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Libero Rassegna Stampa
24.04.2003 Brigata Ebraica una storia che pochi conoscono
Durante la guerra di liberazione fra gli alleati ve ne furono migliaia con la stella di Davide

Testata: Libero
Data: 24 aprile 2003
Pagina: 8
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Domani a Roma il ricordo della brigata ebraica con Veltroni»
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero giovedì 24 aprile 2003
Quanti in Italia sanno che mezza Emilia Romagna non fu liberata dai
partigiani comunisti ma dalla Brigata Ebraica? Anzi quanti sanno che in
Italia combattè una brigata partigiana con questo nome? Pochissimi.
Il sindaco di Roma Walter Veltroni, spronato dalla comunità ebraica di Roma
e dall'Associazione Italia-Israele, ha deciso di colmare questa lacuna e
domani nella capitale, nelle celebrazioni per la festa del 25 aprile, ci
sarà posto anche per una commemorazione di questi 5 mila volontari venuti da
quella terra, che ancora non si chiamava Israele, per combattere e morire
per la liberazione del nostro paese.
Nata nel 1944, per volontà personale di Winston Churchill, la Brigata
Ebraica fu inquadrata dal parlamento britannico all¹interno dei "buffs",
reggimento composto prevalentemente da truppe non inglesi.
Un battaglione di fanteria corazzata composto da 5000 effettivi .
Dopo un periodo di addestramento in Egitto, l¹unità fu fatta sbarcare e
risalì la penisola italiana lungo l'Adriatico. Impegnata in Romagna nella
zona d¹operazioni corrispondente allo sfondamento della Linea Gotica, la
Brigata ebraica combattè nella Valle del Senio, vicino a Imola, uno dei
pochi assalti frontali all'arma bianca di tutto il fronte italiano.
Fu una delle battaglie più cruente e sanguinose di tutta la campagna
d'Italia . La Brigata Ebraica ha poi partecipato alla liberazione delle più
importanti città della Romagna, tra le quali Ravenna, Faenza, Russi,
Cotignola, Alfonsine e Imola.
Della Brigata facevano parte anche alcuni paracadutisti, che vennero
lanciati oltre le linee nemiche dei rispettivi paesi d¹origine, affinché
organizzassero la resistenza, in particolare tra gli ebrei.
Molti componenti di questo particolare reparto furono catturati, torturati e
uccisi, come accadde ad Enzo Sereni, fondatore del Kibbutz Givat Brenner,
uno dei più importanti in Israele.
Dopo la guerra la Brigata aiutò gli scampati alla Shoà nazi fascista ad
emigrare nel futuro stato d'Israele.
In Italia a distinguersi tra gli ufficiali responsabili di questo corpo
armato ci fu soprattutto Johanan Peltz.
Peltz era arrivato in Israele nel 1935 da Kielce in Polonia, dove gli era
stata negata l¹ammissione all'Università perché era ebreo.

Ferito a una gamba mentre combatteva dei terroristi arabi vicino al Mar
Morto (esistevano già all'epoca ben prima di Arafat), fu costretto a
dimettersi dal servizio.
Dopo l¹inizio della Seconda Guerra Mondiale insistette per arruolarsi
nell'esercito inglese, dove divenne ufficiale con il grado di sottotenente.
Più tardi fu assegnato al reggimento di fanteria "Buff" e poi alla Brigata
Ebraica.
Sulle rive del Senio (vicino a Bologna), Peltz guidò i suoi uomini
nell'assalto con le baionette sguainate di cui sopra.
Fu promosso capitano.
Dopo la guerra Johanan Peltz comandò un battaglione nella settima brigata
dell¹esercito israeliano nella guerra arabo - israeliana del 1948, e
concluse la sua carriera nell'esercito come ufficiale istruttore.
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