La Germania sblocca i tank per Kiev Cronaca di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 23 gennaio 2023 Pagina: 13 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «La Germania sblocca i tank per Kiev. Mosca: 'Verso la catastrofe globale'»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 23/01/2023, a pag.13, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "La Germania sblocca i tank per Kiev. Mosca: 'Verso la catastrofe globale' ".
Rosalba Castelletti
MOSCA — A sbloccare l’impasse che si trascina da giorni è la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. Se la Polonia inviasse all’Ucraina i carri armati Leopard 2 di fabbricazione tedesca in sua dotazione, ha detto in un’intervista alla tv francese Lci ,Berlino non si opporrebbe. «Per il momento la domanda non è stata fatta, ma se ci venisse posta, non ci metteremmo in mezzo», ha spiegato l’esponente dei Verdi che governano in coalizione con i socialdemocratici. Uno scarto rispetto a Olaf Scholz che finora si è sempre detto contrario. Anche ieri in conferenza stampa al fianco del presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco ha eluso la domanda sulle consegne dirette e indirette di armi limitandosi a ribadire la necessità di agire di concerto con gli alleati. C’è da capire quanto la dichiarazione di Baerbock sia un reale cambio di rotta o meno. Non è la prima volta infatti che i Verdi si dimostrano più aperti sul tema del sostegno militare a Kiev all’interno della coalizione di governo tedesca. Quel che è certo è che nuove forniture di armi innervosirebbero ulteriormente Mosca. L’ultimo ad aver messo in guardia i Paesi occidentali dal dare armi più potenti all’Ucraina è stato ieri Vjacheslav Volodin. «Se Washington e la Nato fornissero armi che verrebbero utilizzate per colpire città pacifiche e per tentare di impadronirsi dei nostri territori come minacciano di fare, scatenerebbero una rappresaglia con armi più potenti», ha scritto su Telegram ilpresidente della Duma. Volodin è andato anche oltre minacciando «una catastrofe globale che distruggerebbe i Paesi» fornitori di armi e soprattutto mettendo in discussione l’inviolabilità del tabù nucleare: «Le argomentazioni secondo cui le potenze nucleari in passato non hanno utilizzato armi di distruzione di massa nei conflitti locali sono insostenibili perché non era minacciata la sicurezza dei cittadini di questi Stati né la loro integrità territoriale».L’avvertimento non è che la più recente di una serie di minacce lanciate negli ultimi giorni dai più alti vertici del governo russo che hanno rimesso sul tavolo l’opzione nucleare dopo mesi di allentamento della retorica apocalittica. Testimoniano il nervosismo di Mosca anche i sistemi anti-missili apparsi sui tetti della capitale russa e le esercitazioni di difesa aerea nella regione annunciate venerdì «per respingere attacchi aerei contro» infrastrutture critiche. Dmitrij Medvedev, l’ex presidente e premier, oggi numero due del Consiglio di sicurezza russo, lo ha detto chiaro: l’incontro a Ramstein — ha scritto ieri — «non lascia dubbi sul fatto che i nostri nemici cercheranno di logorarci o meglio distruggerci ». «In caso di conflitto prolungato », a suo dire, alla Russia non resterà altra scelta che formare «una nuova alleanza militare che includerà le nazioni che sono stufe degli americani e del loro branco di cani castrati ». Un riferimento, è sembrato, non soltanto all’alleato bielorusso, ma anche a Iran, Venezuela e Corea del Nord, nonché alla Cina con cui Mosca in passato ha svolto esercitazioni militari congiunte.
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