Biden vola a Varsavia per unire gli alleati e forzare Putin a trattare Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Repubblica Data: 20 febbraio 2023 Pagina: 4 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «Biden vola a Varsavia per unire gli alleati e forzare Putin a trattare»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 20/02/2023, a pag. 4, con il titolo "Biden vola a Varsavia per unire gli alleati e forzare Putin a trattare" la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
VARSAVIA — Mostrare al mondo l’unità dell’alleanza che sostiene la difesa della democrazia ucraina: segnalando a Putin che la coalizione non cederà mai, a Kiev che gli aiuti continueranno ad arrivare, agli americani che è indispensabile proseguire questa missione e agli europei che devono contribuire di più, anche sul piano economico. Sono gli obiettivi che il presidente Biden si pone con il suo viaggio in Polonia - la partenza stasera - per marcare il primo anniversario dell’invasione russa. Il capo della Casa Bianca incontrerà il presidente polacco Duda e i leader dei Paesi ex sovietici o che facevano parte del Patto di Varsavia; e soprattutto terrà un discorso nella capitale polacca per indicare la linea nella lotta all’espansionismo di Putin. Un passaggio in Ucraina non è previsto nel programma ufficiale, che però può sempre cambiare. Un anno fa Biden aveva già pensato alle parole che avrebbe pronunciato dopo la caduta di Kiev, che sembrava inevitabile. Zelensky però gli aveva chiesto armi, invece di un passaggio per scappare all’estero, e i suoi militari avevanosorpreso anche se stessi, prima bloccando l’avanzata dell’armata russa sulla capitale e poi respingendola da molti territori conquistati. Ora la guerra che nessuno si aspettava durasse così tanto è in stallo, con Mosca impegnata in una nuova offensiva che procede molto lentamente e Kiev che aspetta le nuove armi promesse dagli alleati occidentali, a partire dai tank e forse presto anche i caccia, per tornare ad avanzare e convincere Putin che l’unica via d’uscita per lui è accettare un negoziato vero, in cui vengano garantite sovranità e integrità territoriale ucraina. Anche Biden però ha problemi davanti a sé, come dimostra il recente sondaggio diAp-Norc , secondo cui solo il 48% degli americani è favorevole a continuare le forniture militari a Zelensky, con il 29% contrario e il 22% incerto. A maggio i sostenitori erano il 60%, e a questo si aggiunge il fatto che alle elezioni di midterm i repubblicani hanno ripreso la maggioranza alla Camera, con 11 isolazionisti che hanno già presentato una risoluzione per mettere fine agli aiuti economici e bellici e spingere l’Ucraina a negoziare con l’invasore. A questo si aggiunge l’allarme del segretario di Stato Blinken, secondo cui la Cina si appresterebbe a fornire assistenza militare alla Russia. Dopo aver affermato a Monaco che Mosca ha commesso crimini contro l’umanità, fare marciaindietro è diventato quasi impossibile. Biden diceva già in campagna elettorale che il mondo è a un punto di svolta per la sfida lanciata dalle autocrazie. Pensava soprattutto a Pechino, e aveva ordinato il ritiro dall’Afghanistan proprio per liberare le risorse per contrastare questa minaccia, ma Putin l’ha trasformata nella prima guerra campale combattuta in Europa dalla fine del Secondo conflitto mondiale. Quindi il presidente va in Polonia per spiegare al mondo che quella in corso è una sfida epocale per la difesa di democrazia e libertà e convincere gli alleati e i suoi cittadini a continuare lo sforzo, almeno fino a quando Zelensky non sarà in condizione di sedersi al tavolo delle trattative da una posizione di forza. Come finirà, almeno nei desideri di Washington, lo ha spiegato la responsabile politica del dipartimento di Stato Victoria Nuland: «Finisce con un’Ucraina sicura e vitale. Finisce con Putin che zoppica fuori dal campo di battaglia. E spero finisca anche con una cittadinanza russa che dica: “È stato un pessimo affare per noi, vogliamo un futuro migliore”».
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