Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 02/02/2023, a pag. 13, con il titolo "Danilov: 'Siamo pronti a una nuova offensiva ma la guerra non durerà, Putin è in un angolo' " l'intervista di Paolo Brera.
Oleksiy Danilov
KIEV— Sul lungo tavolo nell’ufficio del segretario del “Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa” Oleksiy Danilov — uno degli uomini più vicini al presidente Zelensky, titolare di dossier come i rapporti con gli oligarchi e la lotta alla corruzione, oltre alla guerra — c’è una grande scacchiera. La prima mossa è sbagliata: pedone nero in e5 .«Sa giocare, Danilov?» — lo stuzzichiamo all’inizio di una lunga intervista, la prima alla stampa italiana dall’invasione — Muove il bianco, poi c’è la controffensiva. «Gioco da quando avevo 4 anni: se attacca il nero — replica sorridendo — vuol dire che il mondo e tutte le sue regole sono cambiate. E noi non ci lasciamo sorprendere».
Avete perso molti soldati. La Russia può reclutarne per anni: con meno pedine alla fine si perde, no? «La guerra non durerà cinque o dieci anni. Il mondo oggi è rapido. Nel 2024 ci saranno elezioni in molti Paesi, e la campagna elettorale inizierà già la prossima estate. Anche la nostra guerra parteciperà, in modo indiretto: voglio vedere coi miei occhi chi dirà di sostenere Putin, negli Usa o in Gran Bretagna o negli altri Paesi. E ci sono molti altri elementi che influiscono sulla guerra, e tutto quello che accade nel mondo è collegato: Putin si è chiuso da solo nell’angolo morto».
Attaccando l’Ucraina? «Non solo. Dal 2003 sogna di rinnovare l’impero, e noi stiamo vivendo le conseguenze di questa sua follia. La Russia è già abbastanza grande, Putin aveva tantissimo lavoro da fare lì per costruire il suo Stato, ma invece di gestire questo territorio immenso ha scelto di attaccare altri Paesi. Hanno ancora le case con i bagni in strada, però si occupano di noi».
Quanti sono i morti e i feriti ucraini? «Sono dati segreti. La fase più difficile è stata la primavera dell’anno scorso, ora sono molto diminuiti». Però avete ammesso che a Bakhmut è “molto dura”. «Oggi è la situazione più difficile, ma per ogni ucraino ucciso ci sono sette morti russi. Il coefficiente è 7:1, ma a loro non importa: li spediscono all’assalto a ondate».
Anche le vostre perdite sono ingenti, e il reclutamento fa molto discutere gli ucraini. Non tutti sono pronti a imbracciare il fucile. «La Russia ha fatto una grande campagna informativa per diffondere fake sulla nostra mobilitazione. Vogliono descrivere la nostra situazione come terribile. Hanno coinvolto una grande quantità di rappresentati dei mass media occidentali. Hanno collaboratori che scrivono nei Paesi europei. Uno di quelli in cui sono più presenti è la Spagna, noi conosciamo bene tutta questa gente, sappiamo di cosa si occupano questi collaboratori della direzione numero “1” del Fsb, i servizi russi. La mobilitazione c’è da febbraio 2022 e procede secondo programma. Vicino a noi c’è un centro di reclutamento e ci sono code ogni mattina».
Volontari? «Ogni uomo deve essere classificato e deve sostenere la visita medica. Dobbiamo sapere su chi possiamo contare, ma non vuol dire che debba partire per il fronte. Mio figlio più piccolo è stato obbligato a presentarsi, è stato chiamato il 3 marzo e sta facendo il suo dovere nell’esercito. Ad alcuni suoi amici è stato detto: non abbiamo bisogno di voi per ora, vi chiameremo».
La situazione a Bakhmut e Vuhledar è compromessa: vi ritirerete? «Le battaglie lì sono moltocomplicate e difficili. E non da oggi, ma i russi amano collegare tutto a qualche data eclatante. Il compleanno di Putin, il 7 ottobre; il 22 dicembre per i cent’anni dell’Urss; poi Capodanno. Ora c’è il 24 febbraio».
Ha detto di aspettarsi per il 24 la nuova offensiva russa. Avete segnali di intelligence? «Certamente sì, e sono evidenti. Ma siamo preparati».
Dove pensate puntino? Di nuovo verso Kiev? «Possono prendere la decisioneall’ultimo istante, e dobbiamo essere pronti per ogni scenario. Alcune mosse di questi giorni possono essere piste false, lo sappiamo bene».
Per esempio su Zaporizhzhya? «Sì, o anche dalla Bielorussia. Sono sicuro che la decisione definitiva sarà presa all’ultimo. L’anno scorso la fase attiva dell’invasione iniziò il 22 febbraio, ma è scattata il 24. Dopo due giorni. Abbiamo le prove. Per questo siamo pronti a ogni scenario, sappiamo che tentano di depistarci».
Hanno annesso quattro regioni ucraine senza possederle per intero: sono gli obiettivi primari? «No, non conoscono la geografia altrimenti dovrebbero restituire le isole Curili e Sachalin, la regione di Kaliningrad e tante altre aree che non c’entrano nulla con la Russia».
Però l’annessione è un fatto. «Sono matti. Sono sicuro che da dieci anni Putin è malato, ha problemi mentali: vive nel suo mondo e non capisce cosa gli succede intorno».
Perché lei e Zelensky avete detto di non sapere se sia vivo? «Perché non c’è un solo Putin. Questo è sicuro. Non è una tesi cospirazionista, è realtà. Potete fare analisi comparative sulle sue immagini pubbliche. Osservate anche il suo modo di camminare, la paura ad avvicinarsi anche ai suoi stretti collaboratori e poi il bagno di folla il giorno dopo... Sono cose tipiche del Kgb».
Aspettate le armi italiane? «Tutte le armi sono importanti, e lo è tutto l’aiuto dall’Italia. Dopo le vostre elezioni le cose non sono cambiate. Per dividere i Paesi occidentali Putin usava vecchi amici come Berlusconi, che voleva facesse parte delle trattative. Cercava di usare il ricatto energetico, ma ha fallito».
Giorgia Meloni verrà in visita di cortesia o con una dote concreta? «Certamente concreta. E visitare l’Ucraina ora richiede coraggio».
I tank armati arriveranno in tempo? «Meglio ieri, ma almeno li avremo».
Servono a frenare l’offensiva russa o alla controffensiva? «Servono a mandare via i russi dal nostro territorio. Compresa la Crimea. E per l’eternità».
Chi ha ucciso il ministro degli Interni Monastyrsky e il vice Yenin nell’ “incidente” in elicottero? «Se sapessi nome e cognome ve lo direi. Proprio oggi ci sono state indagini e perquisizioni: si chiariranno tutti i dettagli e si capirà perché e come è successo. Per l’Ucraina e la squadra del Presidente è un’immensa tragedia, avevano un ruolo molto importante. Tutti sapranno la verità. Nel mondo attuale non si può nascondere nulla: è solo questione di tempo».
Domani c’è il consiglio Ue a Kiev. Pronti a entrare in Europa? «L’Europa è pronta ad accoglierci? Abbiamo fatto i compiti richiesti, e la stiamo difendendo. Ricordate il discorso di Putin a dicembre 2021? “Restituitemi tutti i Paesi che facevano parte dell’Urss”. Prima entreremo in Ue, meglio sarà per voi stessi: la sicurezza europea sarà molto rinforzata dal punto di vista militare, energetico, alimentare e per molti altri aspetti».
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