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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Un altro attacco? Perché non incolpare le vittime? 13/02/2023
Un altro attacco? Perché non incolpare le vittime?
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Jerusalem: Two dead including child as car rams people at bus stop | CNN

È successo venerdì 10 febbraio. Siamo ancora nel cuore dell'inverno e le giornate sono corte. A Gerusalemme lo Shabbat inizia alle cinque meno un quarto e nel primo pomeriggio la gente si affretta a tornare a casa in tempo. A Ramot, nuovo quartiere della città, c'è folla alla fermata dell'autobus. Non lontano da lì, un'auto parcheggia senza dare nell'occhio. Ha la targa israeliana. All'improvviso, accelera e investe deliberatamente gli uomini, le donne e i bambini che sono in attesa. Il primo bilancio è di due morti e cinque feriti: un bambino di sei anni, rimane ucciso sul colpo; suo fratello di otto anni  è gravemente ferito, ma morirà alla fine dello Shabbat. Anche se meno colpito, il padre, ricoverato in ospedale, non potrà andare al funerale dei figli. L'altra vittima ha vent'anni. È sposato da appena quattro mesi. L'aggressore viene ucciso da un poliziotto che si trova lì per caso.      

La stampa francese riprenderà in tutto o in parte le informazioni diffuse dall’Agenzia France Presse. Alcuni si accontentano di pubblicarle così come sono; altri, e in particolare Le Figaro e Le Monde, vi dedicano più ampi sviluppi. Per Le Figaro, “un attacco con auto lanciata ad alta velocità   è stato perpetrato venerdì, a mezzogiorno, nei pressi di Ramot, un quartiere ultraortodosso a nord di Gerusalemme. A fine pomeriggio il bilancio è di due morti: un bambino di 6 anni e un uomo di 20 anni, studente di una scuola religiosa, oltre a cinque feriti gravi. Secondo un testimone sul posto, alcune vittime indossavano i loro abiti da Shabbat.” Il quotidiano aggiunge “A Gaza, i bambini hanno distribuito pasticcini per festeggiare l'evento.”  L'essenziale dunque c'è. Ma non è  il caso di Le Monde, dove, per giustificare il terrorismo, si avverte quello che sembra un tentativo di far sentire in colpa le vittime, se non di disumanizzarle.  “Due israeliani, tra cui un bambino di 6 anni, sono stati uccisi, venerdì 10 febbraio, in un attentato con un'auto ad alta velocità lanciata contro una fermata dell'autobus a Gerusalemme est, il primo giorno del week end in Israele.”        
Il venerdì è un giorno lavorativo in Israele, che non fa ancora parte del fine settimana. Perché non dire Shabbat? “L'attacco, descritto come  ‘terroristico’ – il giornale ne dubiterebbe? – dalla Polizia dello Stato Ebraico , è avvenuto a Ramot, un quartiere di insediamento ebraico dove vivono molti ultraortodossi nella parte orientale, palestinese e annessa da Israele, della Città Santa.”   

Insomma, le vittime sono dei coloni ebrei che occupano ingiustamente la parte palestinese di Gerusalemme. Da qui i commenti nauseabondi del solito branco di troll. Uno di loro è indignato per il fatto che il giornale citi la polizia israeliana secondo cui “l'autista di un veicolo che viaggiava ad alta velocità ha travolto degli innocenti che erano in attesa alla stazione degli autobus.” “ Innocente” un giovane colono di 8 anni ucciso durante l'attacco con un’auto lanciata a folle velocità? Sicuramente un errore di disattenzione rileggendo l'articolo.“
Contattato, il mediatore si è rifiutato di rimuovere questo post.

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Michelle Mazel

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