Da che parte sta Blinken? 1 Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Repubblica Data: 31 gennaio 2023 Pagina: 12 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «Blinken a Netanyahu: 'No all’atomo iraniano ma basta tensioni con i palestinesi'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 31/01/2023, a pag. 12, con il titolo "Blinken a Netanyahu: 'No all’atomo iraniano ma basta tensioni con i palestinesi' " la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
Antony Blinken
NEW YORK — La soluzione dei due stati resta la via maestra per favorire la stabilità in Medio Oriente e gli Accordi di Abramo, seppure utili e positivi, non possono sostituirla. Quanto alla riforma del sistema giudiziario voluta dal nuovo governo, la «costruzione del consenso» è sempre lo strumento più efficace per fare mutamenti democratici condivisi e quindi accettati. Quanto all’Iran, la determinazione ad impedire che ottenga le armi nucleari resta ferma, e si unisce alla volontà comune di contrastare tutte le azioni malefiche di Teheran, nella regione e fuori, a partire dagli aiuti militari offerti alla Russia. Sono i messaggi più chiari emersi dall’incontro di ieri fra il premier israeliano Netanyahu e il segretario di Stato americano Blinken, che poco prima era stato al Cairo per vedere il presidente al Sisi. Durante questa tappa, ha ribadito l’alleanza con l’Egitto, l’appoggio alla soluzione dei due stati, e l’obiettivo di portare al più presto la Libia al voto, allo scopo di stabilizzare l’ex colonia italiana che continua ad essere uno dei principali punti di transito dell’immigrazione clandestina verso l’Europa.
Blinken però ha ribadito anche l’importanza che Washington dà al rispetto dei diritti umani. Si riferiva ai detenuti rinchiusi ora nelle carceri egiziane, ma per noi italiani il suo richiamo non può non riportare alla mente l’omicidio di Giulio Regeni. Il segretario di Stato poi è volato a Gerusalemme, sullo sfondo di tre crisi: le nuove violenze tra israeliani e palestinesi; l’attacco di sabato notte contro le strutture usate dall’Iran per produrre droni e altre forniture militari consegnate alla Russia allo scopo di usarle in Ucraina; le proteste interne contro la riforma che secondo gli oppositori di Netanyahu indebolisce la Corte Suprema e il sistema giudiziario in generale. Blinken ha detto di non avere molto da aggiungere sulle dinamiche dell’attacco all’Iran, a cui la Russia ha risposto con velate minacce tanto verso lo Stato ebraico, quanto gli Usa. Però ha ribadito la determinazione non solo ad impedire che costruisca l’atomica, con «tutte le opzioni sul tavolo», ma anche a «contrastare» le azioni destabilizzanti condotte in Medio Oriente e fuori.
Quando Biden aveva visitato Israele e Arabia a luglio, la comune minaccia di Teheran e la cooperazione per contenerla sul piano militare erano il terreno su cui sperava di ampliare gli Accordi di Abramo, riavvicinare Stato ebraico e sauditi, e quindi aiutare anche la soluzione per i palestinesi. La minaccia degli ayatollah è rimasta intatta, o forse è peggiorata, con i droni a Mosca e la repressione delle proteste, che hanno bloccato quanto rimaneva del negoziato per resuscitare l’accordo nucleare Jcpoa. Questo però non ha portato i progressi sperati sugli altri fronti, come dimostrano le recenti violenze con i palestinesi. Blinken ha sollecitato «tutte le parti a compiere passi urgenti per ristabilire la calma». Quindi ha chiesto di «preservare e poi realizzare la visione dei due stati », evitando dunque iniziative unilaterali che la rendano impossibile, e ha avvisato che l’ampliamento degli Accordi di Abramo e gli altri sforzi «non sono un sostituto per i progressi tra israeliani e palestinesi».
Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante