A indignarsi siano tutti Commento di Chiara Valerio
Testata: La Repubblica Data: 16 marzo 2023 Pagina: 26 Autore: Chiara Valerio Titolo: «A indignarsi siano tutti»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/03/2023, a pag.26, con il titolo "A indignarsi siano tutti", il commento di Chiara Valerio.
Chiara Valerio
L’ articolo secondo della Costituzione Italiana recita “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Le coppie omosessuali esistono, sono riconosciute dalla Repubblica. Possiamo ascriverle, mi pare, nel novero delle “formazioni sociali” dell’articolo 2. Sulle pagine di questo giornale ho scritto spesso — direi tutte le volte — che le persone omosessuali e le persone trans, hanno tutti i doveri civili delle persone eterosessuali, ma non hanno tutti i diritti. Questa asimmetria che ciascuno di noi può riscontrare, sia essendo eterosessuale che essendo omosessuale o trans, ogni volta che ha a che fare con la burocrazia, trasforma il diritto di una persona eterosessuale in un privilegio, giacché se i diritti e i doveri vanno appaiati, avere l’uno senza l’altro è sintomo o di una disfunzione giuridica e amministrativa o di una intenzione politica. E ciò dovrebbe gettare nello sconcerto e nello sconforto ogni cittadino e cittadina di questa Repubblica. Dunque, riguardo ai fatti di Milano — l’impossibilità, da parte di un ufficiale di stato civile, di registrare direttamente il rapporto di filiazione per minori nati all’interno di coppie omogenitoriali — la prima cosa che registro è che lo sconcerto e lo sconforto sono sorti solo all’interno della comunità Lgbtq+ e all’interno di quella parte politica che — grazie anche a Elly Schlein — possiamo tornare a chiamare sinistra. E questo mi stupisce e mi addolora perché penso che il buon funzionamento e la salute (la simmetria tra diritti e doveri) di una democrazia dovrebbe stare a cuore a tutti, specialmente a coloro che rappresentano la maggioranza di governo e soprattutto a una maggioranza al cui interno scorrono e prosperano movimenti che dichiarano di stare dalla parte del popolo. Una delle istanze più popolari che mi vengono in mente, forse la prima, forse addirittura prima della prima, l’istanza zero, è che i privilegi si abbattono, si eliminano, democraticamente, aggiungendo diritti. Più sono vasti e larghi i diritti, e con essi i doveri, più i privilegi avvizziscono fino ascomparire e il popolo, questa entità mitica di cui ci si riempie la bocca, opposta di volta in volta a intellettuali, radical chic, Ztl, migranti, Ufo, sportivi strapagati e professori di scuola (altre entità vaghe e variabili e probabilmente altrettanto mitiche), il popolo, dicevo, vince. Il popolo prospera nei diritti non nei privilegi. Mi chiedo dunque — e la domanda mi pare lecita — che popolo immaginano le persone che, democraticamente elette, ci governano. Oggi, questa disparità riguarda le coppie omosessuali, domani, potrebbe riguardare altri. Il motivo per cui bisogna sempre preoccuparsi della corrispondenza tra diritti e doveri è proprio il popolo. La seconda cosa che registro, riguardo ai fatti di Milano — l’impossibilità, da parte di un ufficiale di stato civile, di registrare direttamente il rapporto di filiazione per minori nati all’interno di coppie omogenitoriali, e dunque l’attestazione che l’unico strumento per tutelare il minore sia l’adozione, come da sentenza della Cassazione Sezioni Unite n. 38162 del 30 dicembre 2022 — è la farraginosità burocratica architettata da questo governo per non dichiarare ma attuare una intenzione politica. Rendere più complicato il lavoro delle Ong che raccolgono i profughi nel Mar Mediterraneo (per vero ciò accadeva anche coi governi precedenti), rendere più complicata la registrazione del rapporto di filiazione per le famiglie omogenitoriali. Complicare burocraticamente. Cittadini e cittadine italiani, persone che vogliono attraccare nel nostro paese, incastrate nella dodicesima fatica di Asterix, che in italiano si chiama “Il palazzo della burocrazia”. È triste, perché la burocrazia, nelle intenzioni, nasce appunto per limitare i privilegi e perché tutti abbiano le medesime possibilità “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” (art. 3). Se la burocrazia è invece il modo di opprimere politicamente fasce di cittadini — ripeto, oggi sono le coppie omosessuali, domani chi sa — allora vale ancora ciò che Tacito ha scritto (Annales , libro III, 27): Moltissime sono le leggi quando lo stato è corrotto. E lo stato corrotto non è mai dalla parte del popolo.
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