Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/02/2023, a pag.19 con il titolo "Insulti al bimbo ebreo: "In un'altra epoca ti avremmo bruciato" " la cronaca di Bernardo Basilici Menini.
Dario Disegni
«Peccato che non ti possiamo bruciare, in passato avremmo potuto farlo». E tutti intorno a ridere. Una frase choc, resa ancora più inquietante dal fatto che è stata pronunciata da un bambino, rivolto a un suo coetaneo, e che è stata accolta dalle risate dei compagni di classe. È successo a Torino, la scorsa settimana. A raccontare l'accaduto è Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica cittadina. I fatti: un bambino di undici anni, studente della scuola ebraica di Torino, pochi giorni fa è andato a una festa con altri coetanei a casa di uno di loro che compiva gli anni. Lo ha fatto indossando la kippah, il tradizionale copricapo ebraico. Un particolare a cui i piccoli normalmente non fanno nemmeno caso, o che al massimo accolgono con curiosità. E invece a quella festa è successo qualcosa di diverso. Un altro dei bambini presenti si è avvicinato: «Peccato che non siamo in anni precedenti o ti avremmo potuto bruciare». I compagni tutti intorno «si sono messi a ridere», rivela Disegni.
L'accaduto è stato riportato al presidente dai genitori del piccolo, membri della Comunità ebraica, e al momento non è chiaro se madre e padre abbiano intenzione di prendere provvedimenti per l'accaduto. Quel che è certo è che il bambino che ha pronunciato la frase – che gli altri coetanei hanno capito, ridendo di tutta risposta – non può essersela inventata. Da qualche parte deve aver udito e compreso espressioni antisemite di questo tipo. «E io mi chiedo dove sentano certe cose i bambini, mi viene da chiedermi quale sia il ruolo delle famiglie quando capitano fatti di questo genere», riflette amareggiato Disegni. La Città medaglia d'oro per la Resistenza, così, non è più solo quella delle lapidi dei partigiani infrante o delle svastiche sulle porte delle case dove vivono gli ebrei, ma anche quella in cui l'antisemitismo finisce in bocca ai bimbi. «Non si può negare che i fenomeni di antisemitismo e di intolleranza siano in crescita. È un trend che ci preoccupa molto», spiega Disegni. «La percezione degli ebrei in Europa è di crescente insicurezza. Circa il 10% degli italiani è censito come antisemita, ma c'è un antisemitismo serpeggiante molto superiore».
La politica, secondo i rappresentanti della Comunità ebraica, non aiuta. Disegni attacca il rapporto di Amnesty International "Apartheid di Israele contro la popolazione palestinese" presentato in Comune qualche settimana fa, in un evento organizzato da Sinistra Ecologista: «Le frasi su Israele che porterebbe avanti l'apartheid sono pericolose, perché non hanno a che fare con il giudizio sulle politiche di Israele che sollevano dubbi anche tra gli stessi ebrei». Ancora più netto il rabbino capo torinese Ariel Finzi che ha definito come «antisemite». Alice Ravinale, capogruppo di Sinistra ecologista che aveva organizzato l'evento, chiarisce: «Nessuno si permetterebbe di mettere in discussione l'esistenza dello stato di Israele: sono state semplicemente espresse delle analisi critiche nei confronti di alcune politiche».
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