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Il Foglio Rassegna Stampa
07.02.2023 Zelensky a Bruxelles
Analisi di David Carretta

Testata: Il Foglio
Data: 07 febbraio 2023
Pagina: 1
Autore: David Carretta
Titolo: «Zelensky a Bruxelles vuole sbloccare i freni dei paesi dell’Ue»

Riprendiamo dal FOGLIO  di oggi, 07/02/2023, a pag. 1, con il titolo "Zelensky a Bruxelles vuole sbloccare i freni dei paesi dell’Ue", il commento di David Carretta.

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David Carretta

Zelensky pianifica una visita a Bruxelles | Euronews

Bruxelles. Dopo Washington, è giunto il momento di Bruxelles. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è stato invitato a partecipare al Consiglio europeo di giovedì e venerdì, e così potrebbe compiere il suo secondo viaggio fuori dal paese dall’inizio della guerra della Russia per sedersi al tavolo dei capi di stato e di governo europei. Per ragioni di sicurezza, non sono stati forniti ulteriori dettagli. A pochi giorni dal primo anniversario dell’aggressione, la presenza di Zelensky nella capitale europea avrebbe un forte valore simbolico. I leader dell’Ue si erano sentiti trascurati dalla sua scelta di andare prima a Washington che a Bruxelles. Dopo gli Stati Uniti, l’Ue e i suoi stati membri sono stati i più importanti contributori di aiuti finanziari, militari e umanitari (49 miliardi di euro, secondo le stime della Commissione). Far entrare Zelensky al Consiglio europeo servirà a dimostrare che il futuro dell’Ucraina è dentro l’Ue. Come la visita a Kyiv la scorsa settimana della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sarà anche un incoraggiamento per i soldati e i civili ucraini. L’eventuale visita di Zelensky a Bruxelles, tuttavia, rappresenta anche una sfida del presidente ucraino all’Ue, che continua a essere attraversata da esitazioni, titubanze ed errori di calcolo strategico. Al di là delle dichiarazione di sostegno “fino a quando sarà necessario”, i fatti dicono che i paesi europei stanno raggiungendo uno stallo, malgrado la Russia si stia preparando a lanciare una nuova grande offensiva per riprendere il vantaggio negli equilibri della guerra. Alcuni stati membri frenano sulla promessa di aprire rapidamente i negoziati di adesione con l’Ucraina. Altri ritengono che si sia raggiunto il limite di ciò che sia sanzionabile in Russia. Gazprombank non può essere esclusa da Swift perché Austria, Ungheria e Italia ne hanno bisogno per pagare il gas. Il Belgio esita ad accettare un embargo sui diamanti russi. Viktor Orbán mette il veto a sanzioni sul settore atomico russo, che deve costruire e rifornire le centrali nucleari ungheresi. Sugli aiuti militari, i paesi europei hanno fatto troppo poco e troppo tardi per fornire munizioni, sistemi di difesa aerea e carri armati da combattimento. Sui caccia e i missili a lunga gittata il dibattito è solo all’inizio. In un anno, i leader dell’Ue hanno già sbagliato i calcoli quattro volte. Prima, quando non hanno voluto capire che Putin avrebbe lanciato l’aggressione. Poi, quando hanno dato per scontato che Kyiv sarebbe caduta in una settimana. Ancora, quando hanno pensato che gli ucraini non sarebbero stati in grado di riconquistare territorio. Infine, quando hanno sottovalutato la capacità della Russia di riorganizzarsi e quella di Putin di usare la massa di uomini come carne da cannone. Se “l’Ucraina è l’Ue, l’Ue è l’Ucraina”, come ha detto Michel il 3 febbraio a Kyiv, allora gli europei devono fare tutto quanto è necessario per la vittoria dell’Ucraina.

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