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L'UE deve definire tutti gli Hezbollah Analisi di Ben Cohen
(traduzione di Yehudit Weisz)
Terroristi di Hezbollah Più di 10 anni dopo che in un resort bulgaro cinque turisti israeliani avevano perso la vita in un attentato suicida, la settimana scorsa la Corte Suprema della nazione balcanica ha confermato la condanna emessa a due agenti di Hezbollah: ergastolo senza prospettiva di libertà condizionale. La sentenza avrebbe potuto essere più importante e utile se la coppia di terroristi fosse stata effettivamente in custodia. Purtroppo, come al processo iniziale dieci anni fa, la decisione della Corte Suprema è stata emessa in contumacia.
L'attacco era avvenuto il 18 luglio del 2012 all'aeroporto di Burgas, una città che si trova sulla costa bulgara del Mar Nero. Un autobus che trasportava 42 turisti israeliani appena arrivati da Tel Aviv è stato fatto saltare in aria da un attentatore suicida, uccidendo Maor Harush, Itzik Kolangi, Amir Menashe, Elior Preiss e Kochava Shriki, una donna incinta, oltre a Mustafa Kyosov, il bulgaro autista dell'autobus. A un anno dall'inizio delle indagini sull'atrocità, il governo bulgaro concluse con sicurezza che il responsabile era Hezbollah, sostenuto dal regime iraniano. I pubblici ministeri hanno rivelato che sia Farah che Hassan erano entrati in Bulgaria circa un mese prima dell'attacco utilizzando documenti falsi, così come l'attentatore, Mohamad Hassan El-Husseini, con doppia cittadinanza franco-libanese, i cui resti sono stati identificati con l'analisi del DNA.
A quel tempo, l'attacco aveva portato un nuovo controllo sulla vocazione dell'Iran a fornire sostegno militare, finanziario e politico a Hezbollah in Libano e ad altre organizzazioni terroristiche in tutto il Medio Oriente. Ha anche portato l'Unione Europea ad adottare una nuova politica che molti osservatori hanno condannato come grossolana per logica e moralmente debole. Nel 2013, il blocco europeo aveva accettato di designare l'ala “militare” di Hezbollah come organizzazione terroristica, ma non la sua ala “politica”. Questa biforcazione non esiste se non nell'immaginario dell'UE, e la sua persistenza rafforza la falsa convinzione che Hezbollah sarebbe un'entità legittima se solo abbandonasse le sue operazioni militari, come se il solo impegno politico potesse soddisfare un gruppo impegnato nel jihad e responsabile della morte di migliaia di innocenti. La decisione della Corte Suprema bulgara nel caso Burgas offre all'UE un'opportunità importante e tempestiva per correggere il proprio errore. Hezbollah nella sua interezza dovrebbe essere dichiarato terrorista, in sintonia con la decisione degli Stati Uniti di fare esattamente questo nel 1997.
L'idea che Hezbollah possa a un certo punto essere disponibile a negoziati è ridicola. Il suo tropo propagandistico preferito è lo stesso proposto dai suoi finanziatori iraniani; la previsione, senza alcun dubbio, che Israele è destinato a scomparire violentemente dalla carta geografica, e che quei Paesi arabi e musulmani tentati di fare la pace con lo Stato ebraico, farebbero meglio a rendersene conto o ad affrontarne le conseguenze. “Il corso degli avvenimenti nella Palestina occupata indica che i sionisti si stanno muovendo verso la sconfitta e il collasso”, ha dichiarato il leader di Hezbollah, lo sceicco Hassan Nasrallah, in un discorso pronunciato il 6 marzo. “Esprimiamo la nostra solidarietà ai prigionieri palestinesi e ci assumiamo le nostre responsabilità a tale proposito. L'intero mondo musulmano è obbligato a sostenere la nazione palestinese di fronte al regime israeliano.”
In questo momento, Hezbollah sta cercando di pianificare un esito favorevole alla grave crisi politica ed economica del Libano. Il parlamento del Paese non è riuscito a nominare un nuovo presidente all'indomani delle dimissioni dello scorso ottobre dell'attuale presidente, Michel Aoun. Il 6 marzo, Nasrallah ha confermato che sia Hezbollah sia Amal, un'altra organizzazione paramilitare sciita, avrebbero sostenuto per l'incarico il politico veterano Suleiman Franjieh. Sebbene Franjieh, 57 anni, sia cristiano, è sfiduciato da ampie fasce della comunità maronita libanese, in netto contrasto con il suo principale rivale, il generale Joseph Aoun, 59 anni, anch'egli cristiano e che gode del sostegno degli Stati Uniti.
La sua posizione nei confronti di Hezbollah è altrettanto positiva. “Alcuni dicono che Hezbollah è un'organizzazione terroristica. Noi manteniamo contatti e relazioni con loro perché non li consideriamo un'organizzazione terroristica”, così spiegava nel 2015 Mikhail Bogdanov, allora viceministro degli Esteri russo. “Hezbollah è stato eletto dal popolo nel parlamento libanese”, ha continuato Bogdanov. “Ci sono membri del governo e ministri che provengono da Hezbollah. È una forza sociopolitica legittima.”
La posizione dell'UE resta che Hezbollah è per metà un gruppo terroristico e per metà un partito politico. Ricordandosi delle atrocità in Bulgaria un decennio fa e del massacro in Ucraina ora, quella posizione deve essere ribaltata immediatamente. Non ci sono sanzioni politiche nel farlo; ciò che l'UE deve superare soprattutto è la propria reticenza. Ben Cohen, esperto di antisemitismo, scrive sul Jewish News Syndicate
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