Putin in soccorso di Berlusconi Cronaca di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 23 febbraio 2023 Pagina: 2 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «Mosca in soccorso di Berlusconi: “Da Zelensky rabbia impotente”»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 23/02/2023, a pag.2, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "Mosca in soccorso di Berlusconi: “Da Zelensky rabbia impotente” ".
Rosalba Castelletti
Silvio Berlusconi con Vladimir Putin
MOSCA — Con amici simili chi ha bisogno di nemici? L’ex presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi può contare sulla Russia. A ribattere al presidente ucraino Volodymyr Zelensky ieri ci ha pensato Maria Zakharova, la portavoce del ministro degli Esteri moscovita. «In un altro impeto di rabbia impotente, il bunker ha attaccato Berlusconi, che ha ricordato al regime di Kiev il Donbass», ha esordito ieri la (poco) diplomatica russa sul suo canale Telegram riferendosi con “bunker” al rifugio dove il leader ucraino è stato costretto a trasferire il suo quartier generale quando la Russia, un anno fa, ha iniziato a bombardare Kiev. Rispondendo alle critiche a ruota libera esternate due settimane prima ai seggi elettorali dall’ex premier italiano, Zelensky aveva detto: «Credo che la casa di Berlusconi non sia stata mai bombardata ». Per replicare Zakharova ripesca una vecchia intervista in cui il Cavaliere raccontava di essere sopravvissuto ai bombardamenti degli Alleati su Milano nel 1943 per poi ironizzare: «È così che, in modo banale, Zelensky ha preso e paragonato il suo regime con quello fascista e l’operazione militare speciale russa con le azionidegli Alleati durante la seconda guerra mondiale. Gli è scappata la verità». Non è la prima volta che la portavoce degli Esteri russa entra a gamba tesa nel dibattito politico italiano. E lo fa con tempistica ad orologeria: all’indomani della visita della premier Giorgia Meloni a Kiev e dell’insolita allusione del presidente russo Vladimir Putin. «Tutti ricordano come durante la pandemia abbiamo aiutato diversi Paesi europei, soprattutto l’Italia », aveva detto martedì il leader del Cremlino nel suo discorso annuale sullo stato della nazione, destinando al nostro Paese un’attenzione non riservata in quasi due ore di prolusione a nessun altro Paese Ue, eccetto Francia e Regno Unito. Zakharova non è la sola a parlare. Interviene anche l’ambasciatore russo Serghej Razov per bacchettare l’esecutivo nostrano. «Fornendo armi a Kiev, l’Italia, forse contro la propria volontà (perlomeno contro la volontà di gran parte dei suoi cittadini) si fa trascinare in una contrapposizione militare, diventando parte in causa nel conflitto», dice in un’intervista all’agenzia Ansa. Per poicavalcare le parole di Putin ribadendo ancora una volta “l’ingratitudine” del nostro Paese che avrebbe già dimenticato gli aiuti di Mosca nei momenti peggiori della pandemia o dopo il terremoto dell’Aquila. La sensazione è che la Russia abbia visto un varco nello scontro tra il leader azzurro e il presidente ucraino e non abbia esitato a infilarcisi dentro sperando di allargare il divario non solo tra Berlusconi e Zelensky, ma anche tra Berlusconi e Meloni. Magari non basterà a far mettere in discussione il sostegno economico e militare dell’Italia a Kiev, ma quantomeno getterà benzina sul fuoco della zizzania all’interno della coalizione e di conseguenza creerà scompiglio in seno all’Unione Europea. La Russia sa di poter far leva sul consenso di un’opinione pubblicache si è invece rivelato spesso tiepido nei confronti di Kiev. Lo conferma anche l’ultimo sondaggio diffuso dall’European Council on Foreing Relations (Ecfr) a un anno dall’inizio dell’offensiva russa in Ucraina. L’Italia, spiega la nota a margine della rilevazione, è «un caso anomalo» rispetto al resto dei Paesi occidentali. Soltanto da noi il 39 per cento della popolazione vede la Russia come un «avversario» e il 15 per cento come un «rivale», mentre il 23 per cento la considera un «alleato » o addirittura un «partner necessario». Percentuali completamente opposte a quelle di Stati Uniti e degli altri Paesi Ue. Che ci consegnano la palma di ventre molle del fronte occidentale. Di anello debole che Mosca non esita e non esiterà a testare.
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