Gent.ma Deborah, Ultimamente USA e Europa sono molto preoccupati .Non si tratta del Covid 19 , nè della guerra in Ucraina ad un passo dal nucleare. Attualmente il loro problema maggiore sono i due insediamenti che Israele ha intenzione di costruire nella Giudea, territorio biblico riconquistato in seguito all'aggressione Giordana 57 anni fa! Non mi risulta in altre occasioni del passato una simile reazione del mondo . Tito ha invaso e cambiato il nome italianissimo di Fiume e, dopo 50 anni di regime comunista, ho visitato il paese e chiesto alla gente dov'è Fiume ma nessuno sapeva indicarmelo. Hanno detto qui è Rieka ! Altri esempi : in transilvania Kolosvàr è diventata Napoka, Nizza Nice, ecc… In questi paesi dopo la conquista i governi non hanno implorato la pace in cambio di territori. Cordiali saluti
Ilan
Gentile Ilan,
L’Europa ha sempre fatto tragedie ogni volta che Israele costruiva una casa in Giudea ( zona C), la differenza è che adesso lo fanno anche gli USA. Biden strepita e manda il suo vice a rimproverare Israele e a blandire i palestinesi. La visita di Blinken da Abu Mazen è stata una vergognosa dimostrazione di leccaculismo. È andato a Ramallah per fare le condoglianze e “esprimere tutta la sua tristezza per l’uccisione di civili palestinesi”. Non mi risulta che abbia fatto lo stesso con Netanyahu sebbene i terroristi abbiano ammazzato in poche settimane 31 israeliani, tra cui due bambini di 6 e 8 anni. Se un Segretario di Stato americano si abbassa a presentare le condoglianze del proprio governo per dei terroristi uccisi dall’esercito israeliano durante scontri iniziati dai palestinesi, è facile capire da che parte sta l’attuale governo Biden. Per questo motivo, la ferma condanna per la costruzione di case da parte di Gerusalemme, è il minimo sindacale che possano inventarsi. Non c’è speranza che l’Europa cambi atteggiamento, ma la buona notizia è che Nikki Haley, sincera amica di Israele, ha presentato la sua candidatura per le elezioni USA del 2024. Allora, forse, almeno da quella parte, le cose cambieranno in nostro favore. Un cordiale shalom
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Gentile Fait, io ho sempre pensato che l'apartheid fosse un sistema politico e istituzionale vigente in Sud Africa, consistente soprattutto dalla separazione della popolazione indigena nera e meticcia da quella bianca coloniale. Quella, insomma, denominata segregazione razziale. Siccome non mi risulta che questo avvenga in Israele, unica democrazia realizzata nel Medio Oriente, mi può spiegare perchè le dichiarazioni apparse oggi sul Corriere della Sera da parte del grande musicista Daniel Barenboim, ebreo nato in Argentina, mi siano apparse così piene di idee sbagliate sull'attuale situazione politica e sociale in Israele, tanto da sembrarmi molto vicine a quelle in voga in alcune città spagnole come Barcellona che parlano insensatamente di apartheid israeliana, senza darne dimostrazione che non sia di parte palestinese. Qualche memoria dovrebbe comunque affiorare alla mente di quelli che detestano l'oggi di Israele, nel loro passato, nell'Argentina di Videla e nella Spagna di Franco, ma anche, senza ripescare nella memoria, almeno riconoscere l'esistenza di Stati nemici di Israele come l'Iran e la Siria, che in Medio Oriente massacrano la loro popolazione e usano la ferocia come strumento di persuasione e che vorrebbero cancellare la "entità sionista". Oppure è una questione di antisemitismo? La saluto cordialmente, e auguro un buon lavoro a tutti voi.
