venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
03.02.2023 L’alleanza anti autocrazie
Analisi di Gianni Vernetti

Testata: La Repubblica
Data: 03 febbraio 2023
Pagina: 34
Autore: Gianni Vernetti
Titolo: «L’alleanza anti autocrazie»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 03/02/2023, a pag.34, con il titolo "L’alleanza anti autocrazie" l'analisi di Gianni Vernetti.

27 November | Italy On This Day
Gianni Vernetti

Cooperazione con le autocrazie: quando è troppo, è troppo? — L'Indro

La visita appena conclusa del Segretario generale della Nato Jean Stoltenberg in Corea e Giappone inaugura una nuova fase dell’Alleanza Atlantica sempre più impegnata nello scacchiere dell’Indo-Pacifico. Gli incontri con il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e con il primo ministro giapponese Fumio Kishida, hanno rappresentato un capitolo importante per la definizione di una nuova dottrina in grado integrare le esigenze di sicurezza euro-atlantica con quelle dell’Indo-pacifico. Le sfide e le minacce comuni sul tappeto sono molteplici: l’impatto globale dell’invasione russa dell’Ucraina; la sfida sistemica con la Repubblica Popolare Cinese a cominciare da Taiwan; le minacce asimmetriche di Iran e Corea del Nord; la libertà di navigazione nell’Indo-pacifico dove transitano due terzi del commercio globale. La missione asiatica di Stoltenberg è una prima attuazione del concetto strategico della Nato messo a punto nel vertice di Madrid nello scorso luglio, al quale parteciparono anche Corea del Sud, Giappone, Australia e Nuova Zelanda a confermare la proiezione indo-pacifica e globale dell’alleanza stessa. Gli stessi quattro Paesi asiatici sono anche parte integrante del Gruppo di Contatto sulla Sicurezza sulla Ucraina, la cosiddetta “coalizione di Ramstein” (dal nome della base militare Usa in Germania dove si tengono gli incontri, ndr), che dall’inizio del conflitto coordina gli sforzi bellici e diplomatici in sostegno alla guerra di liberazione di Kiev. Il vertice fra Stoltenberg e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha avuto un ampio focus sull’Ucraina soprattutto a seguito dei rapporti di diverse intelligence occidentali e asiatiche, che confermano il sostengo diretto della Corea del Nord alla Russia con forniture missilistiche e armamento pesante. La legge sudcoreana, che potrebbe cambiare presto, vieta la fornitura diretta di armi a Paesi in conflitto, ma ciò non ha impedito al Seul di raggiungere diversi accordi militari per sostenere l’approvvigionamento della Polonia, uno dei Paesi più esposti nelle forniture belliche a Kiev. Tokyo ha già inviato a Kiev un centinaio di droni commerciali per attività di intelligence, insieme ad aiuti “non letali” e difensivi. Ma accanto all’attivismo multilaterale dell’alleanza atlantica nel teatro indo-pacifico, negli stessi giorni il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd J.Austin ha siglato a Manila un accordo strategico e di ampio respiro con il presidente Marcos. Si tratta di un rafforzamento del “Enhanced Defense Cooperation Agreement”, il pilastro più solido su cui poggia l’alleanza fra Usa e Filippine e che prevede attività diformazione, esercitazione ed interoperabilità fra i due eserciti. Con l’accordo di pochi giorni fa a Manila sono stati definiti i siti per 4 nuove basi militari non permanenti nell’arcipelago che permetteranno una forte presenza congiunta di fronte agli atolli del Mar Cinese Meridionale: si tratta degli arcipelaghi delle Spratly e Paracel, che la Cina ha in questi anni occupato illegalmente, costruendo ampie basi militari ed apprendo un contenzioso con quasi tutti gli Stati del Sud-Est asiatico a cominciare da Filippine e Vietnam. L’attivismo occidentale di queste ore di Nato e Usa ha come obiettivo il rafforzamento delle alleanze nell’Indo-pacifico anche per rassicurare Taiwan, la Cina democratica, soggetto fondamentale nella catena globale dell’approvvigionamento di chip e semiconduttori. E se a breve il nuovo speaker del Congresso, il repubblicano Kevin McCarthy, seguirà le orme di Nancy Pelosi recandosi in visita ufficiale a Taipei, ci ha pensato un leader europeo a rompere un tabù consolidato nel sistema delle relazioni internazionali: Petr Pavel, il neo eletto presidente della Repubblica Ceca, ha telefonato a Tsai Ing-wen, la presidente di Taiwan, diventando cosi il primo capo di Stato europeo ad intrattenere relazioni dirette con la leader di ciò che Pechino considera poco più che una provincia ribelle. “Taiwan e la Repubblica Ceca condividono gli stessi valori di libertà, democrazia e tutela dei diritti umani - ha dichiarato Pavel- per questo rafforzeremo la partnership fra i nostri due Paesi”. Il sostegno de facto di Pechino a Mosca che accanto alla mai smentita “alleanza senza limiti” fra Xi e Putin di esattamente un anno fa (4 febbraio 2022, ndr), rappresenta oggi lo sbocco geo-economico di una Russia fuori dalla legalità internazionale, unitamente alle forniture belliche di Corea del Nord e Iran verso la Russia, costringono le democrazie dell’Indo-pacifico e le democrazie euro-atlantiche ad un sempre maggiore integrazione e coordinamento. Non è ancora un alleanza formale a tutto campo, ma le molte reti esistenti e quelle in via di costruzione (Quad-Quadrilateral Security Dialogue; Aukus; Five Eyes) stanno disegnando un’alleanza globale fra le democrazie per contenere le crescenti minacce autocratiche. Il recente accordo fra Italia, Giappone e Gran Bretagna per lo sviluppo dei caccia da combattimento di prossima generazione si collocano a pieno titolo in questo disegno e presto i parlamenti di Roma, Tokyo e Londra saranno chiamati a discutere e deliberare la creazione di un organismo comune fra i tre Paesi per guidare la complessa sfida scientifica e strategica, da poco lanciata.

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT