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La Stampa Rassegna Stampa
18.01.2023 Iran: 'Mi violentavano al canto del muezzin'
Cronaca di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 18 gennaio 2023
Pagina: 23
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «'Mi violentavano al canto del muezzin'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 18/01/2023 a pag.23 con il titolo "'Mi violentavano al canto del muezzin' " la cronaca di Francesco Semprini.

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Francesco Semprini

Il coraggio e la forza delle donne iraniane contro la repressione | il  manifesto
Una manifestazione per la libertà delle donne iraniane

Signor dottor Keshavars, io sottoscritta, Parvaneh K.*, paziente della sezione Mehr dell'ospedale «Iran» di Teheran, ho subito un gravissimo trauma dovuto alle torture a cui sono stata sottoposta per via della mia partecipazione alle proteste di questi mesi e dovuto anche al suono del richiamo alla preghiera. Quando sento quel suono io ricordo. Sì: ricordo perfettamente il mio essere nuda alla presenza di tre bastardi, ricordo di essere stata violentata e costretta a masturbarmi davanti a loro, i tre bastardi. Ricordo un bagno forzato e la preghiera di gruppo, anch'essa chiaramente forzata, sotto la guida di un religioso, il mullah Karshenas*, il mio inquisitore. Il suono del richiamo alla preghiera evoca dunque oggi per me tutto questo, lo associo a come sono stata torturata in una maniera tale che tutti i trattamenti e i lodevoli sforzi messi in campo dallo staff dell'ospedale mi risultano vani. È per questo che mi rivolgo a lei, in quanto responsabile dell'ospedale psichiatrico in cui mi trovo ricoverata, per chiederle di spegnere gli altoparlanti del reparto durante il richiamo alla preghiera. Proprio quel suono lì. Se per qualsiasi ragione non fosse possibile osservarmi questa cortesia, lascerò la struttura con il consenso della mia famiglia e vi dirò addio, a lei, a voi e a tutte le vostre convinzioni religiose.

*Parveneh K. è ovviamente un nome di fantasia (come lo è quello del mullah Karshenas a cui fa riferimento): ma la sua lettera, scritta a penna blu su un foglio dell'ospedale «Iran» di Teheran in cui si trova ricoverata, è reale ed è stata diffusa dal suo avvocato Mohammad Moghimi, ieri, nelle stesse ore in cui i media ufficiali della teocrazia, sotto diretto controllo della Guida Suprema Ali Khamenei, raccontavano compiaciuti le più che amplificate difficoltà economiche dell'Occidente, annunciando l'angoscia dei britannici costretti a scegliere tra cibo e termosifone al punto da bruciare gli escrementi dei gatti per scaldarsi. Secondo i giornali e le tv governative iraniane la Francia ha razionato la legna da ardere, in Germania non si trovano quasi più per niente né carbone né candele mentre la Svizzera ha proibito il bagno individuale consentendo solo una sorta di doccia collettiva e gli impiegati svedesi vanno al lavoro avvolti in un triplo strato di coperte. Intanto, a Teheran, Parvaneh K. combatte in un ospedale psichiatrico contro i fantasmi dei suoi devoti stupratori in turbante.

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