Giulio Peppini
Gentile Giulio,
La sua penultima frase è quella giusta ( oltre a tutto il resto): è una questione di antisemitismo. Daniel Barenboim, ebreo argentino, è un noto antisemita. Sono anni che blatera contro Israele, tanto che è stato dichiarato persona non grata per i suoi atteggiamenti di disprezzo verso i sopravvissuti durante un concerto a Gerusalemme, molti anni fa. In compenso ha dichiarato, urbi et orbi, il suo orgoglio per essere diventato “cittadino palestinese” con tanto di passaporto rilasciato, all’epoca, da Arafat. Documento privo di significato poiché non rappresenta uno stato, carta straccia dunque. Ogni parola del musicista contro Israele o gli ebrei non è una sorpresa. Lo sarebbe il contrario. Come lei scrive giustamente, un paese può essere accusato di apartheid se ha delle leggi che richiamino alla segregazione razziale. Tutti i cittadini di Israele hanno gli stessi diritti e i medesimi doveri di fronte alla legge. Vi sono arabi e beduini che ricoprono alte cariche dello stato come la direzione di ospedali, nella sanità pubblica, medici e paramedici, presidenti di università ( il presidente di una sezione dell’Università Ben Gurion è un beduino), generali nell’esercito, giudici della Suprema Corte. Abbiamo avuto bellissime Miss arabe che hanno rappresentato Israele nel mondo. L’accusa di apartheid è stata inventata da Arafat, ripresa da Abu Mazen, ed è stata subito adottata dagli antisemiti, spesso purtroppo da rappresentati di città, come il sindaco di Barcellona, e nazioni intere. Inventarsi accuse infondate e infamanti su Israele, sperare nel suo annientamento, si riassume in una sola parola: antisemitismo. Un cordiale shalom
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Gentile Signora Deborah Fait Devo farle una domanda che lei molto probabilmente troverà strana, forse stupida, ma la cui risposta dovrebbe servirmi per comprendere meglio cosa è accaduto con gli accordi di Oslo. Oltre allo Stato di Israele esiste la zona che prima della guerra del 1967 veniva chiamata Cisgiordania, formata, mi sembra, dalla Giudea e Samaria, e che voi denominate West Bank, mentre altri parlano di territori occupati. Mi scuso se ho sbagliato qualcosa, ma questa mi sembra sia la situazione sul campo. Lasciamo stare la striscia di Gaza, che mi sembra faccia una storia a sé, ma nel West Bank chi effettivamente comanda? lo stato di Israele? E l'autorità palestinese quali potere ha? Non è che in buona sostanza ci sono già due stati, uno, Israele, e l'altro dei palestinesi? Il fatto è che io, e forse tanti altri, non capisco quale sia la situazione giuridica del West Bank e quali sono i poteri su di esso sia di Israele che dell'autorità palestinese. La ringrazio sé vorrà delucidarmi in merito e le porgo cordiali saluti. Sempre dalla parte di Israele Cattani Giovanni Creazzo Vicenza
Gentile Giovanni,
Chiariamo subito l’uso dei nomi perché è importante. West Bank non è il nome che usiamo in Israele ma è quello dato dagli arabi per significare quella parte di territori a ovest del Giordano. Cisgiordania è il nome dato dagli inglesi. Per Israele quei territori si chiamano GIUDEA e SAMARIA, terre ebraiche da 3000 anni a questa parte. Gli accordi di Oslo del 1993 hanno stabilito la divisione di quel territorio in tre parti (in attesa dello status finale che non è mai avvenuto): Zona A- sotto il controllo dell’Autorità palestinese. Zona B- controllo civile palestinese e israeliano per la sicurezza. Zona C- pieno controllo israeliano Sembra semplice ma non lo è perché Oslo prevedeva anche la fine del terrorismo palestinese cosa mai avvenuta, anzi aumentata subito dopo le firme tra Rabin e Arafat a Washington. L’AP ( Autorità palestinese) non è uno stato, non ha un’economia, non ha una moneta, non ha una capitale, non è in grado di autogestirsi nonostante sia letteralmente ricoperto da miliardi dall’Europa e USA. È semplicemente un’ entità comandata da un terrorista quale è Abu Mazen( e prima di lui Arafat) dove chi si ribella alla dittatura viene eliminato e dove vige la cultura dell’odio e della morte per martirio. Recentemente stanno ingaggiando anche terroristi bambini, gli ultimi due avevano 13 e 14 anni. Mi auguro di essere stata sufficientemente chiara. Un cordiale shalom