Dittatura uguale Democrazia Lo pensa Sandro Viola paragonando Israele agli stati dittatoriali
Testata: La Repubblica Data: 20 aprile 2003 Pagina: 1 Autore: Sandro Viola Titolo: «Le speranze della Palestina»
Anche una analisi tutto sommato interessante, benché molto banale ed infarcita di "déja vu", del perché sia più che mai necessario, e forse ora più che mai possibile, arrivare ad una composizione definitiva del contenzioso israelo - palestinese contiene al suo interno punte di velenose menzogne, quando a firmarla è Sandro Viola. Una è quella che vogliamo evidenziare, estrapolandola da questo articolo. Ricordando il 1991, Viola scrive:"Anche allora il governo americano avvertì che non si potevano usare due pesi e due misure. Che se si era fatta una guerra perché Saddam Hussein non rispettava le risoluzioni dell' ONU, non si poteva lasciare che Israele ignorasse, indisturbato, le risoluzioni dell' ONU: bisognava quindi obbligarlo a negoziare con i palestinesi". Se abbiamo scritto che di menzogne si tratta, e non di semplice disattenzione, è a causa proprio della firma: un giornalista come Viola, che ha sempre dato prova di essere un anti-israeliano a qualunque costo, ma che è anche esperto e capace professionista, non può ignorare che esiste una profondissima differenza giuridica e politica fra le risoluzioni dell' ONU non osservate dall' Iraq e quelle che si riferiscono al conflitto arabo-israeliano. Le prima erano di natura coercitiva e prevedevano sanzioni, le seconde indicano una via ed una soluzione, ma non sono indirizzate al solo stato di Israele bensì ad entrambe le parti in conflitto, e ad entrambe chiedono di abbandonare comportamenti giudicati negativi. Addebitare al solo Israele di non aver ottemperato, e raffrontare risoluzioni non confrontabili sul piano del diritto, costituisce una menzogna, appunto, non certo una forzatura od inesattezza. Viola si sta, a quanto pare, incamminando sul tortuoso sentiero imboccato da chi oggi usa strumentalmente il paragone Iraq-Israele.Da chi, ad esempio, afferma: se si è bombardato l' Iraq perché possedeva armi di distruzione di massa, ora si deve bombardare Israele, che ugualmente le possiede.Sabato 19 aprile Giovanni Sartori ha lucidamente scritto sul Corriere della Sera che non è il possesso di tali armi, ma l' uso che se ne potrebbe fare, e cioé la natura politico-istituzionale di chi le possiede, a determinarne la pericolosità per il mondo intero. Invitiamo Viola e chiunque abbia dei dubbi a consultare il sito ufficiale della Lega Araba, visibile in lingua italiana sotto la sigla www.legaaraba.org.Vi troverà, nella scheda sulla Palestina, una carta geografica della regione in cui Israele non esiste, ed al suo posto si estende la "Palestina" con capitale Gerusalemme e con un numero di abitanti che corrisponde al totale degli abitanti dei territori dell' Autorità Palestinese e di Israele.
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