La Farnesina da sempre ostile a Israele, continuerà anche con il nuovo governo?
Lettera aperta al ministro Antonio Tajani di Deborah Fait
A destra: Antonio Tajani
Signor Ministro,
Nell’articolo che parla del “turismo e cooperazione italiana in Palestina” leggo nomi di tutto rispetto: Università degli studi di Roma “La Sapienza”, leggo: “Ministero delle antichità e del turismo-dipartimento culturale Heritage della Palestina”, leggo “Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale per la protezione e valorizzazione del patrimonio archeologico palestinese” sotto l’egida dell’AICS (Agenzia Italiana per la cooperazione e lo sviluppo) e dell’UNESCO. Leggo anche, signor ministro, che le rappresentanze di questi uffici sono situate, pensi un po’, a Gerusalemme. Secondo i miei studi e la mia esperienza, dato che vivo in Israele, so che Gerusalemme è la capitale dello Stato di Israele e, sempre secondo i miei studi, so che la Palestina non è mai stata una nazione e non è una nazione, quindi anche situare la città di Betlemme in Palestina è un errore madornale, Betlemme si trova nell’antica Giudea che, con gli accordi di Oslo, è stata regalata al defunto Arafat, presidente dell’AP (Autonomia Palestinese), non Palestina dunque. Detto questo, signor ministro, sono molto stupita che fior di dottori, professori, direttori vari, che si suppone abbiano studiato per arrivare a fregiarsi di quei titoli, siano convinti di rappresentare culturalmente un paese inesistente e che scrivano nelle loro brochures, vergognosamente, Gerusalemme-Palestina. Oltre che dimostrazione di grande ignoranza, è anche un’offesa scandalosa contro la democrazia israeliana con la quale l’Italia ha rapporti di amicizia. So che lei, signor ministro, diversamente da quelli che l’hanno preceduta, è amico di Israele, quindi la invito a dare un’occhiata alla pagina incriminata, parte del Ministero degli Esteri che lei rappresenta, e di invitare i vari professoroni ad aggiornarsi e, eventualmente, a rileggere la storia di questa zona del mondo, potrebbero avere la gioia di imparare cose a loro sconosciute.
Quanto le scrivo è un tentativo di spiegazione del perché la politica estera italiana nei confronti di Israele è sempre stata ostile. Adesso che il governo è cambiato, sta a lei, signor ministro, se continuarla o cambiarla.
Con fiducia, la saluto cordialmente
Shalom