venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
25.02.2023 G7: sanzioni a chi aiuta la Russia
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 25 febbraio 2023
Pagina: 17
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Ma la mossa di Pechino non convince gli Alleati: “Sostiene la guerra di Putin”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 25/02/2023, a pag. 17, con il titolo "Ma la mossa di Pechino non convince gli Alleati: “Sostiene la guerra di Putin” " la cronaca di Paolo Mastrolilli.

Immagine correlata
Paolo Mastrolilli

Gli Usa avvertono l'Ucraina: la finestra per la vittoria militare si sta  chiudendo

NEW YORK — Se la Cina facesse sul serio, e fosse pronta a convincere l’alleato Vladimir Putin che è arrivato il momento di mettere fine all’aggressione dell’Ucraina, il suo piano di pace potrebbe rappresentare un passo verso la soluzione del conflitto. Il problema è che non ha mai condannato l’invasione, mette l’aggressore sullo stesso piano dell’aggredito, si prepara a consegnare armi a Mosca, e forse ha presentato la proposta solo nella speranza di usarla come un cuneo tra gli Usa e gli alleati europei più propensi al negoziato. Non a caso il segretario di Stato Antony Blinken, incontrando ieri il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani a margine della riunione del Consiglio di Sicurezza sull’anniversario dell’invasione, ha sottolineato proprio «le sfide poste dalla Repubblica popolare», oltre a confermare che la premier Giorgia Meloni andrà a Washington prima dell’estate. Il massimo organismo del Palazzo di Vetro non poteva approvare una risoluzione come quella adottata giovedì dall’Assemblea Generale, per chiedere il ritiro delle truppe russe, perché Mosca l’avrebbe impedita col veto. Però ha confermato l’isolamento di Putin. L’elefante nella stanza era il piano cinese, che il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha giudicato un potenziale passo positivo, più per cortesia istituzionale che per sostanza, come il portavoce del segretario generale Antonio Guterres. Blinken lo ha indirettamente liquidato così: «Nessun membro del Consiglio di Sicurezza deve invocare la pace mentre sostiene la guerra della Russia in Ucraina, e cadere nella falsa equivalenza di chiedere ad entrambe le parti di fermare i combattimenti, perché c’è un aggressore e un aggredito ».

Nota stampa: Vertice G7 - ECCO

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, intervenendo al G7 virtuale, ha notato che «la Cina non ha credibilità perché non ha mai condannato l’invasione della Russia e ha firmato un accordo per una partnership senza limiti con Mosca». Nel documento finale del summit i leader hanno mandato un avvertimento chiaro: «Nessun Paese aiuti la Russia o ci saranno sanzioni dure», come quelle nuove imposte ieri al Cremlino. La Cina deve andare a Kiev e parlare con Volodymyr Zelensky, come ha parlato con Putin. Inoltre non può mettere sullo stesso piano aggressore e aggredito». Tajani ha parlato di «luci ed ombre». Le prime sono «il rispetto della sovranità nazionale, la creazione di un’area per denuclearizzare la guerra, la questione del grano». Le seconde sono che «non si parla di ritiro delle truppe russe, ma di un cessate il fuoco da iniziare con la situazione attuale. Questo non va bene, perché i russi hanno violato il diritto internazionale e invaso l’Ucraina». Valutazioni che circolano nelle cancellerie occidentali scendono più nei dettagli. Tra gli aspetti condivisibili notano il rispetto della sovranità e integrità territoriale, anche se probabilmente Pechino lo dice pensando al Tibet, lo Xinjiang, e magari alle sue mire su Taiwan. La ripresa dei negoziati, anche se la Cina non si propone come mediatrice. L’applicazione del diritto internazionale per la protezione dei civili, lo scambio dei prigionieri di guerra, il sostegno all’Aiea per garantire la sicurezza delle centrali nucleari, il rifiuto dell’impiego di armi atomiche, biologiche e chimiche, la prosecuzione dell’accordo sul grano e la promessa di contribuire alla ricostruzione. Gli elementi irricevibili sono il richiamo alla logica dei blocchi, che in realtà serve solo a rilanciare la retorica russa per giustificare l’invasione come azione preventiva, contro una minaccia occidentale inesistente. La cessazione delle ostilità senza ritiro russo, per congelare le conquiste territoriali fatte finora da Mosca. L’opposizione alle sanzioni unilaterali, che significa quelle di Usa, Ue, Giappone, adottate fuori dal Consiglio di Sicurezza perché qui ovviamente Putin le impedirebbe col veto. La stabilità della catena degli approvvigionamenti, intesa come gli effetti negativi su energia, finanza, trasporti, commercio, che in realtà non nascono dalle sanzioni, ma dalla decisione sovrana e legittima di ridurre la dipendenza da un paese, la Russia, che ha dimostrato la sua totale inaffidabilità. A questo gli Usa aggiungono le prove raccolte su Pechino che medita di fornire armi a Mosca, che a sua volta vuole compensare l’Iran dei droni e gli altri aiuti ricevuti, fornendo caccia a Teheran. Non l’atteggiamento di chi pensa alla pace.

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT