Israele e l'algoritmo Commento di Rossella Tercatin
Testata: La Repubblica Data: 03 febbraio 2023 Pagina: 23 Autore: Rossella Tercatin Titolo: «E in Israele l’algoritmo fa 'rivivere' le vittime della Shoah»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 03/02/2023, a pag. 23, con il titolo "E in Israele l’algoritmo fa 'rivivere' le vittime della Shoah" la cronaca di Rossella Tercatin.
Rossella Tercatin
GERUSALEMME — L’intelligenza artificiale può rappresentare il mezzo con cui tramandare il ricordo della Shoah, mentre i testimoni continuano a scomparire? In Israele l’associazione Chasdei Naomi, che si occupa di assistere i sopravvissuti allo sterminio, scommette di sì. E ha organizzato quella che descrive come la prima iniziativa al mondo che combina memoria e Intelligenza artificiale. Diciannove reduci hanno raccontato la propria storia a un software sviluppato per trasformare il racconto e le parole in immagini. I testimoni hanno così visto le scene più drammatiche della propria esistenza prendere vita sullo schermo. Come per esempio il volto della sorellina di Raisa Gurevich, una sopravvissuta residente nella città di Beit Shemesh, che ha visto la bambina uccisa dai nazisti rivivere sul computer. Le immagini create dal software sono poi state trasformate in quadri esposti al Palazzo della Cultura di Ashkelon. All’inaugurazione, Raisa ha portato il cappottino ancora macchiato di sangue conservato per tanti decenni, in un tragico incontrotra realtà e mondo virtuale. «In questa epoca in cui dobbiamo combattere la negazione dell’Olocausto, progetti come questo, realizzati con il supporto delle moderne tecnologie, aiutano a far sì che la luce trionfi sull’oscurità », ha dichiarato il sindaco di Ashkelon Tomer Glam. Ma la mostra ha suscitato anche delle rimostranze. «I creatori affermano chela mostra rappresenta gli ebrei durante la Shoah, ma le persone nelle foto non sembrano ebrei di quel periodo», ha scritto per esempio la critica delle pagine culturali diHaaretz Naama Riba, notando come i bambini delle immagini appaiano ben nutriti e vestiti elegantemente, in contraddizione con le terribili condizioni dell’epoca. Oltre alla mancanza di realismo però, Riba attacca anche la tecnologia di per sé. «L’intelligenza artificiale non è in grado di esprimere empatia. Manca sentimento. Quindi l’animazione delle scene della Shoah realizzata attraverso l’intelligenza artificiale crea una storia alternativa, ignorando le testimonianze reali». La questione rimane aperta. Anche nello Stato ebraico, infatti, i sopravvissuti stanno scomparendo rapidamente. Nel 2022 ne sono mancati oltre 15mila, riducendone il numero a poco più di 150mila. Mentre si avvicina il momento in cui filmati e nuove tecnologie rimarranno l’unico mezzo per ascoltare la storia di chi è scampato allo sterminio.
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