Combattere le guerre informatiche Cronaca di Gianluca Di Feo
Testata: La Repubblica Data: 22 gennaio 2023 Pagina: 14 Autore: Gianluca Di Feo Titolo: «Cyber militare cercasi. Un bando della Difesa per 'ufficiali spaziali'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 22/01/2023, a pag. 14, con il titolo "Cyber militare cercasi. Un bando della Difesa per “ufficiali spaziali” " il commento di Gianluca Di Feo.
Gianluca Di Feo
Arruolatevi nelle forze spaziali italiane. O, se preferite, tra i nuovi incursori cyber destinati a combattere nella sfera telematica. Se avete una laurea nel settore e la voglia di misurarvi con esperienze decisamente innovative, questa è la vostra occasione: diventare direttamente ufficiali, senza passare dalle tradizionali accademie. Le guerre del presente richiedono competenze che si trovano solo nelle università, ingaggiando giovani hacker o visionari delle stelle. Lo dimostra anche il conflitto in Ucraina, dove la resistenza all’invasione russa è stata resa possibile dalle comunicazioni satellitari di Starlink e dalla barriera cibernetica che ha protetto i tablet criptati impiegati per scambiare informazioni dai reparti d’assalto. E lo Stato maggiore della Difesa ha deciso di non perdere altro tempo, lanciando una campagna di reclutamento speciale per i guerrieri del domani. Il primo bando è stato pubblicato la scorsa settimana e riguarda la selezione per 21 ufficiali della Marina. Altri seguiranno per Esercito e Aeronautica, con un totale di 64 posizioni. E si andrà avanti con lo stesso ritmo almeno fino al 2025: numeri consistenti, che confermano l’importanza del settore. Le lauree richieste sono alcune specializzazioni di ingegneria: aeronautica ovvero aerospaziale e astronautica, elettronica, informatica, delle telecomunicazioni. Ci sono poi informatica, sicurezza informatica, fisica, matematica. La distinzione tra corpi conta poco, perché queste sono realtà interforze dove personale di Marina, Esercito e Aeronautica agisce fianco a fianco: si tratta infatti di una nuova dimensione dell’idea di conflitto. Dopo la prima fase di addestramento, si potrà scegliere se qualificarsi nel settore spaziale o in quello cyber. I primi ufficiali prenderanno servizio nel Comando Operazioni Spaziali, creato nel 2020 sulla scia della Space Force statunitense. L’Italia infatti ha una doppia costellazione di satelliti militari, tenuti in grande considerazione dagli alleati. C’è una rete di apparati da spionaggio che sorvegliano discretamente le zone calde del pianeta: gli Opsat 3000 con un visore ottico, acquistati in Israele, e i Cosmo Skymed con sensore radar, frutto di una tecnologia interamente italiana. Sono sistemi che garantiscono allo Stato maggiore, all’intelligence e al governo informazioni dirette ed esclusive su qualsiasi scenario di crisi: dal Donbass alla Libia, dall’Iraq alla Corea del Nord. A questi strumenti si aggiunge la costellazione di satelliti da comunicazione, Sicral, che collegano tra loro e con i comandi anche i singoli mezzi: navi, elicotteri, veicoli corazzati dispongono dei terminali che scambiano dati grazie alle centrali orbitanti. Oggi la sfida tra potenze prende di mira questi strumenti, cercando di disturbarne la trasmissione o di minacciarli con varie forme di sabotaggio, a terra o fuori dall’atmosfera. Russi e cinesi hanno già sperimentato missili in grado di abbatterli o di provocare sciami di detriti nelle fasce orbitali. La preparazione riguarderà proprio questo tipo di guerra stellare, indicata dallo Stato maggiore: “Orbital Warfare, Space Electronic Warfare, Space Battle Management, per consentire al comando di espletare la sua missione di monitorare proteggere e difendere le infrastrutture spaziali nazionali, a garanzia del libero accesso ed uso responsabile dello spazio”. I cyber-soldati invece vengono paragonati alle forze speciali, perché sono destinati a presidiare una terra di nessuno piena di incognite: “Uno spazio immateriale e complesso, dove le linee difensive sono fatte dalle tecnologie e dai dispositivi che proteggono le reti, mentre le armi sono quelle della competenza e della capacità del personale, impegnato in questo ‘combattimento’ quotidiano contro nemici invisibili, che sfruttano l’anonimato offerto dalla rete, per condurre azioni malevoli finalizzate a penetrare nel cuore delle infrastrutture digitali della Difesa, acquisire dati sensibili, creare disservizi o semplicemente minarne la credibilità”. L’addestramento avverrà anche in un poligono – il Cyber Range – simile a quello in cui si esercitano i normali reparti con cannoni e tank: in questo caso però le manovre per respingere gli assalti e contrattaccare saranno solo digitali. La Difesa cerca “giovani talenti che avranno voglia di mettersi alla prova senza necessariamente dover guardare ad offerte lavorative all’estero”. Che alternativa propongono le forze armate? Subito il grado di sottotenente del genio, con una carriera che nel caso della Marina potrà arrivare fino ad “ammiraglio a tre stelle”. Ma soprattutto la prospettiva di acquisire una formazione straordinaria, entrando nelle strutture più avanzate del Paese e dell’intera Alleanza atlantica: “spazio, ultima frontiera”, proprio come recitava la sigla di Star Trek.
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