaghi come «le due parti dovrebbero essere incoraggiate al dialogo». Ma si è fatta strada l’idea che l’Ucraina stia rifiutando una proposta di pace concreta da parte della Cina e quindi invitare Xi a Kiev è un modo per scoprire il bluff: se i cinesi vogliono la pace, quali condizioni propongono? Il leader cinese e quello ucraino si sono sentiti per telefono a luglio e poi più nulla, a dispetto del fatto che Zelensky si sia dichiarato «sempre pronto a una telefonata» con Xi. Il presidente ucraino ha anche parlato della controffensiva militare contro i russi, «sarà a ridosso dell’estate» ha detto, ma è una dichiarazione che non va presa alla lettera perché Mosca e Kiev non annunciano davvero in anticipo le loro mosse. Una fonte militare che non desidera vedere pubblicato il proprio nome dice a Repubblica che i soldati ucraini stanno spostando a Est i carri armati e i mezzi blindati appena ricevuti, come i Mardar tedeschi e carri Leopard 2, ma questo non dice ancora nulla sull’imminenza o no della controffensiva – mentre nell’Est del Paese la pioggia rende il terreno fangoso. «Se Putin sente l’odore del sangue, se percepisce che siamo deboli, spingerà, spingerà ancora di più», ha detto Zelensky per spiegare perché i soldati ucraini accerchiati su tre lati da forze russe più numerose nella piccola città di Bakhmut, nel Donbass, non hanno ancora ricevuto l’ordine di ritirarsi dopo otto mesi di combattimenti a oltranza. In caso di sconfitta ci sarebbe pressione internazionale ma anche pressione dall’interno dell’Ucraina, ha aggiunto. «La nostra società si sentirebbe stanca e mi spingerebbe a stringere compromessi inaccettabili con i russi», ha ammesso, con una franchezza che non aveva mai avuto su questo argomento. Da gennaio molti esperti rimproverano al governo e ai comandanti di non spostare i soldati, per amore della potenza simbolica di Bakhmut, senza tenere in conto cosa succede sul campo di battaglia: i russi hanno preso le alture a Sud della città e hanno posizioni di vantaggio quando tirano dall’alto contro i soldati ucraini. Per molti mesi l’esercito di Kiev ha sostenuto che tenere la città permetteva di infliggere perdite altissime ai russi, in particolare ai mercenari della Wagner, ma adesso potrebbe non essere più così. Ieri c’è stata una telefonata, definita «produttiva», anche fra Zelensky e Giorgia Meloni, che – dopo la visita a Kiev di un mese fa – hanno parlato della necessità di una pace «giusta », dove giusta di solito vuol dire senza compromessi cruciali sul territorio occupato dai soldati russi. Il presidente ucraino ringrazia l’Italia per il sostegno e apprezza la Conferenza di Roma sulla ricostruzione dell’Ucraina che si terrà il 26 aprile.