Cina, un miliardo di contagiati Commento, alquanto superficiale di Gianluca Modolo
Testata: La Repubblica Data: 14 gennaio 2023 Pagina: 13 Autore: Gianluca Modolo Titolo: «Il turismo sanitario dei cinesi a Hong Kong. Caccia al vaccino Pfizer proibito da Pechino»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 14/01/2023, a pag. 13, con il titolo "Il turismo sanitario dei cinesi a Hong Kong. Caccia al vaccino Pfizer proibito da Pechino" la cronaca di Gianluca Modolo.
Stupisce il commento impostato sul 'turismo' quando dovrebbe sottolineare il miliardo di contagiati. Un corrispondente troppo ligio al governo cinese?
«È il mio compleanno e mi sono voluta fare un regalo: un vaccino che mi faccia sentire più protetta». Con la riapertura dopo tre anni della frontiera, domenica scorsa, tra Cina continentale e Hong Kong, il Porto Profumato sta diventando la meta preferita per venire a farsi somministrare una dose di BioNTech, il vaccino della Pfizer a tecnologia mRna: sieri che non sono disponibili, invece, in tutto il resto del Dragone che non li ha mai voluti importare. Yoyo, 36enne di Pechino, è stata una delle prime sei persone “fortunate”, arrivata qui alla Virtus Medical Tower, al 122 di Queen’s Road Central, in questa che è già la nuova mecca del turismo vaccinale per i cinesi che sbarcano in città. «Ho tre dosi del cinese Sinovac, ma un siero bivalente come quello che danno qui, da noi non è ancora disponibile». Si è registrata sul sito della clinica privata prima di partire, una visita di routine e poi alla cassa a pagare: 1.800 dollari hongkonghesi, 225 euro. «Dalla Fosun (il distributore cinese autorizzato a esportare i sieri della Pfizer a Hong Kong, ndr )il lotto di vaccini per la nostra clinica è arrivato con qualche giorno di anticipo rispetto alla data prevista. E così abbiamo iniziato la somministrazione alle prime sei persone che si erano registrate», ci racconta il dottor Che Chung Luk, vicepresidente della Virtus Medical, nel suo ufficio al decimo piano in pieno centro. «Cominceremo a fornire questo servizio alle nostre sorelle e fratelli cinesi da lunedì. In pochi giorni abbiamo già ricevuto60 prenotazioni. E ogni giorno crescono. Sono già 300 le persone che ci hanno scritto per avere informazioni. La maggior parte di loro dovrà però aspettare: essendosi infettate recentemente, devono passare 90 giorni prima di poter fare il richiamo. Ma nelle prossime settimane ci aspettiamo un numero sempre maggiore di persone. Servirà prenotarsi online, vogliamo che tutto sia organizzato al meglio e non creare caos con code fuori dalla clinica che possano provocare assembramenti», continua il dottor Luk. «Mixare i vaccini, scientificamente, offre più protezione. Per questo la gente viene qui». Dall’inizio della pandemia, Pechino ha permesso di utilizzare solo vaccini di produzione nazionale, che utilizzano un virus inattivato e che danno una protezione inferiore. Virtus Medical, con le sue quattro sedi in città, non è l’unica ad offrire questo servizio ai compatrioti della terraferma. «Ci sono almeno un’altra dozzina di strutture che stanno iniziando a fare lo stesso», prosegue Luk. «So anche di compagnie private che stanno organizzando pacchetti per i loro dipendenti: volo, hotel, shopping nelle boutique del centro e dose di vaccino ». Poco più lontano, verso Causeway Bay, c’è un altro ospedale privato che offre lo stesso servizio: la Swindon Medical. Il primo lotto (100 dosi) è già andato esaurito, racconta un’infermiera. Anche qui le prenotazioni sono sull’ordine delle centinaia. Per attirare clienti cinesi, pure la Citic Bank sta offrendo ai correntisti una dose di siero mRna se effettuano un deposito di4 milioni di dollari di Hong Kong (500mila euro). Quello che sta succedendo qui in questi giorni lo si era già visto a Macao a metà dicembre, con i cinesi - venute meno le restrizioni per recarsi nell’ex colonia portoghese - in fila a prenotarsi un vaccino “occidentale”.
Xi Jinping
Come a Hong Kong, anche a Macao esiste un accordo tra la BioNTech e la Fosun per importare i vaccini. Da quando Pechino ha alleggerito le restrizioni sui viaggi, 998mila cinesi hanno richiesto un permesso d’ingresso a Hong Kong o Macao: un aumento del 147,6%. A conferma di ciò che alcuni esperti avevano già previsto a dicembre (840 milioni di casi nella prima ondata), un nuovo studio dell’Università di Pechino sostiene ora che circa 900 milioni di persone sono state contagiate, il 64% dei cinesi. Il picco dovrebbe durare due o tre mesi. E i casi aumenteranno nelle zone rurali in vista del Capodanno, il 21 gennaio. Se nelle grandi metropoli l’ondata sembra essere passata, è proprio nelle campagne che ora la Cina teme un nuovo tsunami di casi. E di morti. Per le autorità (che hanno smesso di pubblica re il bollettino quotidiano, d’ora in poi sarà mensile) i morti da Covid, dal 7 dicembre, sarebbero meno di 40. Stime di istituti come Airfinity, invece, dicono che in realtà sono stati già 209mila ed entro fine aprile arriveranno a 1,7 milioni. «I decessi potranno essere contati accuratamente solo dopo che la pandemia sarà terminata», sostengono a Pechino. Dopo la lite con Pfizer sul prezzo del Paxlovid (2mila yuan a scatola), unico farmaco anti-Covid straniero approvato in Cina, ieri Astra-Zeneca ha firmato un accordo con la cinese Genertec per l’import di un altro farmaco contro il virus: Evusheld.