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La Repubblica Rassegna Stampa
26.01.2023 Tutti uniti con Zelensky
Cronaca di Tonia Mastrobuoni, Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 26 gennaio 2023
Pagina: 6
Autore: Tonia Mastrobuoni, Paolo Mastrolilli
Titolo: «Panzer e tank, sì a Zelensky. Biden: 'Tutti uniti con Kiev'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 26/01/2023, a pag. 6, con il titolo "Panzer e tank, sì a Zelensky. Biden: 'Tutti uniti con Kiev' ", l'analisi di Tonia Mastrobuoni, Paolo Mastrolilli.

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Tonia Mastrobuoni

Paolo Mastrolilli - North America Bureau Chief - La Repubblica | LinkedIn
Paolo Mastrolilli

Gli alleati occidentali si muovono uniti, per dare all’Ucraina la capacità di difendersi e contrattaccare nell’immediato, ma anche per garantire che in futuro abbia una forza di deterrenza capace di dissuadere la Russia, chiunque la governi, dal tentare nuove avventure. Così va inteso l’annuncio dell’invio di almeno tre battaglioni di carri armati a Kiev, fatto ieri prima da Berlino e poi da Washington, dopo una telefonata a 5 tra il presidente Biden e i leader di Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna. Olaf Scholz ha confermato ieri al Bundestag la svolta storica. Berlino fornirà «carri armati da combattimento del tipo Leopard 2A6 che provengono dai depositi della Bundeswehr». Il cancelliere tedesco chiarisce ancora una volta nella riposta a un parlamentare della Cdu perché ha indugiato per settimane, prima di cedere alle pressioni dei partner Nato: «Sarebbe un errore muoversi da soli, dobbiamo fare tutto in stretta concordanza con i nostri partner». Ma sottolinea anche che «va scongiurata un’escalation verso una guerra tra Russia e Nato». Ecco perché Berlino si muove «un passo alla volta» ed è cauta sulla fornitura di armi pesanti. Scholz è stato netto anche sulla linea rossa dei jet da combattimento e le truppe di terra: «Non consideriamo l’ipotesi di mandare aerei da combattimento. Così come non manderemo truppe di terra». L’impegno della Germania è fornire insieme agli alleati due battaglioni di Leopard 2, ossia anzitutto i 14 che sono già a nei depositi dell’esercito. Gli altri li forniranno «altri partner europei». Berlino fa sapere che ogni Paese terzo che vorrà ottenere il via libera per l’invio dei blindati tedeschi «avrà le necessarie autorizzazioni». Secondo il settimanale Spiegel saranno 80 i tank che arriveranno dalla Germania e dai partner europei, ossia due battaglioni di 40 veicoli. Del primo di Leopard 2A6 farebbero parte i 14 tank tedeschi più quelli di Finlandia, Spagna e Paesi Bassi. Il secondo dovrebbe essere fornito da Polonia e Norvegia. Ma non tutti hanno ancora deciso. La Polonia è per ora l’unico Paese ad aver già avanzato la richiesta ufficiale, mentre i Paesi Bassi, la Spagna e la Finlandia hanno annunciato che seguiranno. Anche la Norvegia sta valutando. E, secondo i media, il Portogallo si preparaa fornirne quattro. Gli Usa completeranno il quadro inviando 31 Abrams M1, ossia il terzo battaglione di carri offerto a Kiev. Biden ha spiegato così la decisione: «Questi tank sono l’ulteriore prova del nostro perdurante e incrollabile impegno a favore dell’Ucraina, e della nostra fiducia nelle capacità delle sue forze armate ». Quindi ha aggiunto: «Gli ucraini stanno combattendo un’antica battaglia contro l’aggressione e la dominazione, che gli americani hanno orgogliosamente combattuto molte volte. Garantiremo che siano ben equipaggiati per affrontarla». Sottolineando l’unità occidentale, il capo della Casa Bianca ha detto che «Putin aveva sbagliato i calcoli all’inizio di questa brutale invasione, e li ha sbagliati ancora adesso ». Per dimostrare la sintonia con Scholz, ha chiarito che «la Germania non mi ha costretto a cambiare idea. Volevo solo che fossimo tutti insieme». Poi si è rivolto così al popolo russo, sperando che fermi Putin: «Non c’è alcuna minaccia offensiva contro la Russia. Se le truppe russe tornassero dove dovrebbero stare, questa guerra finirebbeoggi». Durante una chiamata con i giornalisti, alti funzionari Usa hanno spiegato che i Leopard arriveranno presto, per consentire agli ucraini di difendersi dall’offensiva russa e contrattaccare, mentre per gli Abrams serviranno mesi a causa della loro complessità. Il senso di lungo termine dell’operazione però lo ha dato il segretario di Stato Blinken, spiegando al Washington Post la visione per il dopoguerra. Per garantire la sicurezza della regione non si pensa più all’ingresso dell’Ucraina nella Nato, ma ad un suo rafforzamento militare tale da costituire una deterrenza capace di scoraggiare la Russia da altre avventure. A ciò si aggiungerà l’ingresso nella Ue e il rilancio economico, per renderla più prospera e autonoma. Le forniture militari di oggi, quindi, serviranno anche costruire la stabilitàdel futuro.

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