Austria, vergogna Salisburgo! Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 02 febbraio 2023 Pagina: 14 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Strade naziste a Salisburgo»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 02/02/2023, il commento di Roberto Giardina dal titolo "Strade naziste a Salisburgo".
Roberto Giardina
Salisburgo, l'arrivo di Hitler
Le croci uncinate sventolarono al Festival di Salisburgo il 23 luglio del ´38, dopo l´Anschluss avvenuta in marzo, l´annessione dell´Austria da parte del III Reich. Dopo la guerra, gli austriaci furono abili nel presentarsi come vittime dei nazisti, del vicino tedesco troppo forte. Ma accolsero Hitler in trionfo. Già prima del ´33, della presa di potere, disse Simon Wiesenthal, il cacciatore di criminali nazisti, gli iscritti al partito erano più numerosi in Austria che in Germania, in rapporto alla popolazione. Al Festival di Salisburgo non diresse più Arturo Toscanini, fu lui in marzo a inviare subito un telegramma per annunciare il suo ritiro, e non furono invitati il regista Max Reinhard e Bruno Walter. Vennero vietate le opere di Hugo von Hoffmanstahl, uno dei fondatori del festival, ma non le opere di Strauss con i suoi libretti, che Hitler amava. E cacciati tutti cantanti e musicisti ebrei. Il festival si chiuse il 31 agosto. Vennero a mancare gli spettatori stranieri, che non tornarono neanche nel ´39, alla vigilia della guerra, ma il Führer fu presente all´apertura del Festival. Da Berlino furono spediti come premio gli iscritti al partito meritevoli, anche se odiavano l´opera. Ancora oggi Salisburgo non riesce a liberarsi dal passato. Ovunque in Germania, e altrove in Austria, sia pure con colpevole ritardo, si cancellano i nomi di strade e piazze dedicate a personaggi nazisti, ma non nella città di Mozart, si indigna Frau Hanna Feingold, 75 anni. Da un trentennio si batte per “cancellare nomi vergognosi”. Ma trova una sorda resistenza nelle autorità locali. Il marito Marko, un superstite dei lager, è scomparso nel 2019. Una battaglia che trova debole sostegno da parte dei cittadini. “Che cosa ho ottenuto?, denuncia, nulla. Questa è Salisburgo.” Nel febbraio del 2013, Frau Hanna e i suoi amici ottennero una vittoria apparente e parziale. Il municipio di Salisburgo decise che ogni strada e piazza dedicata a un uomo o una donna dovesse avere una targa esplicativa, a cura di storici e di esperti. Chi erano le persone ricordate e perché. Sono trascorsi gli anni, e solo nel giugno del ´21, la commissione incaricata della verifica presentò i risultati: si 1156 strade e piazze, 66 portavano i nomi di persone compromesse con il nazismo, divise in tre categorie. In tredici casi si raccomandava di cambiare nome, perché i personaggi erano gravemente compromessi. Tra di loro, lo scultore Josef Thorak, l´industriale Ferdinand Porsche, e anche Herbert Karajan, molto amato dagli austriaci, e venerato a Salisburgo. Su Karajan si è scatenata una lotta accesa, tra accusatori e fan: come cambiare nome alla sua piazza, vicina alla Festspielhaus? Karajan, nato a Salisburgo nel 1908 aveva appena 25 anni quando Hitler conquistò il potere, fa parte della storia del Festival, e ha sempre continuato a dirigere ovunque dopo la guerra, ha diretto i Berliner Philarmoniker fino alla morte, il 16 luglio dell´´89, e la direzione dell´orchestra berlinese fu affidata a Abbado. Per salvare la memoria di Karajan, nel dicembre del ´21, con una risicata maggioranza, il consiglio comunale ha deciso di non cambiare nessun nome. Sarebbe bastato un pannello esplicativo. Su quello di Karajan, dopo data di nascita e di morte, si legge: direttore del Festival dal 1956 al 1960, entrò nel 1933 nel NSDAP (il partito nazista) e usò il regime nazista per la sua carriera. Per Frau Hanna non basta e chiede che il nome venga cancellato. Lo storico Gert Kerschbaumer, che fa parte della commissione, commenta: “La decisione è politica, e la maggioranza ha deciso che non serve cambiare nomi. Bastano le targhe.” Come dire, la maggioranza ha sempre ragione. Il sindaco Harald Preumer, dell´ÖVP, il partito cristianodemocratico, aggiunge: “Con me nessun nome verrà cambiato.” Lui era contrario anche ai pannelli: il passato non si cancella, nel bene e nel male. Salisburgo rimane isolata. A Graz, l´anno scorso, hanno cambiato nome a venti strade e piazze. A Linz, a dicembre, hanno dato un altro nome a quattro strade. Frau Hanna si deve accontentare: nel ´21 è stato dedicatö un ponte pedonale a suo marito Marko Feingold , Che vuole ancora?
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