Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 25/01/2023, a pag. 3, con il titolo "Kurt Volker: 'Una mossa decisiva. Ora Zelensky può vincere la guerra' " la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
Kurt Volker
NEW YORK — «La fornitura dei carri armati può diventare la svolta che metterà Kiev in condizione di vincere la guerra». A crederlo è l’ex ambasciatore americano alla Nato Kurt Volker, che da inviato speciale di Trump in Ucraina aveva avviato il piano di riarmo grazie a cui Zelensky ha fermato Putin.
Come è arrivata la decisione di Washington di fornire gli Abrams? «Il cancelliere Scholz aveva irritato l’amministrazione, dicendo che la Germania non avrebbe dato i carri da sola. Perciò abbiamo dovuto coordinare una coalizione di diversi paesi per farlo insieme, come Polonia, Finlandia e Regno Unito. Poi però ha aggiunto che avrebbe dato i Leopard solo se gli Usa concedevano gli Abrams. Il Pentagono ha spiegato che non erano adatti all’Ucraina, perché richiedono carburante e parti di ricambio speciali, e sono più complessi da usare rispetto ai Leopard. Quando però Scholz ha detto a Biden che li avrebbe sbloccati con gli Abrams, l’amministrazione ha accettato per spingerlo ad agire».
Perché è una buona notizia? «È buona tanto sul piano militare, quanto su quello politico». In che modo? «Primo, tutti anticipano che i russi tenteranno una grande offensiva in primavera. Non credo andrà bene, ma ci proveranno. Perciò i carri aiuteranno gli ucraini a respingerla. Secondo, Kiev vuole andare alla controffensiva, tra primavera ed estate, per tagliare il corridoio di terra che mette in comunicazione i territori occupati dalla Russia e la Crimea. Punta su Mariupol, Azov, e magari riprendere più posizioni nel Donbass. Ha bisogno di armamenti pesanti per farlo. Terzo, la gente è preoccupata che se la guerra durerà a lungo, diventerà più difficile sostenere i finanziamenti. Perciò c’è la sensazione di dover aiutare gli ucraini a ottenere presto una svolta».
Non teme che i repubblicani blocchino i finanziamenti Usa? «Al momento non vedo alcun rischio. C’è un gruppetto di estremisti di destra e sinistra che si oppone ad aiutare l’Ucraina, ma la maggioranzain entrambi i partiti lo vuole, e credo che resterà solida alla Camera e al Senato per molto tempo. Temo invece che se passerà un altro anno, arriveremo nel mezzo della campagna presidenziale. Allora Trump e Biden, o Trump e qualcun altro, useranno la campagna per mettere in discussione il sostegno americano per l’Ucraina. Quello può essere un problema più serio».
Dopo un anno di guerra, i carri possono far vincere gli ucraini? «Sì. Non penso che la Russia possa vincere, e neanche avanzare di più. In sostanza cerca di tenere quanto ha preso. Gli ucraini invece stanno gradualmente riconquistando territori. Ora sono fermi, ma daranno un’altra spinta. Più sconfitte la Russia subisce sul terreno, più a Mosca cresce la preoccupazione. La gente mette in discussione la leadership di Putin, le sue scelte, le perdite umane ed economiche. È ciò su cui conta Kiev perché Mosca cerchi la pace».
Non c’è il rischio che Putin reagisca usando le atomiche? «Non credo. È possibile, ma non probabile. Primo, le armi nucleari tattiche non aiuterebbe i russi a riprendere territori, perché diventano inabitabili nel momento in cui le usi. Poi non potrebbero proteggere le loro truppe, che morirebbero con gli ucraini. Inoltre sono stati avvertiti dagli Usa e gli occidentali che ogni uso di armi atomiche provocherebbe conseguenze devastanti per i militari russi, perciò non vogliono farlo. Infine anche Cina e India hanno detto che non sarebbe accettabile».
L’Italia deve inviare i Samp-T? «La difesa missilistica è molto importante perché i russi, non riuscendo a prendere terreno, lanciano bombe sulle città e le infrastrutture. Ogni iniziativa per aiutare gli ucraini con le difese è molto importante».
Che effetto avrà questa decisione sulle crepe nella Nato? «L’invio degli Abrams farà molto. Darà copertura a Scholz e creerà una nuova base per i paesi Nato, secondo cui inviare armi pesanti va bene».
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