La minaccia dell'alleanza Cina-Russia Analisi di Gianni Vernetti
Testata: La Repubblica Data: 19 marzo 2023 Pagina: 28 Autore: Gianni Vernetti Titolo: «Il fronte delle democrazie»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 19/03/2023, a pag.28, con il titolo "Il fronte delle democrazie" l'analisi di Gianni Vernetti.
Gianni Vernetti
Dopo avere incassato un terzo mandato presidenziale, Xi Jinping lascerà Pechino per la sua prima visita di Stato, giungendo domani a Mosca per incontrare al Cremlino Vladimir Putin. Il messaggio all’Occidente è chiaro: dopo poco più di un anno da quel 4 febbraio del 2022 quando i due satrapi siglarono “l’alleanza senza limiti”, la visita di Xi conferma l’asse strategico fra le due più grandi dittature del pianeta. Poco importa se in questi dodici mesi la Russia ha promosso una guerra nel cuore dell’Europa, invaso uno Stato sovrano, commesso crimini di guerra e contro l’umanità, come confermato dal rapporto delle Nazioni Unite presentato due giorni fa con un elenco impressionante e dettagliato di stupri, torture e violenze di ogni genere dai tratti genocidari. E poco importa persino lo storico mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di Vladimir Putin per l’odiosa campagna messa in atto in Ucraina con il sequestro di migliaia di minori a Mariupol e nelle aree occupate. Gli autocrati non hanno remore a stringere la mano ai propri simili. Il meeting delle autocrazie di Mosca e Pechino ci sarà e l’agenda sarà fitta: nuovi accordi economici con massicci investimenti cinesi nel Far East, costruzioni di nuovi gasdotti ed oleodotti dalla Yamalia e dalla Yacuzia verso la Cina, cooperazione fra le intelligence e possibilità di forniture belliche, forse già iniziate, anche se al momento sotto tono, come rivelato ieri da un’inchiesta diPolitico.Xi-Jinping ha fatto la sua scelta: l’alleanza fra le autocrazie è più importante della globalizzazione e se la Russia perderà nelle pianure ucraine, la sua condizione dijunior partnerdi Pechino sarò certificata per lungo tempo. Il cosiddetto piano di pace cinese, confezionato sul vestito degli aggressori e inaccettabile per gli aggrediti, è già archiviato e non sarà il cuore del vertice di Mosca. La retorica cinese che ha preceduto la visita coincide alla lettera con la retorica russa che almeno dal 2014 ha giustificato le aggressioni alla Georgia, la creazione dello Stato fantasma della Transnistria in Moldavia, l’occupazione di Crimea e Donbass. Pechino, come ha di nuovo dichiarato ieri il ministro degli Esteri Qin Gang, si sente “accerchiata”, sia da un punto di vista economico che geopolitico. E la reazione delle autocrazie al presunto accerchiamento è sempre la stessa: la ricerca di uno“spazio vitale”, (illebensraum nazista si fondava sugli stessi paradossali presupposti), in nome del quale giustificare aggressioni e minacce ai popoli liberi. Da qui l’occupazione illegale del Mar Cinese Meridionale, le manovre militari intorno a Taiwan e una proiezione globale geo-economica estremamente aggressiva. La Nuova Via della Seta e la Global Security Initiative si sono presto rivelate qualcosa di molto diverso da una normale cooperazione economica o in materia di sicurezza, ma un progetto organico di esportazione del modello autoritario cinese. Il caso dei porti di Hambantota in Sri Lanka e di Gwadar in Pakistan, oramai vere e proprie enclave extraterritoriali cinesi e le troppe trappole del debito nelle quali son caduti diversi paesi asiatici e africani, sono il modello coercitivo della cooperazione cinese allo sviluppo verso Paesi alleati o come si sarebbe detto una volta “fratelli”. Un alleanza di lungo periodo fra Russia e Cina, incluso il sempre maggiore coordinamento politico e militare con l’Iran, rappresenta una minaccia a tutto campo per la comunità delle democrazie dall’Indo-Pacifico, al Mar Nero, a tutto il Mediterraneo. Da qui l’esigenza non più differibile di costruire una solida rete di alleanze fra le democrazie euro-atlantiche e le democrazie asiatiche. Il QUAD fra India, Usa, Giappone e Australia potrà presto essere allargato alla Corea del Sud (anche dopo lo storico vertice di qualche giorno fa fra i primi ministri di Seoul e Tokyo, Fumio Kishida e Yoon suk-Yeol); cosi come la rete di intelligence anglosassone dei “5 Eyes” potrebbe presto costruire uno strumento a “dieci” con l’India e le altre democrazie asiatiche. Il presidente della Micronesia David Panuelo dopo le minacce di Pechino per siglare accordi securitari sul modello delle Isole Salomone ha annunciato che il proprio Paese potrebbe riconoscere Taiwan e la Francia (potenza militare europea con basi nell’Oceano Indiano e nel Pacifico) sta per concludere l’accordo con l’India per la costruzione di sei sottomarini nucleari. Infine l’accordo fra Italia, Giappone e Gran Bretagna per lo sviluppo dei caccia da combattimento di prossima generazione, che in questi giorni a Tokyo ha fatto notevoli progressi, rappresenta un fatto di estrema rilevanza strategica per creazione di una politica comune di difesa e di sicurezza dall’Atlantico all’Indo-Pacifico.
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