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La Repubblica Rassegna Stampa
28.02.2023 Schlein: le sorprese della sinistra
Editoriale di Maurizio Molinari

Testata: La Repubblica
Data: 28 febbraio 2023
Pagina: 1
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Le sorprese della sinistra»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/02/2023, a pag. 1-27, con il titolo 'Le sorprese della sinistra' l'analisi del direttore Maurizio Molinari.

Molinari: “Le sorti dell'Italia sono decisive per quelle dell'Europa” -  Mosaico
Maurizio Molinari

Elly Schlein fa tappa a Cinisi, la campagna elettorale si chiude alla casa  memoria di Peppino Impastato
Elly Schlein

L’elezione di Elly Schlein alla guida del Partito democratico racchiude tre novità destinate ad avere conseguenze nella politica italiana: il duello tutto al femminile per la premiership nazionale; il ritorno alle urne di un numero importante di astensionisti; una piattaforma su lavoro, clima e diseguaglianze per rilanciare il fronte dei progressisti sul terreno della giustizia economica in sintonia con quanto sta avvenendo nelle maggiori democrazie industriali. Anzitutto, a cinque mesi dall’insediamento a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni, capo politico di Fratelli d’Italia, partito di maggioranza nel governo di destra, anche nel più grande partito della sinistra cade il tabù della donna leader. Ciò significa che il nostro Paese si unisce — seppur con grave ritardo — a quelle democrazie dove le differenze di genere non frenano più la partecipazione alla vita pubblica. La conseguenza è che, a destra come a sinistra, avremo più risorse umane e diversità nella competizione per la guida del Paese. Ed è una indubbia svolta positiva nella storia repubblicana perché avere più donne leader in politica significa emanciparsi da un’idea medioevale della responsabilità di governo. La seconda novità è il metodo con cui Schlein ha vinto le primarie. Lei stessa lo ha riassunto con la frase «non ci hanno visto arrivare» riferendosi alla creazione della piattaforma digitale “Parte da noi!” dove si sono iscritti oltre trentamila cittadini di ogni origine politica e sociale, di ogni genere e credo, dando vita ad una comunità politica basata sul volontariato, alimentata dall’entusiasmo, per una candidata la cui stessa identità riassume il superamento degli steccati e dei tabù del Novecento. Se Schlein è riuscita a sconfiggere un avversario sostenuto da gran parte dei leader del suo partito e ad ingannare i sondaggi è perché questa schiera di appassionati sostenitori, usando le più moderne tecnologie social, ha trasformato il “fattore entusiasmo” nella motivazione che ha portato a votare una significativa percentuale di cittadini che in precedenza disertava le urne. In attesa dei dati statistici ed a giudicare dalle code ai seggi si tratta in gran parte di donne e giovani: gli stessi “nuovi elettori” grazie ai quali nelle primarie democratiche del 2008 Barack Obama sorpresee sconfisse Hillary Clinton, anche lei all’epoca sostenuta dai leader del partito. Disporre di una ricetta politica per ridurre l’astensionismo significa essere potenzialmente in grado di rinvigorire una democrazia come la nostra, afflitta da una fuga dai seggi che alle ultime Regionali ha toccato uno stratosferico 60 per cento. L’ultima novità, ma non per importanza, è la piattaforma di priorità di Elly Schlein perché sfida alle diseguaglianze, lotta contro il precariato nel lavoro e difesa del clima sono temi che rientrano nell’agenda dei nuovi diritti — sociali ed economici — che distingue le forze progressiste nei Paesi più industrialmente avanzati: i democratici americani, i laburisti britannici ed i verdi tedeschi. È l’innovazione tecnologica che impone di ripensare il lavoro così come sono i cambiamenti climatici ad imporre la transizione ecologica: questo è il cuore della rivoluzione socio-economica che attraversa l’Occidente ed avere in Italia una forza progressista in sintonia con questa agenda di giustizia economica significa che, volente o meno, anche il governo più conservatore non potrà evitare di affrontarla. Ma non è tutto, perché l’Italia come le altre democrazie è in trincea a fianco dell’Ucraina aggredita dalla Russia di Vladimir Putin. Elly Schlein ha dichiarato al nostro giornale il «sostegno al diritto del popolo ucraino di difendersi da un’aggressione criminale», auspicando un «maggiore impegno Ue per il negoziato al fine di arrivare ad una pace giusta». Ed è su questo terreno che è chiamata a convergere con i democratici di Joe Biden, i laburisti di Keir Starmer ed i verdi di Annalena Baerbock che quando parlano di “diritti da difendere” includono sempre quelli delle vittime delle autocrazie di Mosca, Pechino e Teheran. Saranno le prossime settimane a dirci quanto il Pd di Schlein sarà capace di moltiplicare il “fattore entusiasmo” della propria base attorno ai temi dei nuovi diritti, della giustizia economica e della difesa del clima, rigettando cinismo e scetticismo che già lo circondano. Ma possono esserci pochi dubbi sul fatto che siamo di fronte ad una sorpresa politica con la quale tutti, alleati o avversari, dovranno fare i conti.

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