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La Repubblica Rassegna Stampa
22.01.2023 I bersagli degli odiatori online
Analisi di Zita Dazzi

Testata: La Repubblica
Data: 22 gennaio 2023
Pagina: 19
Autore: Zita Dazzi
Titolo: «Donne, disabili e omosessuali i bersagli degli odiatori online: 'Attenti, è un’onda che cresce'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA, di oggi 23/01/2023, a pag. 19, con il titolo "Donne, disabili e omosessuali i bersagli degli odiatori online: 'Attenti, è un’onda che cresce' ", la cronaca di Zita Dazzi.

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Zita Dazzi

Donne/disabili/persone LGBT sono in testa negli interventi online degli odiatori. E' il caso di chiedersi quali possono essere i mezzi per intervenire, meno chiacchiere e qualche proposta seria che ancora non arriva. E' mai possibile che non esista una ancora una legge che controlli internet? Non ci vengano a dire che sarebbe anti-democratica! I 'padroni' di internet hanno il potere già da tempo di escludere chi vogliono del suo uso, evidentemente sono loro che controllano l'online. E' democratico? 

Gli Odiatori: cosa sono gli Haters del web e come difendersi - Studio  Irpino di Neuroscienze ad Avellino e Montemiletto (Av)

MILANO — Donne, persone con disabilità, omosessuali. Sul podio della discriminazione online sono queste le “categorie” di persone più prese di mira nel 2022, secondo le rilevazioni fatte da un pool di studiosi di diverse università italiane che hanno tracciato la settima edizione della “Mappa dell’intolleranza”, rapporto annuale pubblicato da Vox diritti, che verrà presentato domani mattina all’Università degli studi di Milano. Dall’analisi di oltre 629 mila postati quest’anno si nota un «aumento evidente e notevolissimo delle percentuali dei tweet negativi a fronte del totale dei tweet rilevati. Il che indica una maggiore radicalizzazione dei discorsi d’odio. Fenomeno già registrato lo scorso anno, ma quest’anno decisamente esploso», si legge nel documento, che riporta grafici, tabelle e una vera e propria geolocalizzazione dei tweet degli odiatori. L’odio online verso la comunità Lgbt era diminuito dopo l’approvazione della legge Cirinnà, ma in occasione delle polemiche sul Ddl Zan c’è stata una nuova fiammata, con quasi il 20 per cento in più di tweet pieni di insulti rispetto al 2021. Ma lo stesso rialzo di odio si registra nei confronti dell’universo femminile mentre l’aumento delle offese su Twitter contro i migranti è addirittura di un terzo e verso gli ebrei di un quarto, rispetto a 12 mesi fa. Negli oltre 629 mila i tweet analizzati dai ricercatori di quattro università (Statale di Milano, Aldo Moro di Bari, Sapienza di Roma, Cattolica di Milano), col contributo di Federico Faloppa, professore di linguistica presso l’Università di Reading, coordinatore della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio. Tweet “pescati” nel mare magnum della Rete in base alla presenza di alcune “parole chiave” riferite ad alcuni cluster , cioè categorie che di solito vengono prese di mira sui social. E se nel 2021 risultò che il 69 per cento dei “cinguettii” erano aggressivi o di insulto e il 31 per cento invece “positivi”, quest’anno la percentuale dei “negativi” è salita al 93 per cento. Entrandonel dettaglio, icluster più colpiti sono quelli delle donne (protagoniste del 43 per cento dei tweet d’odio rilevati), seguite dalle persone con disabilità (quasi 34 per cento), dalle persone omosessuali (quasi 9 per cento), dai migranti (oltre 7 per cento), gli ebrei (quasi 7 per cento) e gli islamici (0,15%). «Purtroppo il mondo virtuale èlo specchio di quello reale — spiega Marilisa D’Amico, costituzionalista e prorettrice della Statale di Milano, co-fondatrice di Vox — Osservatorio italiano sui Diritti —. E non stupisce che le donne siano le più odiate di sempre perché è quel che si vede oggi con questa escalation drammatica dei femminicidi ». La rete delle giornaliste Giulia, all’interno della ricerca, ha fatto un focus sull’odio verso chi lavora nell’informazione, registrando un picco di aggressività verso le donne dei mass media, con attacchi virulenti contro alcuni volti noti: Angela Caponnetto, Selvaggia Lucarelli e Maria Giovanna Maglie. «Chi oggi twitta concentrandosi su alcune categorie e usando parole o frasi cariche di stereotipi e negatività lo fa per aizzare l’odio — spiega Silvia Brena, giornalista e co-fondatrice di Vox diritti —. È evidente la radicalizzazione dell’odio online come la coincidenza sempre più forte tra discorsi d’odio e violenza praticata: i tweet misogini aumentano con i femminicidi. Notiamo anche uno spostamento dall’odio razzista (che colpisce soprattutto migranti, musulmani ed ebrei) verso un’insofferenza per i diritti della persona». È una marea montante che nessuno argina e la Rete è la cinghia di trasmissione tra i media tradizionali, la politica e alcune sacche di forte malcontento, che trovano sfogo nelle praterie dei social. Il documento verrà illustrato e commentato domani a Milano, in via Festa del Perdono, dalle curatrici, da diversi professori universitari e da Betti Guetta, responsabile dell’Osservatorio anti-semitismo del Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea). Alla vigilia del Giorno della Memoria la Mappa di Vox registra, infatti, anche un aumento del 25 per cento in un anno di tweet contro gli ebrei. Il sotware che è stato usato per “arare” Twitter alla ricerca delle parole d’odio ha fatto una scala delle città da dove gli hater si scatenano di più: Terni è in cima alla lista, seguita da Roma, Milano, Torino.

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