Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/02/2023, a pag. 13, con il titolo "Leon Panetta: “Putin deve scegliere sconfitta o negoziato” " l'intervista di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
Leon Panetta
NEW YORK — Leon Panetta è appena uscito da una riunione con alcuni colleghi del settore della difesa, e sull’anniversario dell’invasione russa in Ucraina non mostra dubbi: «Il 2023 sarà l’anno in cui Putin verrà costretto a scegliere tra la sconfitta totale, o il negoziato ». Per arrivare a questo successo, però, secondo l’ex capo del Pentagono e della Cia «gli alleati devono dare a Kiev tutto ciò di cui ha bisogno per difendersi, inclusi i caccia». Condanna poi i commenti di Silvio Berlusconi contro Zelensky, ma si dice sicuro che «il governo italiano resterà dalla parte della Nato».
Un anno fa si sarebbe aspettato l’invasione? «Conosco Putin da molto tempo. So chi è e come opera, ma non avevo mai pensato prima che fosse stupido nel prendere le sue decisioni. Mi ha sorpreso e offeso che abbia scelto di invadere una democrazia sovrana, come hanno fatto altri tiranni, i cui atti verranno ricordati come le azioni di chi non ha il senso della storia. Ovviamente l’intelligence aveva previsto che avrebbe invaso, aspettandosi un’operazione molto rapida, ma al contrario gli ucraini hanno resistito ed evitato il suo successo».
Perché avrebbe preso una decisione stupida? «Ha minato la Russia. Sapeva che avrebbe pagato un prezzo, perché Usa e Nato avrebbero imposto forti sanzioni, che hanno colpito l’economia e la gente. Era chiaro poi che avrebbero dato armi e addestramento agli ucraini per resistere alla strage. Infine la preoccupazione per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato si è rivolta contro lui stesso, perché non solo l’Alleanza oggi è più forte di prima, ma si allargherà a Svezia e Finlandia. Per tutte queste ragioni la sua scelta non ha senso».
L’ha giustificata con la scusa che la Nato si espandeva verso la Russia. «Ciò che ha fatto con l’invasione giustifica l’espansione della Nato, per rafforzare le proprie posizioni, e garantire che Mosca non possa aggredire i paesi dell’Alleanza. Ha contraddetto ogni logica del motivo per cui la Nato rappresentava una minaccia per la Russia, mentre invece è la Russia che rappresenta una minaccia non solo per la Nato, ma per tutte le democrazie del mondo».
Perché le forze armate russe hanno fallito gli obiettivi iniziali? «L’altro errore di Putin è stato sovrastimare i suoi militari. Era sicuro che fossero capaci di invadere e catturare Kiev in pochi giorni. È ovvio che le forze armate russe non sono più quelle del passato. Comando e controllo, sistemi d’armi e logistica sonotutti indeboliti. Sono una forza esaurita. Il problema principale di Putin era come rinforzare l’apparato militare e ha fallito».
Ora però i russi sono all’offensiva. Come la vede? «Putin, come mi dice costantemente l’intelligence, continuerà sempre a raddoppiare gli sforzi per cercare di rovesciare la situazione, ma la realtà è che sta perdendo. Non solo l’invasione iniziale è fallita, ma poi è stato cacciato dai territori presi all’inizio. Le sue forze sono spese. Tenterà di mostrare al mondo che la Russia può ancora prevalere in Ucraina, ma la spinta dell’inerzia ora è con Kiev, gli Usa e ma Nato. Il 2023 sarà l’anno critico, in cui Putin potrebbe essere totalmente sconfitto, o comunque costretto al tavolo del negoziato».
Dopo i carri armati, Zelensky chiede gli F-16. «A questo punto dobbiamo dare all’Ucraina qualunque cosa di cui abbia bisogno per difendere il paese. Sono contento che siano stati forniti i carri armati, e spero vengano consegnati presto, come i missili, le artiglierie e le difese aeree. Credo che alla fine gli alleati daranno il supporto dei caccia».
Con queste armi l’Ucraina può vincere? «Deve avere successo nel continuare l’avanzata dell’estate, e lanciare un’offensiva che spinga i russi fuori dal Donbass e la Crimea. Se avrà successo, Putin sarà costretto ad accettare una di queste due ipotesi: la sconfitta, o sedersi a negoziare una soluzione. Il 2023 è l’anno critico che deciderà futuro».
Come giudica le dichiarazioni di Berlusconi contro Zelensky? «Sono molto rammaricato per i suoi commenti, perché in passato abbiamo sempre considerato l’Italia un forte alleato per la difesa della Nato e delle democrazie. Penso che alla fine il governo di Roma resterà un forte partner dell’Alleanza».
Se si arriverà al negoziato, quali saranno gli obiettivi? «Tocca agli ucraini decidere i termini per qualsiasi trattativa. Loro hanno sopportato i sacrifici e combattuto, loro devono decidere cosa negoziare e per quale pace».
I punti fermi per garantire la stabilità in futuro sembrano essere l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina e l’ingresso nella Ue, ma non nella Nato. E’ una prospettiva realistica? «Sì. Il tema dell’adesione alla Nato non dovrà essere parte di alcun negoziato. Alla fine, una volta che l’Ucraina avrà avuto successo nel difendere l’integrità del paese, si deciderà il suo futuro in relazione alla Nato».
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