Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/03/2023, a pag.4, con il titolo "In nome dei bambini la lotta dei genitori gay tra norme e divieti" il dossier di Maria Novella De Luca.
Disattesi gli attestati degli altri Paesi
Diversa dalla registrazione all’anagrafe del figlio di una coppia omogenitoriale è la trascrizione del certificato di nascita. Vuol dire che l’Italia riconosce, trascrivendolo, l’atto di un paese estero per il quale il bambino o la bambina hanno legalmente due madri o due padri. In quasi tutta Europa infatti la genitorialità omosessuale è riconosciuta e dunque anche se l’Italia non la prevede, i comuni non possono esimersi dal ratificare quanto affermato sul certificato di nascita straniero. La realtà però è diversa: in molti casi perché i certificati fossero trascritti le coppie hanno dovuto affrontare più di un processo. E mentre le coppie di madri in alcuni casi ci riescono, per i padri ormai le trascrizioni sono impossibili dopo la sentenza del 2019 della Corte di Cassazione.
Uno dei genitori diventa un fantasma
Quando nasce un bambino in una coppia eterosessuale viene registrato all’anagrafe come figlio di entrambi i genitori, padre e madre. Nel caso di una coppia di due donne la legge italiana riconosce come madre soltanto la donna che ha partorito. Nel caso di due uomini, diventati padri all’estero con la maternità surrogata, il genitore è soltanto colui il cui cognome compare nel certificato di nascita. Il risultato è che nel nostro paese uno dei due genitori diventa un fantasma. Non può prendersi cura del figlio, né tutelarlo. Per ogni azione ha bisogno della delega del genitore riconosciuto. Per questo, all’indomani delle unioni civili, decine di comuni, tra cui Milano e Torino, in nome dei diritti dei bambini, hanno deciso di riconoscerli alla nascita con due madri e due padri. Fino allo stop deciso dal Viminale che rischia di lasciare “orfani” di un genitore migliaia di minori.
L’adozione a metà che discrimina i parenti
Negate registrazione e trascrizione, qual è dunque l’unica strada che resta a una coppia omogenitoriale per riconoscere i propri figli? La via è quella della stepchild adoption, letteralmente adozione del figlio del partner. Caso previsto dalla legge 184 sulle adozioni del 1993, in quelle situazioni cheesulano dalle caratteristiche generali della legge. Il genitore non biologico si può rivolgere al tribunale per i minori chiedendo di adottare il figlio del o della partner, di cui è difatto genitore fin dalla nascita. Un percorso difficile, lungo e non scontato: il giudice può dare parere negativo o positivo. La stepchild adoption non è poi un’adozione piena: il bambino diventa infatti figlio della madre intenzionale ma non acquisisce legami con i suoi parenti. Una sentenza della Consulta del 2022 ha definito discriminatoria questa norma.
Due pesi e due misure sulla gestazione per altri
Al centro dell’attacco della Destra al riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali, c’è la Gpa. Ossia gestazione di supporto. La tecnica con la quale due uomini possono diventare padri attraverso l’impianto di un embrione, formato dall’ovocita di una donatrice fecondato dal seme di uno dei dueuomini, nell’utero di una donna che porterà avanti la gravidanza. Ci sono paesi dove è legale e normata, come Usa e Canada e in alcuni paesi europei come la Grecia e Cipro che non accettanoperò coppie omosessuali. Bisogna ricordare che la maternità surrogata viene utilizzata nel 98% dei casi da coppie eterosessuali che non possono avere figli. La tecnica è la stessa. Le mete privilegiate delle coppie italiane eterosessuali sono Ucraina e Grecia. A differenza delle coppie gay però le coppie eterosessuali della Gpa riescono quasi sempre a far riconoscere i propri figli all’anagrafe.
Il no strumentale all’estensione della tutela
L’Italia ha appena votato contro il certificato europeo di filiazione. Dovrebbe essere, nelle intenzioni della Ue, un certificato che impone a ogni stato membro di riconoscere in tutta l’Unione lo status di figlio a ogni bambino comunque sia stato concepito. Esempio. Se un minore ha due mamme riconosciute in Spagna (dove l’omogenitorialità è legge) queste due mamme devono essere registrate anche in Italia, nonostante il nostro Paese non lo preveda. Stesso discorso per un bambino nato attraverso Gpa, in una coppia omosessuale o eterosessuale. Si tratta solo di riconoscimento di certificati esteri, non dell’obbligo di cambiare il nostro diritto di famiglia. Agitando lo spettro dell’introduzione mascherata della maternità surrogata in Italia, la maggioranza ha votato contro l’Europa, bocciando in realtà soltanto uno strumento a tutela dei bambini.
Le leggi mai approvate per abolire le differenze
Contro la discriminazione dei bambini e per il diritto a essere genitori, le coppie omosessuali chiedono una legge che riconosca alla nascita i loro figli e il matrimonio egualitario. È stata la richiesta forte della piazza di Milano. Un matrimonio che a differenza delle unioni civili non sancisca soltanto il legame sentimentale tra due adulti, ma crei diritti e tutele anche per i figli. Così come avviene nelle coppie eterosessuali. In Parlamento giacciono diverse proposte di legge, ma nessuna calendarizzata né discussa. Il matrimonio egualitario è già riconosciuto in 19 stati europei. Senza queste tutele i figli delle coppie omosessuali per la legge italiana risultano con un solo genitore. Se questo viene a mancare si ritroverebbero, di fatto, orfani, pur avendo invece un’altra madre o un altro padre.
Per inviare la propria opinione a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante