Salviamo Israele
Cronache israeliane di Deborah Fait
A destra: la Corte Suprema
In questi giorni, in Israele, veniamo coinvolti da sentimenti contrastanti, passiamo dalla disperazione alla speranza. Giovedì c’è stata una grande manifestazione contro il governo Netanyahu, centina di migliaia di persone per le strade, hanno bloccato le autostrade, hanno riempito le piazze, hanno cantato e hanno gridato. Per sbloccare le strade di maggior traffico, la polizia è intervenuta con gli idranti ma non è servito a molto anche perché fa caldo quindi chi veniva bagnato non si scomponeva. Ho persino visto aprirsi qualche ombrello. Scene da piangere ma anche scene da ridere. Quello che sta succedendo sembra assurdo, Israele che è da sempre impegnato a difendersi da aggressioni esterne, ha bisogno del sostegno internazionale e purtroppo lo sta perdendo di giorno in giorno, di ora in ora. Netanyahu lo sa, nessuno dovrebbe saperlo meglio di lui eppure ha aspettato troppo prima di riprendersi la scena e dire che vuole essere il Primo ministro di tutto il popolo di Israele. Purtroppo il popolo è ormai inferocito. La domanda da fare non è cosa è successo a Israele ma cosa è successo a Benjamin Netanyahu perché quello che abbiamo visto finora non è il premier che conoscevamo ma il suo fantasma. Bibi finora era scomparso lasciando voce ad alcuni membri del governo, di cui sembra essere prigioniero, che ogni volta che aprono bocca fanno danni. Si, ogni tanto cerca di rimediare alle loro dichiarazioni ma senza molto successo. Mi riferisco a Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, i due che appena parlano creano una crisi diplomatica con qualche alleato di Israele. Abbiamo già perso il sostegno degli USA, le capitali europee che Bibi va a visitare si riempiono di manifestanti, ebrei o israeliani con le bandiere di Israele sventolanti, che inneggiano alla democrazia. Dall’altra parte vi sono le organizzazioni pro palestinesi (che vanno a nozze vedendo Israele in una simile confusione) che urlano il loro soliti slogan “ “From the river to the sea, Palestine will be free” -Dal fiume al mare la Palestina sarà libera-. A questo dobbiamo aggiungere il ruolo dell’opposizione che soffia sul fuoco, che mette in giro voci false tipo quella dell’abrogazione della legge sull’aborto. Si sa che l’opposizione fa il suo lavoro di demolizione della classe dirigente ma è comunque dovere del capo del governo in carica di spegnere i bollenti spiriti dei suoi ministri che sembrano tutti felici di alienarci le poche simpatie internazionali che avevamo. A lungo andare anche queste manifestazioni che bloccano il paese, le scuole, il lavoro, l’esercito porteranno il paese alla rovina. La speranza è che Bibi ritorni in sé e che Israele riprenda il suo ruolo di luce della democrazia. La speranza vera, quella veramente grande, è il popolo di Israele. Guardavo le manifestazioni a Parigi contro Macron, vedevo la violenza pura, la devastazione di Parigi e altre città francesi e pensavo ai nostri manifestanti israeliani che in 12 settimane non hanno rotto nemmeno un bicchiere, una panchina, niente. Non solo, è accaduto proprio giovedì durante la grande manifestazione, che un folto gruppo con le bandiere al vento si è diretto a Bnei Barak, la cittadina attaccata a Tel Aviv abitata da religiosi ortodossi, con il chiaro scopo di provocarli visto che i haredim (religiosi) siedono al governo. Sono stati accolti da balli e canti e tavolate imbandite con bevande e dolci. Ebbene, vedere i manifestanti fermarsi interdetti e poi mettersi a piangere è stato un attimo, si sono abbracciati e sono diventati il popolo che siamo. Ecco perché ho ancora la speranza che Israele possa salvarsi. Il nostro popolo sente molto forte il sentimento di fratellanza e sarà questo che ci salverà dall’abisso nel quale qualche politico sconsiderato tenta di farci precipitare. Viva sempre Israele e lunga vita al suo popolo.