Zelensky: cosa serve a Davide per sconfiggere Golia Analisi di Cecilia Sala
Testata: Il Foglio Data: 18 febbraio 2023 Pagina: 1 Autore: Cecilia Sala Titolo: «Monaco determinata»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 18/02/2023, a pag.1, con il titolo "Monaco determinata", l'analisi di Cecilia Sala.
Cecilia Sala
Volodymyr Zelensky
Roma. Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Zelensky ha ripetuto che “non c’è alternativa alla vittoria ucraina”, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha usato parole inattese: “Chiunque possa mandare dei carri armati, lo faccia immediatamente”. Scholz ha insistito su un concetto: armare Kyiv non prolunga la guerra, ne avvicina la fine. E’ la stessa Germania che solo un mese fa veniva considerata l’anello debole dell’alleanza per i tentennamenti sui carri armati Leopard. Putin scommette che il fronte occidentale si spezzi. Se accadesse, non avrebbe più alcuna ragione di fermarsi, ma solo l’incentivo a continuare a bombardare e avanzare. Il messaggio per lui che arriva da Monaco è: scordatelo. Il presidente francese Emmanuel Macron, che nella prima fase dell’invasione ha telefonato al Cremlino più di dieci volte per parlare con Vladimir Putin e proporsi di “mediare” tra la sua posizione e quella dell’Ucraina aggredita, che insisteva sul “non bisogna umiliare Mosca”, ieri ha detto che “non è il momento del dialogo” perché prima ci vuole un successo militare. Ha invitato tutti ad aumentare gli aiuti militari all’Ucraina. Ha detto che serviranno per permettere ai soldati di Kyiv di liberare altro territorio con una nuova controffensiva in primavera, che deve servire per vincere sul campo e, solo dopo, avviare un negoziato con l’Ucraina in una posizione di forza. In Europa è diventato chiaro come il presunto spiraglio di pace di cui si è parlato insistentemente pochi mesi fa fosse una nostra illusione collettiva, che il Cremlino ha utilizzato per riorganizzare il proprio esercito e tentare una nuova offensiva nel sud-est, quella che è già cominciata a gennaio. Le parole del presidente ucraino non sono nuove perché Zelensky aveva inaugurato il termine “vittoria” sei mesi fa, camminando tra i carri armati russi distrutti disposti in fila su corso Khreschatyk a Kyiv, il giorno della festa dell’Indipendenza. Sei mesi dopo quella scena, e a pochi giorni dall’anniversario dell’invasione, è diventata una parola possibile anche per i suoi alleati. L’ambizione di usare la Conferenza sulla sicurezza di Monaco per dimostrare la compattezza occidentale è stata rispettata, ma gli ucraini sanno che non è scontata sul lungo periodo. Per questo chiedono aerei da combattimento e carri armati di ultima generazione: sanno che non saranno disponibili in tempo per una controffensiva in primavera, ma bisogna ottenerli adesso, prima che la determinazione degli alleati rischi di incrinarsi. A Monaco, la gratitudine di Zelensky per l’assistenza ricevuta finora faceva da premessa a un piccolo rimprovero: “Davide non ha sconfitto Golia con il potere della parola, ma con quello dell’azione, usando una fionda”. Il presidente ucraino ha invitato tutti a non commettere più gli errori del passato, si riferiva ai ritardi. Chiede una fionda più potente subito: “In modo che l’anno prossimo ci riuniremo qui a Monaco per la prima conferenza sulla sicurezza del dopoguerra”.
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