Jet russi contro drone Usa Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Repubblica Data: 15 marzo 2023 Pagina: 13 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «La protesta di Washington: 'Non accettiamo intimidazioni'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 15/03/2023, a pag. 13, con il titolo "La protesta di Washington: 'Non accettiamo intimidazioni' " la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
NEW YORK — «Se il messaggio è che vogliono dissuaderci dal volare e operare nello spazio aereo internazionale, sopra il Mar Nero, allora fallirà ». La Casa Bianca avverte il Cremlino che non si lascerà intimidire, se questo era lo scopo dell’aggressione di ieri del caccia SU-27 contro il drone MQ-9. Il presidente Joe Biden è stato informato di prima mattina dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, però la reazione iniziale di Washington è stata calma e fredda, per evitare l’escalation. Ha convocato l’ambasciatore russo al dipartimento di Stato per protestare, mentre la rappresentante americana faceva lo stesso a Mosca, ma ha evitato di definire l’incidente come un attacco deliberato contro le forze armate degli Stati Uniti, per lasciare lo spazio ad una via d’uscita che possa basarsi sull’errore del pilota, colpevole di un comportamento«non professionale e pericoloso ». Se però Putin rifiutasse questo approccio, difendendo l’azione del SU-27 come se avesse obbedito all’ordine superiore di abbattere l’MQ-9, Biden sarebbe costretto a prendere atto che è il Cremlino a cercare l’escalation. Il Pentagono ha ricostruito lo scontro, chiarendo che i due mezzi hanno volato a distanza ravvicinata per oltre mezz’ora, e il caccia russo ha scaricato più volte il carburante sul drone. Quindi ha urtato l’elica del mezzo, rischiando di farli precipitare entrambi. A quel punto sono stati gli americani a decidere di ammarare l’MQ-9, per evitare danni peggiori. «Questo incidente – ha dichiarato lo European Command – dimostra una mancanza di competenza, oltre ad essere insicuro e non professionale ». Quindi il dito viene puntato contro il pilota, dando a Mosca la possibilità di archiviare l’episodio come un incidente. «Intercettazioni di questo genere – ha aggiunto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby – sono capitate abbastanza spesso nelle ultime settimane, in quellaregione. Non sono eventi inusuali. Questo è stato degno di nota per quanto non professionale, pericoloso e irresponsabile si è dimostrato l’atto, perché ha causato l’abbattimento del nostro mezzo. Perciò è stato un fatto unico». Kirby ha chiarito che in questi casi i russi non vengono informati delle missioni in corso, «perché avvengono nello spazio aereo internazionale, non minacciano nessuno, e non c’è alcun motivo per attivare i sistemi di comunicazione dideconfliction per evitare scontri». Se però lo scopo era lanciare un messaggio intimidatorio, fallirà: «Il Mar Nero non appartiene ad alcuna nazione. Noi continueremo a fare ciò di cui abbiamo bisogno per il nostro interesse nazionale in quella parte del mondo». Il sospetto di Mosca è che queste missioni facciano parte delle operazioni condotte dagli americani per fornire agli ucraini le informazioni di intelligence di cui hanno bisogno per contrastare l’invasione russa. Ma anche se così fosse, avvengono nello spazio aereo internazionale e quindi Washington si sente assolutamente autorizzata a proseguirle. Diverso è il discorso politico e diplomatico, perché se l’attacco fosse stato ordinato dalla catena di comando militare, o peggio ancora dalla leadership civile, dimostrerebbe un livello di irresponsabilità e disperazione che rischierebbe di creare le condizioni per incidenti assai peggiori. Il portavoce del dipartimento di Stato Ned Price ha condannato l’episodio come «una sfacciata violazione della legge internazionale ». Quindi ha rivelato che l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov (che ha negato qualsiasi «intenzione di cercare lo scontro con gli Usa») è stato convocato per esprimere «la nostra forte obiezione a questo comportamento », mentre la rappresentante americana Lynne Tracy faceva lo stesso a Mosca. La versione Usa più conciliante è che il pilota abbia agito in maniera intenzionale, di sua iniziativa, nella speranza che volando molto vicino al drone lo facesse cadere da solo. La versione del ministero della Difesa russo, secondo cui il mezzo volava verso l’Ucraina, non c’è stato alcun contatto o uso di armi, ed è precipitato dopo una manovra di volo azzardata, probabilmente verrà smentita dai dati raccolti dagli americani. Nello stesso tempo però non nega l’azione e non la rivendica come un successo militare, dando quindi l’impressione di voler quanto meno evitare l’escalation verbale. La risposta concreta di Washington, oltre alle proteste già manifestate, dipenderà ora dalle prove che raccoglierà sulla dinamica dello scontro e dai contatti riservati tra militari e diplomatici. Biden al momento non ha intenzione di sentire Putin, ma sarà essenziale fargli capire che simili provocazioni non saranno più tollerate.
Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante