sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
24.03.2023 Israele: Likud, rompi i ranghi
Rivedere insieme la riforma della giustizia

Testata: Il Foglio
Data: 24 marzo 2023
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Likud, rompi i ranghi»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 24/03/2023, a pag.3, l'editoriale "Likud, rompi i ranghi".

Israele. Forti proteste per la riforma della giustizia, tra vani appelli al  dialogo e netti rifiuti
Una delle tante manifestazioni contro la riforma della giustizia in Israele

Benjamin Netanyahu ha dovuto rimandare la sua visita a Londra, perché non ha trovato personale di volo disposto ad accompagnarlo, nel giorno in cui la Knesset, il Parlamento israeliano, ha anche ratificato la legge che impedisce che un premier in carica sia dichiarato inadatto dalla Corte suprema a svolgere le sue funzioni per problemi con la giustizia. Netanyahu, che si trova sotto processo per diversi capi di accusa, si blinda il futuro e Israele, che pure lo ha votato in larga maggioranza, non vuole che questo rappresenti per il paese la fine dello stato di diritto. Tutto quello che sta avvenendo in Israele avviene nella cornice della democrazia: le leggi vengono approvate attraverso l’iter parlamentare, le manifestazioni continuano senza che nessuno tenti di fermarle. Ma vale la pena di ragionare su una domanda: Israele ha bisogno di una riforma o di una rivoluzione? Ieri la coalizione di governo ha annullato un disegno di legge nato per tutelare le donne dalle violenze dei loro mariti, come voluto dai partiti di estrema destra che compongono la maggioranza e che sanno di avere un premier ricattabile che per la sua riforma della giustizia sembra pronto a dimenticare i suoi princìpi. Non si accorge neppure di quanto i suoi nuovi, inediti, alleati stiano nuocendo alla sua eredità e soprattutto al suo paese. Soltanto un compromesso potrà salvare il paese in questo momento difficilissimo. Il presidente Isaac Herzog ha provato a favorire questo compromesso sulla riforma della giustizia e il premier gli ha risposto “no, grazie”. L’altra via per arrivare a un compromesso passa per il Likud, il partito di Netanyahu, da dove arriva qualche voce contraria alle nuove leggi. Ieri il ministro della Difesa Yoav Galant diceva di voler chiedere pubblicamente una revisione della riforma, ed è proprio di questo che Israele ha bisogno in questo momento: di collaboratori di Bibi che rompano i ranghi, che capiscano che è il momento di aiutare la divisa e inferocita Israele a sanare la sua frattura.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT