Sulla tv di Teheran, carrellata di negazionisti della Shoà e teorici del “complotto ebraico”
Analisi di Benjamin Weinthal
Benjamin Weinthal
Nei giorni che precedevano il 27 gennaio, Giornata internazionale della memoria della Shoà, l’emittente Channel 4, controllata dal regime iraniano, ha messo in onda una serie di trasmissioni con interviste a negazionisti britannici e americani. Come ha documentato il Middle East Media Research Institute (MEMRI), il negazionista della Shoà britannico Nicholas Kollerstrom ha affermato all’emittente del regime iraniano che è ora di mettere “a dormire” la “narrativa da incubo allucinato” dell’Olocausto, e che lo scopo di “questa Olo-bufala” (sic) è quello di schiacciare lo spirito della Germania. Kollerstrom ha continuato il suo sproloquio sostenendo che il termine Endlösung der Judenfrage (“Soluzione finale della questione ebraica”) significava che la Germania non voleva che “gli ebrei controllassero i loro media, i giornali, la giustizia, la politica: volevano che venisse rimossa l’influenza ebraica, dunque queste era la politica”. “E’ tristemente tipico – ha detto al Jerusalem Post Jason Brodsky, direttore di United Against Nuclear Iran, una ong con sede negli Stati Uniti – Il sistema iraniano fa sfoggio del suo antisemitismo. La Repubblica Islamica è nata nell’antisemitismo e questa non è che sua più recente manifestazione. L’anno scorso Kayhan ha pubblicato una rubrica editoriale che elogiava Hitler, per cui la scelta di interlocutori di quest’anno si inserisce in quel quadro”. Il quotidiano Kayhan è il principale organo portavoce di Ali Khamenei, la Guida Suprema della Repubblica Islamica d’Iran. Brodsky ha aggiunto che il fenomeno “parte dall’alto, con la Guida Suprema dell’Iran che cita negazionisti della Shoà come Roger Garaudy. Offrire questo podio a tali personaggi contribuisce alla diffusione dell’antisemitismo nel mondo, e per questo il regime iraniano dovrebbe essere ostracizzato, emarginato e sanzionato. Non lo si dovrebbe più corteggiare con ulteriori profferte”. MEMRI riferisce che l’intervista a Kollerstrom è stata trasmessa da Channel 4 come parte della serie a cadenza quotidiana in cui lo scrittore e conduttore televisivo iraniano Arash Darya-Bandari (noto anche come Blake Archer Williams) ha intervistato negazionisti della Shoà e teorici delle cospirazioni ebraiche e occidentali. Secondo fonti online, Williams è cresciuto negli Stati Uniti in una famiglia di immigrati iraniani cristiani, ha studiato storia islamica all’Università della California di Berkeley, si è convertito all’islam sciita e successivamente è emigrato in Iran. Il vescovo negazionista britannico Richard Nelson Williamson ha detto al conduttore Darya-Bandari che “il mito dell’Olocausto è un mito” (Williamson ha poi argomentato che per gli ebrei “è assolutamente istintivo odiare Gesù Cristo” e per questo hanno “creato la Massoneria, per portare la corruzione ebraica nella società cristiana”; che gli ebrei “hanno abbastanza talento da conquistare un paese” e per questo “sono stati espulsi da molti paesi”; che “gli ebrei ricevono il potere dal diavolo, che mostra loro come prendere il potere e il controllo del governo”. “La guerra in Ucraina – ha detto il vescovo – è in realtà ebraica: l’America ebrea e senza Dio contro la santa Russia”. Secondo Williamson, “gli ebrei usano i media per controllare la mente delle persone, e controllare il mondo. E se inizi a criticarli in pubblico, vieni condannato come antisemita, destituito e persino assassinato se ti metti davvero di traverso. Sono loro i razzisti più potenti sulla faccia della terra. Sono manipolatori della verità: lo imparano dal diavolo, e il diavolo è il loro volenteroso maestro”. Il tutto mandato in onda sulla tv del regime iraniano ndr). A sua volta intervistato dall’organo di informazione del regime iraniano, il negazionista americano Ron Unz ha dichiarato: “L’introduzione su larga scala dell’Olocausto nella vita pubblica americana è verosimilmente avvenuta grazie ai buoni uffici di Hollywood. In altre parole, Hollywood è dominata in modo schiacciante dagli ebrei. La maggior parte dei principali registi sono ebrei. Gli studi cinematografici sono generalmente di proprietà, controllati o fondati da ebrei, e tutti costoro credevano all’Olocausto”. Secondo Unz, “sei milioni [di morti] è un’evidente sciocchezza”. “Nei campi di concentramento – ha asserito – sono morti un paio di centinaia di migliaia di ebrei”. E ha aggiunto: “Miliardi di dollari, decine di miliardi di dollari sono stati pagati ai presunti sopravvissuti alla Shoà o allo stato d’Israele. Adesso ci sono enormi interessi personali tremendamente impegnati a sostenere questa nozione, anche se non ha molto fondamento nella realtà”. Secondo Unz, una volta che gli americani inizieranno a dubitare della Shoà, dubiteranno anche dell’11 settembre e dell’assassinio di John Kennedy. “La narrativa dell’Olocausto è il mito fondamentale dell’impero americano – ha affermato a Channel 4 lo scrittore americano E. Michael Jones – La narrazione delle docce e quella del [gas] Zyklon B che disinfettava i vestiti si sono fuse in quella di getti delle docce da cui usciva del gas. Questi ebrei non avevano mai visto una doccia. Non sapevano cosa fosse”. Secondo Jones, i campi come Auschwitz “avevano una piscina, avevano ogni sorta di cose per cercare di rendere migliore la vita in modo che questi lavoratori fossero più produttivi. Auschwitz era un campo dove le persone venivano fatte lavorare”. Nella sua tirata antisemita contro ebrei e Israele, Jones ha detto: “Il denaro controlla il governo, e il denaro è controllato dagli ebrei e sono loro che determinano le politiche di base degli Stati Uniti d’America, ed è per questo che siamo in guerra con l’Iran. Il che non è nell’interesse del popolo americano, è nell’interesse di Israele”. Intervistata dall’emittente iraniana antisemita e anti-americana, l’attivista americana Alison Weir ha detto: “Una delle cose peggiori che i partigiani di Israele hanno fatto, ritengo, è stata spingere gli Stati Uniti in queste guerre enormemente tragiche e distruttive per conto di Israele, come parte del suo controllo sulla regione”. Weir ha aggiunto che Israele “ha incorporato sionisti nel Pentagono e nel governo degli Stati Uniti [per] spingere gli Stati Uniti ad attaccare l’Iraq”. Secondo Weir, “il fatto triste è che l’establishment ebraico negli Stati Uniti sostiene Israele e sprona le guerre contro l’Iraq e l’Iran”. L’accademico musulmano americano Kevin Barret ha fatto eco alle teorie cospirative anti-americane e antisemite degli altri ospiti di Channel 4, dicendo: “Probabilmente Israele è molto implicato nell’assassinio dei Kennedy e nel far saltare in aria le Torri Gemelle l’11 settembre allo scopo di indurre con l’inganno gli Stati Uniti in una guerra che avrebbe ucciso milioni di persone e danneggiato davvero gli interessi degli Stati Uniti distruggendo i nemici di Israele”.
(Da: Jerusalem Post, 4.2.23)