Droni di Kiev vicino a Mosca, allarme a San Pietroburgo, la Russia si scopre vulnerabile Cronaca di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 01 marzo 2023 Pagina: 14 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «Droni di Kiev vicino a Mosca, allarme a San Pietroburgo, la Russia si scopre vulnerabile»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 01/03/2023, a pag.14, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "Droni di Kiev vicino a Mosca, allarme a San Pietroburgo, la Russia si scopre vulnerabile".
Rosalba Castelletti
MOSCA — All’improvviso tv e radio mandano in onda il suono di una sirena e l’allerta: «Attenzione, attenzione: minaccia di attacco missilistico. Procedere nei rifugi immediatamente ». Succede nelle regioni di Mosca e Leningrado (San Pietroburgo) e in quelle meridionali di Voronezh e Belgorod. È un hackeraggio, ma chi ascolta non lo sa. Intanto arrivano notizie a raffica di droni avvistati o abbattuti. Non solo nelle regioni meridionali del Paese, Belgorod, Krasnodar, Brjansk, Kuban e Adighezia, dove non è una novità, ma persino a Gubastovo, circa 100 chilometri a Sud-Est dalla capitale. «Se non si fosse schiantato, il drone avrebbe potuto raggiungere il Cremlino in meno di un’ora», scrivono i media. Per la prima volta in un anno di offensiva contro Kiev, Mosca si scopre vulnerabile. Contro i droni, dice il generale Serghej Lipovoj interpellato dall’agenzia di stampa Nsn,poco possono i sistemi di difesa anti-aerea installati un mese fa sui tetti della capitale. E a gettare ulteriormente scompiglio tra la popolazione russa arriva la notizia che l’aeroporto di San Pietroburgo è stato chiuso ai voli. L’attacco coordinato su più fronti deve avere provocato trambusto anche nelle dorate stanze del Cremlino, se è vero — come ha detto ieri il suo portavoce Dmitrij Peskov in un’intervista al quotidiano Izvestia— che Vladimir Putin «riceve informazioni da molte fonti… dai ministeri, dai servizi, dai media, dalle organizzazioni pubbliche e… nel caso dell’offensiva in Ucraina, dal campo ». Lo dimostrerebbe anche l’infuocata reazione del presidente russo. Soltanto una settimana fa, nel suo discorso sullo stato della nazione, aveva detto che non ci sarebbe stata nessuna «caccia alle streghe». Ieri, invece, riunendo i vertici dei servizi di sicurezza interni Fsb, li ha invitati a «tenere sotto controllo speciale» i confini con l’Ucraina per impedire le infiltrazioni di «gruppi di sabotatori » e ha accusato Kiev di usare «metodi terroristici». Bisogna essere vigili, ha tuonato, per sventare i tentativi della «feccia» che cerca di provocare divisioni interne usando le armi del «separatismo, nazionalismo, neonazismo e xenofobia». Il caos è scoppiato già nella notte tra lunedì e martedì quando droni sono stati segnalati nel Sud del Paese, nelle regioni di Brjansk e Belgorod, al confine con l’Ucraina, così come nel Territorio di Kuban e nella Repubblica di Adighezia. I residenti di un condominio di Belgorod, capoluogo dell’omonima regione, sono stati costretti a evacuare nel cuore della notte dopo che un drone si era schiantato contro l’edificio. E un altro drone è atterrato sul tetto di un supermercato ed esploso incendiando i locali. Intorno alle 2 del mattino due droni carichi di esplosivo sono invece piombati su un deposito petrolifero di Rosneft a Tuapse, nella regione di Krasnodar, sul Mar Nero, provocando un incendio che è stato «rapidamente spento». Soltanto alcune ore più tardi il ministero della Difesa ha comunicato che i due velivoli erano stati intercettati e fatti precipitare lontano dal reale bersaglio: una caserma. Ore dopo, in mattinata, l’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo si è fermato per circa un’ora quando le autorità hanno chiuso lo spazio aereo circostante. Media rilanciavano notizie di un «oggetto volante non identificato » avvistato nell’area e del dispiegamento di caccia per abbatterlo. Era scattato il protocollo di sicurezza “Kover”, scrivevano. Poco dopo, tuttavia, è stata sempre la Difesa ad affermare che era tutto parte di un’esercitazione. Ma a portare la tensione alle stelle è arrivata la notizia del drone «precipitato » a Gubastovo, nella regione di Mosca, a 600 chilometri dal territorio ucraino e un centinaio dalla capitale. L’obiettivo era una stazione di compressione del gas di Gazprom. «Un attacco fallito. Non ci sono vittime o danni. Non vi è alcuna minaccia per la sicurezza dei residenti », ha provato a rassicurare il governatore della regione di Mosca Andrej Vorobiov, sottolineando che «Fsb e altre autorità competenti stavano gestendo la situazione». Ma non è bastato a placare i nazionalisti. «Il nemico sta cercando di seminare il panico», ha commentato il giornale filogovernativo Moskovskij Komsomolets. «I tentati attacchi possono essere considerati preludio dell’offensiva primaverile ucraina. Non potranno che aumentare. I nostri militari faranno il loro lavoro, ma dobbiamo anche “mantenere alte le difese”; rimanere vigili, calmi e fiduciosi nella vittoria».
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