venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
<< torna all'indice della rubrica
Lotta all'antisemitismo e al razzismo: la sorprendente scelta francese 05/02/2023
Lotta all'antisemitismo e al razzismo: la sorprendente scelta francese
Analisi di Michele Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


“La Premier, Elisabeth Bourne, ha presentato il suo piano nazionale contro il razzismo, l'antisemitismo e le discriminazioni legate all'origine.”  Il sito ufficiale del governo francese che il 30 gennaio ha dato questa notizia, precisa che “Ogni anno, in Francia, 1,2 milioni di vittime subiscono una discriminazione o un’aggressione di natura razzista o antisemita.”  Per combattere questo flagello, il piano ha cinque obiettivi: 1. Misurare  la realtà del razzismo, dell'antisemitismo e della discriminazione; 2. Avere il coraggio di parlare della realtà dell'odio; 3.  Migliorare l’educazione e la formazione;  4. Punire i responsabili; 5. Assistere  le vittime.

Il sito ufficiale del governo francese precisa inoltre che tale piano è stato presentato lo stesso giorno all'Istituto del Mondo Arabo (IMA) . Ci si perde in congetture su cosa abbia spinto la Signora Primo Ministro a scegliere proprio questo maestoso edificio. Certo, il Quai d'Orsay è uno dei maggiori contribuenti al bilancio dell'istituzione e siede nel suo Consiglio di amministrazione. Tuttavia, l'istituto è sostenuto finanziariamente da una Fondazione creata congiuntamente da Francia, Algeria, Arabia Saudita, Bahrein, Gibuti, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Marocco, Mauritania, Oman, Qatar, Somalia, Sudan, Siria , Tunisia e Yemen. A questi Stati fondatori in seguito si sono uniti la Libia, l’Egitto e la Palestina.

E’ d’obbligo riconoscere che, ad eccezione della Francia, questi non sono Paesi che si distinguono per la loro lotta contro l'antisemitismo. Inoltre, la mostra organizzata dall'IMA sul tema "Ebrei d'Oriente"  aveva suscitato una levata di scudi in quella che Le Monde chiama " l'intellighenzia araba " che vi vedeva dei “segni espliciti di normalizzazione”  con Israele.

Per “placare gli animi” ha aggiunto Le Monde, “l'IMA ha pensato di organizzare un dibattito sulle sue attività culturali. Tra poche settimane pubblicherà in collaborazione con le edizioni Seuil un'opera dal titolo eloquente:  “Quel che la Palestina apporta al mondo”. La pubblicazione, più volte rinviata, dovrebbe finalmente apparire il 10 marzo 2023 nella collana “Araborama” realizzata dall’ IMA e da Éditions du Seuil. Potete già preordinarlo sul sito di Amazon e su quello della FNAC.

Purtroppo, non dobbiamo aspettarci un impegno serio o una parvenza di obiettività. È più fantascienza che uno studio storico. “Diventata il simbolo della colonizzazione in un mondo in via di decolonizzazione nella seconda metà del XX secolo, la Palestina non appartiene a se stessa. Per alcuni è un desiderio irrefrenabile di liberarsi dall'oppressione, è il simbolo della lotta del più debole per i suoi diritti inalienabili. Per altri la Palestina significa guerra, terrorismo, morte.” Avete capito, questo lavoro scientifico che cancella qualsiasi riferimento alla storia e alla presenza ebraica in questo territorio non contribuirà affatto allo sradicamento del razzismo e dell'antisemitismo. L'Istituto del Mondo Arabo non cresce pubblicandolo. Resta da vedere se la Signora Primo Ministro onorerà il lancio del libro con la sua presenza.

Immagine correlata
Michelle Mazel


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT