Francia, islam: un professore su tre è minacciato Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 10 marzo 2023 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Inchiesta-choc sulle scuole: Macron dove sei?»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 10/03/2023, a pag. 1, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo “Inchiesta-choc sulle scuole: Macron dove sei?”.
Giulio Meotti
Roma. L’istituto Ifop pubblica il più approfondito e vasto sondaggio sulle scuole del paese di Samuel Paty e dei tanti (troppi) insegnanti aggrediti e minacciati. E il risultato è a dir poco angosciante. Un primo dato: un insegnante su cinque (21 per cento) si è trovato, nella propria carriera, a fronteggiare un’aggressione legata a tensioni di natura religiosa o identitaria (leggi, islamismo). Un dato che sale al 39 per cento nelle “rep”, i quartieri più arretrati, dove quasi un terzo degli insegnanti (30 per cento) dichiara di aver già subìto un attacco fisico. “Sappiamo che è spesso da parte di studenti musulmani”, sottolinea senza mezzi termini François Kraus dell’Ifop. E se ingrandiamo i quindici mesi tra l’inizio dell’anno scolastico del 2021 e lo scorso novembre (periodo di riferimento del sondaggio), quasi un insegnante su due (44 per cento) ha notato almeno un attacco alla laicità. “C’è un divario gigantesco tra la realtà di ciò che viene percepito dagli insegnanti e la realtà di ciò che dichiarano”, certifica Kraus. C’è un aumento molto marcato del numero di insegnanti del settore pubblico che denunciano l’uso di insegne religiose nelle loro classi (63 per cento, ovvero 23 punti in più da dicembre 2020). E poi il rifiuto delle attività scolastiche in nome di convinzioni religiose, filosofiche o politiche è segnalato anche da più di quattro insegnanti su dieci (44 per cento), così come le richieste comunitarie legate al rispetto di alcuni precetti religiosi (42 per cento), documenta l’Ifop nella sintesi della sua indagine. Il 33 per cento degli insegnanti che ha segnalato almeno una volta un attacco, ha ritenuto di non avere riscontrato il supporto dei propri superiori. Questo è uno dei motivi per cui il 35 per cento non denuncerebbe un nuovo attacco in futuro. Qualche mese fa, l’Opinion aveva pubblicato un’inchiesta simile: “Gli abiti islamici stanno proliferando nelle scuole francesi, in particolare nelle scuole superiori, come un’epidemia”. Il rettorato di Parigi ha denunciato un “aumento significativo dell’uso di abiti religiosi”. I ragazzi in kamis sono arrivati davanti alle scuole dell’Aisne il giorno delle vacanze dell’Eid. Nell’Oise, boom di veli. Interessate anche le regioni di Clermont-Ferrand e Bordeaux. Omar Youssef Souleimane, scrittore e insegnante di origini siriane, sull’Express scrive: “In una classe ho notato una frase calligrafica in arabo appesa al muro. Era una preghiera, in un liceo repubblicano. Questa ‘influenza comunitaria’ non l’ho vista solo in questo liceo di Trappes, ma anche in diversi paesi della periferia parigina dove ho tenuto diversi incontri e laboratori di scrittura. Quando ho lasciato la mia nativa Siria alla volta della Francia dopo la Primavera araba non avrei mai immaginato che un giorno avrei ritrovato la radicalizzazione islamista da cui ero fuggito”. Un nuovo sondaggio rivela il livello di autocensura tra gli insegnanti francesi. Per evitare possibili incidenti, un docente su due ammette di autocensurarsi in classe. Mediante la paura, il terrore e l’intimidazione, l’islamismo raccoglie ciò che ha seminato.
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